Escena 2

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Madrid, 10:37

Zulema strinse gli occhi, le luci dell'auditorium le puntavano sul viso come se volessero svegliarla del tutto. Certamente andare a letto alle 4 del mattino non è mai una buona idea.

"Joder! Mi togliete queste luci dalla faccia?!"

"Notte brutta anche oggi?"

Zulema sollevò le spalle e sospirò non appena il faro abbagliante puntò lontano da lei e l'amica si appoggiò sulla sedia accanto alla sua.

"Okay, mhm, il primo sarà Fabio Martinez-

"Ya lo sé"

"Hai letto i documenti?"

"Claro che li ho letti, te l'avevo detto"

Saray poggiò i fogli sulla sedia vuota accanto alla sua e arricciò le labbra.

"Allora sai di-

"Di Macarena Ferreiro, sí"

"Come ti sembra? Io ho letto quel curriculum e..pues, me parece un milagro"

Zulema passò gli occhi sul palco, dove alcuni uomini si occupavano di pulire il legno ed indirizzare adeguatamente le luci.

"No lo sé. Vedremo"

"Siamo pronti qui, signora Zahir!"

Lei rispose con un cenno agli uomini che liberarono il palchetto qualche secondo dopo.

"Facciamo entrare il primo candidato, Fabio Martinez"

L'uomo si presentò sicuro di sé proprio come la prima volta che aveva fatto il provino. Salutò Zulema e Saray, e non appena ricevette il cenno debole della testa della Zahir, iniziò ad interpretare la parte.
Zulema sapeva ancora poco degli step successivi del nuovo film, ma aveva scelto alcune delle scene intense dei primi minuti per entrambi i personaggi. In questo caso, un litigio.

Fabio non era niente male, Zulema già lo aveva inteso. Sapeva coordinare adeguatamente il suo corpo e far coincidere le sue espressioni facciali. Il resto pareva venire da sé. La mora accavallò le gambe sentendo già lo sguardo di Saray troppo entusiasta su di lei.

"È perfetto, no?"

Zulema sospirò e dopo aver assistito ad altri cinque minuti, diede permesso al ragazzo per fare una pausa nel luogo. Sapeva già che se avesse ricevuto il ruolo, l'avrebbe saputo soltanto qualche oretta dopo.

"Facciamo entrare la seconda candidata?"

Zulema prese un sorso d'acqua dalla bottiglietta ai suoi piedi e annuì.

"Andiamo con il secondo!"

Urlò la gitana agli assistenti nei paraggi. Soltanto dopo qualche secondo la figura snella e lucente di Macarena Ferreiro apparve in piedi su quel palco. Zulema scannerizzò la ragazza lentamente, notando come la foto contenesse solo un quarto di ciò che quel volto mostrava nella realtà. La bionda portava uno chignon alto, jeans semplici e una camicia bianca leggera e Zulema non riusciva a smettere di guardarla attentamente. L'assistente diede il via e Macarena Ferreiro iniziò ad interpretare la propria parte.

E perché io? Chi sono io da determinare quello che provi?!

Sono stufa di prendere le tue maledette responsabilità!

Zulema rimase ad ascoltarla, poggiando le dita sulle labbra e masticando la chewing-gum con più frustrazione. Era come se la rabbia del provino venisse direttamente trasmessa al suo corpo, dalle mani gesticolanti della bionda, il suo tono e i suoi occhi chiari ma incazzati. Era brava, non c'era dubbio, eppure la mora sentiva una scomodità immensa farsi strada in lei. Una sensazione indescrivibile, fatta di sfiducia e ignoto. Ogni goccia di quel provino sembrava caderle sul viso mentre la voce di Macarena non smetteva di riempire l'auditorium creando un eco dopo l'altro. Il chaos dell'intera scena arrivò così inaspettatamente forte alla sceneggiatrice, che decise di sollevarsi e farsi strada fuori dal luogo, senza dire un'altra parola. Di nuovo, non era la prima volta che questi tipi di attacchi prendessero il sopravvento su di lei, ciò che apparve inaspettato fu cosa causò la sua irrequietezza. Non era stress, non era la sua mente contorta ferendosi da sola, era un provino andato troppo bene e capace di sbilanciare il suo solito umore neutrale.

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