Parte Due

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Senza rendersene conto Stephen si ritrovò in una oasi, un piccolo laghetto con dell'acqua limpida, nel quale si riflettevano delle palme di un verde acceso e altre piante intorno che davano la sensazione di fresco,
il vento cessò improvviso, Stephen finalmente guardò meglio la ragazza che in quel momento gli lasciò la mano, dirigendosi lentamente verso il laghetto, lui rimase li a pochi metri, mentre lei entrò nell'acqua, poteva vedere la sua schiena dritta e la forma dei glutei sodi, macchiati ancora di sabbia, si immerse totalmente nell'acqua ma senza sporcarla, la sabbia fu come dissolta e solo i capelli lunghi fluttuavano sulla superficie del laghetto, poi lentamente riemerse, si giro' verso l'uomo ed usci dall'acqua, rimanendo ferma davanti a lui appena sulla piccola riva. Era bellissima, le ciocche di capelli bagnati si appoggiavano distratte sui seni, nascondendo poco i capezzoli adesso turgidi e scuri, le gambe dritte leggermente divaricate per mantenere l'equilibrio ricordavano una statua greca e il ventre piatto dove era incastonato un ombelico perfetto, le gocce scivolano lente sul suo corpo, come goccioline su rocce levigate e le rocce erano i suoi fianchi, le cosce, il seno rotondo. Stephen non riusciva a distogliere lo sguardo da quella ragazza, la sua nudità era nello stesso tempo naturale e conturbante, era il passaggio da cento domande al silenzio, ovattato, innaturale, che adesso aleggiava tutto intorno.

La ragazza lentamente si avvicino a Stephen, la sua pelle rabbrividita e le mani che scivolavano lungo i fianchi, tenere curve ondulate, poi appoggiò le labbra sulle sue labbra e lo baciò di un bacio delicato, calmo, il cuore di Stephen accelerava, mentre sentiva quelle labbra morbide percorrere la sua bocca, il viso fino agli occhi, sfiorando le palpebre socchiuse, per tornare poi sulla bocca, cercando la lingua, in un gioco sensuale di attimi infiniti.

La mano un po' tremante dell'uomo, si unì a quella della ragazza e insieme continuarono a percorrere un sentiero che lo faceva trasalire ad ogni centimetro conquistato, la pelle nuda ancora bagnata e la forma dei glutei sotto la sua mano, improvviso il contatto dei seni turgidi sul suo torace lo fece sussultare, mentre per altri attimi il bacio si trasformò in un bacio profondo e caldo. Stephen non aveva il coraggio di aprire gli occhi, li teneva chiusi, stretti, per la paura che tutto questo poteva svanire improvvisamente, si affidava alla sua mano che poteva sentire il corpo nudo davanti a lui e alla sua bocca che era preda della bocca avida della ragazza.

Il cielo intero con milioni di stelle, passò negli occhi di Stephen in quei momenti, poi sentì la mano della ragazza afferrare la sua mano e stringerla forte, fu come uno strappo, fu come essere tirato via da un mondo fantastico, una raffica di vento freddo gelò il suo viso, si rese conto di non sentire più la bocca della ragazza ne il suo corpo, aprì gli occhi, li spalancò e intorno a lui le pareti di quella camera da letto dove si era risvegliato, la penombra, il camino si stagliava sulla parete di fondo ma non c'era fuoco e non c'era la ragazza.

Si alzò dal letto un po' confuso, si guardò intorno facendo qualche passo nella camera, forse si aspettava di vedere apparire quella ragazza da un momento all'altro, ma nulla, il silenzio lo circondava, uscì dalla camera, accendendo qualche luce in corridoio, si diresse verso le altre stanze di quel castello, che da quando era iniziata questa esperienza, aveva preso vita o meglio appariva molto diverso, da come tutti nel villaggio erano abituati a vederlo. In fondo al corridoio entrò in una camera non molto grande, anche questa sembrava destinata alla notte, dalla presenza di un letto meno importante di quello dove aveva dormito e di altri piccoli mobili, quello che attirò lo sguardo di Stephen fu un grande specchio con una cornice dorata che sembrava preziosa, si avvicinò, guardando la sua immagine riflessa, il suo viso un po' stanco e l'espressione sempre stupita del suo sguardo. Solo in quel momento si accorse di alcune fotografie incorniciate e appese alla parete accanto allo specchio, le guardò meglio e riconobbe in quelle foto la ragazza che le era apparsa nella nebbia e che era diventata la protagonista di questa esperienza che stava vivendo. In una di quelle foto era ritratta seduta, il viso abbassato, forse assorta, concentrata su qualcosa che aveva nelle mani, ma che non si riusciva a distinguere. In un'altra era in piedi, alle spalle sembrava uno dei cortili del castello, ma diverso da come si presentava adesso ai pochi turisti della zona, la ragazza nella foto era sorridente, lo sguardo dritto in avanti e il cortile era adornato da piante e fiori e le mura erano integre, ben diverse da quelle che Stephen ricordava di aver visto. Se davvero nelle foto, era la stessa ragazza nella nebbia, allora non riusciva a dare una spiegazione precisa, quelle foto sembravano scattate almeno 50 anni prima, ma la ragazza era così come Stephen la vedeva. Girò un po' lo sguardo a sinistra dello specchio e fu attratto da un'altra foto, questa volta la ragazza era in piedi davanti ad un camino, vestita con una specie di gonna rossa che le fasciava i fianchi e copriva le sue gambe, ma la parte superiore del corpo era nuda, il seno rotondo era lo stesso della ragazza nella nebbia, ne era certo e il viso incorniciato in una chioma di capelli lunghi e scuri, era senza dubbio anche il suo.

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