17. Run

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Josh si avvicina lentamente alla porta socchiusa della camera da letto, che non molto tempo fa divideva con Jennifer, e con una leggera spinta della mano la schiude.

È mattina presto e il sole invernale tarda a sorgere.
Solo la luce accesa del corridoio illumina, anche se di poco, la stanza buia permettendo così al giovane di osservare la ragazza che sta ancora dormendo: è sdraiata sul fianco, i lunghi capelli biondi sono scompigliati, un'espressione serena le orna il viso, la coperta le arriva alla vita scoprendo il pancione, un braccio è nascosto sotto il cuscino e l'altro è appoggiato sulla parte vuota del letto con le lenzuola ancora intatte. Se il ragazzo avesse dormito con lei molto probabilmente la mano sarebbe stata sul suo petto, proprio vicino al cuore.
Josh, appoggiato allo stipite della porta e con le braccia conserte al petto, rimane a fissarla per qualche minuto contemplandone i lineamenti delicati del volto prima di avvicinarsi silenziosamente al letto per sistemarle la coperta fino al petto e per posarle un bacio fra i capelli.
Dopo aver lasciato la stanza e chiuso silenziosamente la porta, il ragazzo scende in cucina, fa una breve colazione ed esce di casa.

Con molta lentezza Jennifer si gira verso il comodino ed apre gli occhi per controllare l'ora.
Sono quasi le 8:30 e grazie alle tende aperte si può vedere il cielo che inizia a schiarirsi, pronto per accogliere il sole.
La ragazza non è la sola ad essersi svegliata, anche il piccolino è sveglio e si muove, premendo i piedini contro la parete che lo divide dal mondo esterno.
"Ehi, buongiorno piccolino" sussurra dolcemente passandosi le mani sul pancione e sentendo i piccoli movimenti farsi sempre più frequenti "Non vedo l'ora di poterti tenere tra le mie braccia" aggiunge prima di togliersi le coperte di dosso e affrontare la giornata.

Jennifer, trascinando pigramente i piedi per terra, arriva alla camera di Josh e silenziosamente apre la porta, sbirciando poi all'interno.
Il letto è intatto, la finestra è aperta e l'aria gelida invade la stanza, costringendo la ragazza a chiudere immediatamente la porta per non creare corrente d'aria e prendere freddo.
Credendo di trovare Josh in cucina che prepara la colazione - cucinando i pancakes come ha fatto il giorno prima - la futura mamma scende al piano inferiore ma con sua grande sorpresa non trova nessuno. "Josh?" chiama Jennifer controllando in tutte le stanze della casa "JOOSH?" ripete alzando la voce.
Niente, silenzio di tomba.

Jennifer sa di non doversi preoccupare, ma ne è veramente sicura?
L'ultima volta che si era svegliata senza sapere dove fosse il suo Josh, il ragazzo aveva appena avuto un incidente in moto che gli aveva costato la memoria per quanto riguarda una parte molto importante della sua vita, aveva completamente dimenticato la sua fidanzata e l'esistenza di suo figlio non ancora nato.

Jennifer non si dà per vinta e ricontrolla in cucina per vedere se il ragazzo ha lasciato un eventuale biglietto sul tavolo per avvisarla e rassicurarla sul dove fosse, ma tutto quello che trova è il barattolo dei biscotti senza coperchio e la tazza di the vuota che aveva dimenticato la sera prima.
Subito prende il telefono e chiama Josh ma sente suonare il cellulare a vuoto al piano di sopra.
'Magari è dai suoi genitori' pensa la ragazza digitando il numero di casa Hutcherson ma mamma Michelle le riferisce che non lo vede dal giorno prima.
Jennifer chiama tutte le persone con cui Josh potrebbe essere in compagnia ma nessuno di loro ha sue notizie.
Ora la paura si fa strada dentro di lei, facendola temere il peggio.

Josh non sa bene cosa lo abbia spinto a salutare Jennifer in quel modo.
Ha avuto questo impulso irrefrenabile di posarle un delicato bacio fra i capelli e non ci ha pensato due volte prima di farlo. Era come una specie di abitudine prima del vuoto di memoria, chissà se lei se n'era mai accorta.

L'acido lattico sta diventando insopportabile e lo costringe a rallentare, se non quasi a fermarsi.
Josh non è mai stato un amante dell'attività fisica ma deve rimettersi in forma o non riuscirà nel suo intento.
Il ragazzo è arrivato ad una collina vicino casa dei suoi genitori, la stessa collina dove lui e Jennifer passavano del tempo lontani dalla realtà e dove durante la sua fuga sotto la pioggia suo fratello e suo padre l'avevano ritrovato.
Il ragazzo si appoggia sulla panchina per fare stretching distendendo i muscoli il più possibile.
Con sé non ha un orologio ma presume di aver corso, senza fermarsi mai ma rallentando l'andatura ogni volta che sentiva le gambe pesanti, per quasi 1 ora e 20 circa.
"Non male Hutcherson" dice a se stesso facendo dei respiri profondi per riprendere la normale respirazione. Josh si alza dalla panchina dove si era seduto per recuperare un po' le forze e la sua attenzione viene catturata da dei segni scolpiti sull'albero alla sua destra.
Il ragazzo si avvicina a quella pianta e passa le dita sulle lettere incise un paio di anni fa sul tronco, ricordandone l'episodio.

***

"Dai Josh, vieni qui!" continuava a chiedere Jennifer cercando di acchiappare il ragazzo che le aveva preso il cappello da sole e che correva facendo slalom tra gli alberi. Jennifer lo rincorse fino a che non raggiunse una collina e lo vide seduto di spalle su una panchina, con il cappello in testa. "Finalmente ti sei fermato" sbottò la ragazza sedendosi accanto a lui e riprendendosi il copricapo. La giovane, una volta ripreso fiato, osservò il meraviglioso paesaggio che da quel punto si poteva ammirare restandone quasi incantata e posò la mano destra sulla superficie della panchina credendo di appoggiarla su quella di Josh ma notò che il suo ragazzo si era alzato, era di spalle vicino all'enorme albero che con i suoi rami offriva riparo dal sole cocente di quella calda giornata di giugno.

Jennifer gli si avvicinò e gli circondò la vita appoggiando la sua testa sull'incavo della spalla sinistra del ragazzo. "Mi spieghi che stai facendo?" chiese la ragazza non mollando la presa "Sto incidendo le nostre iniziali" rispose Josh armeggiando con il taglierino sulla quercia dell'albero.

***

"Sicura di aver telefonato anche al suo manager? Magari aveva un incontro con lui e si è dimenticato di avvisarti" chiede per telefono la madre del ragazzo "Ne sono sicura Michelle" risponde Jennifer continuando ad andare avanti e indietro per il salotto "Ho paura che gli sia successo qualcosa..." aggiunge abbassando il tono della voce e qualcuno suona al campanello.
La ragazza termina la chiamata e va ad aprire.
Subito si getta tra le sue braccia nascondendo il viso nell'incavo del suo collo e il ragazzo appoggia le mani sulla schiena accarezzandola "Dio mio Josh mi hai fatto prendere un colpo, non riuscivo a trovarti e pensavo ti fosse successo qualcosa di brutto" ammette Jennifer quasi piangendo. La gravidanza la rende molto emotiva.
"Tranquilla, non è successo niente, sto bene... Ero solo uscito a correre" spiega Josh continuando a tranquillizzare la ragazza contraccambiando l'abbraccio.

Restarono abbracciati fino a quando Jennifer si riprese dallo spavento riuscendo a smettere di piangere. "Scusami tanto Jen, la prossima volta lascerò un biglietto o ti avviserò la sera prima. Ora, se permetti, vado a farmi una doccia, puzzo come una capra!" esclama Josh facendo ridere Jennifer e alzandosi dal divano per sparire al piano superiore.

Indossando il maglione Josh osserva per un secondo la J tatuata sul fianco ripensando alle parole esatte della ragazza "perché, come hai detto tu, io sono la tua ancora di salvezza."
L'aveva sul serio definita la sua ancora?
"Devo averla amata tanto" sussurra guardandosi allo specchio, cercando di riconoscere il ragazzo riflesso davanti a lui.

Dopo aver aiutato Jennifer a preparare il pranzo, Josh si siede insieme a lei e mangia tranquillamente il pasto, 'discutendo' a volte con la ragazza che vorrebbe mangiare poco dato che ultimamente si sente grassa e, anche se non lo ammette, teme non riuscirà più a tornare in forma dopo la gravidanza.

"Jennifer ti prego non metterti in testa certe idee, ora come ora devi mangiare abbastanza per sfamare due persone e stare bene." ripete ancora una volta il ragazzo e la futura mamma lo rassicura con un 'sì okay va bene' detto con un tono di voce risentito "Vado in camera a cambiarmi e poi vado all'appuntamento del terapista" aggiunge Josh prima di sparire dalla cucina e salire al piano superiore.
Il ragazzo entra nella stanza e subito apre l'armadio per indossare una felpa un po' più pesante e, prima di chiudere l'anta, si mette a cercare il suo giubbotto preferito che però non riesce a trovare. "Sarà nell'altro armadio di là" ipotizza a voce alta percorrendo il corridoio che divide le due camere.
Indossando il giubbotto nero percepisce subito un rigonfiamento nella parte sinistra del petto e, incuriosito, mette la mano nella tasca interna tirandone fuori una scatolina blu.
Josh, sorpreso, si gira tra le mani il piccolo portagioie, pronto per aprirlo e scoprire cosa contiene ma la ragazza irrompe in camera. "Josh? Tutto ok?" chiede Jennifer vedendo il ragazzo di spalle e immobile davanti all'armadio aperto "Ehm sì..." inizia nascondendo la scatola tra i suoi maglioni e chiudendo l'anta per poi girarsi verso di lei "Sono venuto a prendere il giubbotto" spiega sorridendole e avvicinandosi a lei "Io vado, ci vediamo dopo. Fate i bravi" conclude passando una mano sul pancione prima di lasciare la stanza.

Worth a thousand words || JoshiferDove le storie prendono vita. Scoprilo ora