8. Say something

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Jennifer ha passato la notte lì, in quella stanza fredda e buia, a piangere per quello che era successo. Josh aveva avvisato le famiglie che subito avrebbero desiderato precipitarsi in clinica, ma solo mamma Karen e mamma Michelle se l'erano sentita di affrontare quell'enorme tristezza che aveva colmato la stanza.
Michelle era passata per consolare i due ma non poté rimanere molto come aveva fatto Karen, rimasta lì quasi fino a tarda sera.
Josh era tornato a casa per ripulire la pozza di sangue da terra, togliersi quella camicia sporca dello stesso sangue di suo figlio, farsi una doccia e portare una borsa con delle cose per la ragazza mentre Karen le teneva compagnia in clinica.
Riuscire a far mangiare qualcosa a Jennifer era stata una cosa quasi impossibile tanto che avrà mangiato sì e no due cucchiai di minestra.
Notte in bianco per tutti, o quasi: Josh si appisolava sulla sedia scomoda di fianco al letto ogni volta che le palpebre si facevano pesanti ma veniva svegliato dal pianto ininterrotto di Jen che, al contrario, non riusciva a chiudere occhio.
Deciso a far smettere l'amata, Josh si era sdraiato sul letto insieme a lei e l'abbracciava forte, riuscendo così a calmarla un po'.
Quella sola e unica notte passata in clinica sembrava eterna.

È mattina e il cielo è grigio: sembra proprio che il sole non voglia farsi vedere.
Josh sta preparando la borsa mettendoci le ultime cose prima di lasciare quella stanza della clinica per sempre. Jennifer si toglie la vestaglia con le poche forze che ha per indossare felpa e jeans e tornare a casa.

Jen non parla, si limita a piangere e a singhiozzare. È come se il suo intero mondo le fosse crollato addosso, distruggendo così la felicità che quel bambino aveva portato nella sua vita.
Anche Josh è a pezzi, e come biasimarlo: insieme alla sua anima gemella stava mettendo su famiglia e diventare padre, per lui, era la cosa più bella in assoluto.

Dopo aver firmato le ultime carte per la dimissione, i due possono avviarsi verso l'uscita della struttura dove, armati di macchine fotografiche, decine di paparazzi sono pronti ad immortalare la coppia anche in questo momento così delicato.
Fortunatamente ci sono delle guardie del corpo che aiutano Josh e Jennifer a farsi strada tra i fotografi, nascondendoli dietro i loro corpi forti e muscolosi fino al parcheggio.
Josh appoggia il borsone nel sedile posteriore e aiuta la ragazza ad entrare nell'auto prima di salire anche lui e sfrecciare verso casa.

Il viaggio è stato silenzioso e malinconico.
Nessuno dei due ha aperto bocca.

Parcheggiata l'auto nel vialetto, la coppia viene di nuovo assalita dai paparazzi e Josh, a passo veloce, mette un braccio attorno alla vita di Jennifer per sorreggerla e si avvia verso la porta d'entrata.
Posate le chiavi di casa sul mobiletto, il ragazzo sorregge l'amata e salgono le scale, arrivando così in camera da letto.
"Amore, vuoi che ti prepari qualcosa?" chiede lui, appoggiando il borsone vicino all'armadio mentre Jen si siede sul bordo del letto "Jen?" la chiama, per avere la sua attenzione, ma la ragazza continua a guardare in basso. Josh si avvicina e le prende il viso tra le mani "Jennifer ascoltami ... vuoi qualcosa da mangiare? Sei debole Jennifer, non hai nemmeno le forze di reggerti in piedi ..." nota Josh, preoccupato per quello che le sta succedendo.
Una lacrima le riga il volto, la prima delle tante.
"Va bene, ho capito ..." dice il ragazzo con tono freddo e distaccato "... vado di sotto" conclude, lasciando la stanza e socchiudendo la porta.
Jennifer si rannicchia sotto le coperte e guarda le nuvole grigie fuori dalla finestra, con gli occhi gonfi e lo sguardo assente, come se fosse morta dentro.

Josh è seduto in sala da pranzo, ha la testa fra le mani e ripensa al giorno prima. Ripensa alla chiamata di Jennifer, all'immagine di lei a terra, ai suoi occhi pieni di terrore, alle lacrime e al sangue che la circondava, alla corsa in ospedale e alla notizia che il medico gli aveva dato quando ancora Jen era incosciente: "Non c'è più niente da fare" aveva detto l'uomo "Non c'è più battito cardiaco fetale".
Josh si alza in piedi e dalla rabbia colpisce il muro davanti a lui con il pugno chiuso per due, tre, quattro volte prima di sentire le nocche, ormai lesionate, chiedere pietà.

Suonano al campanello e il ragazzo va ad aprire subito dopo essersi fasciato la mano come meglio poteva.
Apre la porta e trova Connor, suo fratello, che immediatamente lo abbraccia forte.
"Hey Josh, fratellone ... non sai quanto mi dispiace. Ma che hai fatto alla mano?" chiede il ragazzo, notando la fasciatura "Ah, niente ..." "Come stai?" chiede Connor, sedendosi sul divano assieme a Josh "Come vuoi che stia? Incazzato, distrutto, vuoto ..." ammette guardandolo negli occhi "Stavo per diventare padre! Padre cazzo, capisci? E ora tutto quello che è rimasto è il vuoto che quel bambino colmava ..." il ragazzo non riesce a piangere, ma dal volto e dal tono di voce fragile e spezzato si capisce che sta soffrendo "Calma fratellone ..." sussurra Connor, passandogli la mano sulla schiena per tranquillizzarlo "... e Jennifer? Lei come sta?" "Jennifer è in camera, starà piangendo come al suo solito ... e non parla ... non parla con nessuno, nemmeno con me ..." confessa il ragazzo.
C'è un momento di silenzio prima che Connor inizi a parlare di nuovo "Non voglio disturbarla ma puoi dirle che sono passato? Vedrai che si sistemerà tutto Josh ... io ora devo scappare ma se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiamare perché io ci sarò sempre" conclude, abbracciando forte il fratello prima di uscire di casa.

I giorni passano e Jennifer continua a non parlare: piange tenendo tra le mani o l'ecografia ormai stropicciata o le scarpine bianche che Josh aveva comprato appena venuto a conoscenza della gravidanza.
È uno straccio, non riesce a tenersi in piedi e quelle poche volte che si presenta in sala da pranzo per mangiare non tocca cibo, rimane a fissare il piatto pieno.
Josh cerca di essere forte per tutti e due ma non è per niente facile.
A casa c'è sempre un via vai di gente che cerca di consolare i due: in particolare modo mamma Karen e Laura sperano sempre di riuscire a far parlare Jennifer, ma è come se avesse perso la sua splendida voce.
Josh è freddo e distaccato ma cerca sempre di riportare indietro quella ragazza solare, che ora sembra non avere più voglia di vivere.

"Jennifer?" chiama il ragazzo, entrando in camera da letto.
È lì, sotto le coperte.
Josh si avvicina e le prende la mano "Jennifer andiamo, vieni" dice, facendola alzare e sorreggendola con il braccio intorno alla vita. Le sue gambe tremano, senza l'aiuto di lui non riuscirebbero e reggere il peso.
Scendono le scale scalino per volta prima di arrivare in sala da pranzo.
Sul tavolo c'è un piatto di pasta e delle verdure.
Josh la fa sedere su una sedia, intenzionato a farle mangiare qualcosa.
Jennifer lo guarda con occhi spenti prima di capire le finalità del ragazzo.
"Jen, avanti ... mangia un po' ..." invita con tono deciso, portando la forchetta alla bocca di lei.
La ragazza distoglie lo sguardo e fissa la sedia del lato opposto del tavolo.
"Jennifer guardami" chiede, ma è come se non lo sentisse.
"Cazzo guardami!" dice, quasi urlando.
Gli occhi di lei si posano su di lui.
"Jennifer devi mangiare qualcosa. Per scendere le scale ho praticamente dovuto tenerti su io! Ma non vedi? Cazzo, sei come uno straccio ..."
La ragazza continua a guardare quegl'occhi color nocciola pieni di rabbia e rancore.
"Sono passate quasi due settimane, due settimane e non hai fatto altro che piangere e pensare a te stessa, come se quello che è successo fosse successo solo a te ... ANCHE IO STO MALE JEN, STAVO PER DIVENTARE PADRE!! QUELLA PICCOLA CREATURINA STAVA PER RIEMPIRE LE NOSTRE VITE CON ANCORA PIÙ AMORE!!" esplode, alzandosi bruscamente dalla sedia e mettendosi la mani tra i capelli, camminando avanti e indietro per la stanza.
Dal volto di Jennifer iniziano a scendere lacrime silenziose.
"Io non ce la faccio Jennifer, proprio no ... mi sono innamorato della ragazza che con il suo sorriso riusciva ad illuminare il mondo intero mentre ora quella stessa ragazza sembra un morto che cammina ..." confessa il ragazzo tutto d'un fiato "Sì okay, abbiamo perso il bambino ma questo non vuol dire che non dobbiamo più vivere ed essere felici! La vita va avanti Jen ... Non posso sempre prendermi cura di te e vederti spegnere giorno dopo giorno" e le lacrime si rifanno vive anche sul suo volto.
"Non ... non ci riesco Jen ... vivere in questa casa è diventato un peso! Credevo di essermi innamorato di una persona forte, capace di badare a se stessa, ma vedo che mi sono sbagliato di grosso ... Non avrei mai dovuto innamorarmi di te! Sai solo rovinarmi la vita!".
Il ragazzo lascia la stanza e prende il giubbotto, andando verso l'ingresso.
"ADDIO JENNIFER!" urla incazzato prima di sbattere violentemente la porta.

"JOOOSH!" grida Jennifer, dimenandosi nel letto.
Il ragazzo si sveglia all'istante. "Hey Jen ... sono qui" dice, cercando di tranquillizzarla.
Subito Jennifer si porta le mani al ventre.
"Oddio amore, ho sognato di cadere e ... il bambino, tu ne n'eri andato e ... e" spiega la ragazza con il fiatone "E niente amore, era solo un brutto sogno perché il bambino sta bene ..." dice Josh, mettendo una mano sul ventre "... e io non me ne andrei mai e poi mai." continua, portando il braccio intorno al suo corpo per abbracciarla "Era solo un incubo" le sussurra all'orecchio, dedicandole un sorriso prima di assaporare le sue morbide labbra.

Worth a thousand words || JoshiferDove le storie prendono vita. Scoprilo ora