Escena 5

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Valencia, 23:34

Leopoldo stringeva forte la mano della figlia, dopo averla rimproverata di essersi recata fino a Valencia in così poco tempo ed aver dato priorità ad "un vecchietto ben lontano dal suo giorno di morte", come aveva detto accarezzandole il viso, cercando di rassicurarla che niente fosse tanto grave quanto sembrava. Macarena rimase a parlare con i genitori più del solito (usuale de parte sua). Se aveva contato un'ora, quella si trasformava in un'ora e mezza. Era una di quelle tipe, quando si trattava di cirocostanze familiari almeno. Non sarebbe arrivato mai il giorno in cui avrebbe dato alla propria famiglia il secondo posto sulla lista dei doveri. Ci volle la vibrazione del suo cellulare per farle interrompere il fiume di parole che stava dedicando ad Encarna e Leopoldo.

"joder, sono proprio un'idiota"

Sussurrò sollevandosi dalla sedia. Encarna le chiese cosa non andasse tramite uno sguardo allarmato. 

"È la regista, devo andare"

"La Zahir?"

Leopoldo cercava di seguire Maca con lo sguardo, mentre lei metteva frettolosamente la sua roba nella borsa di pelle. Sentì la figlia stamparle un bacio sul capo e recarsi verso la porta.

"Proprio lei"

Sussurrò dopo aver abbracciato anche la madre.

"Ci vediamo presto, d'accordo?"

*

Saray osservava la sigaretta della migliore amica penderle dalle labbra, spenta, come spesso succedeva. La mora guardava con lo sguardo da segugio il setting delle sue prossime scene, cercando di ambientarsi lei stessa in quelle stesse atmosfere che le luci e il resto degli oggetti di scena evocavano.

"Todo bien allí?"

Zulema si voltò avvicinandosi alla gitana.

"La maldita rubia..è in ritardo. Mi sono fidata troppo in fretta"

Disse osservando l'orologio sul suo polso.

"Dalle qualche minuto in più, sono le-

"So che ore sono, Saray. Doveva essere qui un quarto d'ora fa, dovrei licenziarla e basta"

La frase, alquanto aggressiva, venne fuori come un bisbiglio, mentre Zulema copriva la sigaretta con la mano sinistra, tentando di accenderla con l'altra. L'accendino, che sembrava non volerne sapere di far nascere alcuna fiamma, non era dalla sua parte quella sera. Saray non reagì all'estremismo dell'amica, era abituata ai suoi momenti da drama queen da parecchi anni. Sorrise al suo delirio, finendo per prenderle l'accendino dalle mani e accenderla lei stessa.

"L'hai chiamata?"

"Due volte, non prende il dannato cellulare in mano"

Rispose, togliendo via il fumo dai polmoni come se avesse trattenuto il fiato sotto l'acqua.

"Fabio, Miranda e Fátima sono già tutti pronti. Solo lei, Saray. Solo lei. Cosa ti avevo detto? Hice un puto error. Es-

Prima che finisse la frase, Macarena varcò le porte della sala come la persona più indaffarata dell'universo. Zulema notó i suoi tacchi così rumorosi, e il fiatone che sembrava non darle tregua. Questo non fermò la frustrazione che stava portando dentro. Macarena si avvicinò alla regista e alla sua collega.

"Lo siento, Zulema. Non ho guardato il cellulare-

Senza darle tempo di terminare la giustificazione, che aveva pianificato durante tutto il tragitto in auto in cui aveva cercato di non dare retta alla chiamata demoniaca della manager, Zulema le afferrò il braccio davanti agli occhi della gitana, portandola dietro le quinte del set, dove il resto degli attori, scenografi e designer non c'erano più, vista l'ora.

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