Intervista a Alexandra-writes!

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Buona sera lettori,
oggi, prima di passare all'intervista, volevo dire che ho aperto ben due blog:

-uno dedicato alle mie copertine ^.^, si chiama "Copertine&Co." (https://copertineco.wordpress.com/)

-uno proprio dedicato al magazine, dove pubblicherò gli stessi articoli di qui :) fateci un salto please! (https://ilmagazinedielishapen.wordpress.com/)

Bene, passiamo all'intervista!

come ti chiami e quanti anni hai?

Mi chiamo Alexandra e ho 14 anni e mezzo, 15 a maggio.

Da quanto leggi e scrivi?

Quand'ero piccola dicevo di detestare la lettura, ma sostenevo che mi piaceva scrivere, ma mi riferivo solamente ai banali testi scolastici delle elementari, non era nulla di serio. Invece, agli inizi della seconda media, ho deciso di mettermi alla prova: ho comprato un libro, il mio primo libro, volevo vedere se leggere era così noioso come pensavo. Era Twilight. Da lì le parole hanno iniziato ad affascinarmi e mi chiedevo come potesse un autore riuscire a creare qualcosa di così fantastico, coinvolgente ed intrigante come una storia. Così ho iniziato a scrivere qualcosa di mio. Ricordo che era una storiella sui vampiri, sai, ero influenzata da Edward e Bella. La leggevo ad alcune mie compagne di classe, ma loro non vi prestavano attenzione, forse perché scrivevo male, avevo 12 anni. Ciò mi rattristì un po', ma, continuando a leggere, capii che volevo ancora provare la gioia di creare i personaggi. Volevo dei personaggi miei. Così, a giugno dell'anno scorso, scoprii questo sito ed iniziai a scrivere, inizialmente per gioco, come prova. 

Secondo me scrivi benissimo :) a cosa ti ispiri alle tue storie? Perché ti piacciono le cose del passato visto che la tua prima storia è ambientata nel 1840?

Grazie mille! 

Premettendo che la mia vera passione è il 1700, come ho detto molte volte, la storia mi ha sempre affascinato, credo nel passato ci sia qualcosa di enigmatico che mi attira. E quando sento parlare di 1700 qualcosa ribolle in me e non me lo so spiegare. Mi agito, mi emoziono, a volte piango persino e mi reputo una stupida. È una patologia, forse. Quindi ho deciso di scrivere inizialmente del 1840 per fare una prova, volevo vedere se riuscivo a cimentarmi anche in qualcosa che fosse leggermente lontano dal 1700. E diciamo che riuscirci è stata per me la mia prima grande soddisfazione. La mia nuova storia, invece, ho deciso di ambientarla in tempi più recenti, ma ho deciso comunque di scrivere del 1991, perché per me sarebbe molto difficile inserire di cellulari, computer, Facebook e aggeggi vari in una storia, non ci riesco. 

Ok... quindi adori il 1700.. strana ma anche interessante come passione... mai avuto blocchi? E cosa provi quando scrivi?

Sì, ne ho avuti molti di blocchi, e io sono -purtroppo- una persona che se non riceve stimoli getta la spugna alla prima difficoltà. Ma, fortunatamente, ho una persona affianco che mi appoggia sempre e che mi sprona molto, e devo ringraziare lei se ho scritto una nuova storia. 

Quando scrivo ammetto di provare una sensazione di sfida. Sfido me stessa, sfido le mie capacità, voglio vedere cosa salta fuori dalle parole che mulinano nella mia testa. Mi immedesimo nei personaggi di cui scrivo, e non solo nella protagonista, anzi, spesso è il personaggio in cui mi immedesimo di meno. Tengo molto anche ai personaggi secondari. Ad esempio, ora sto scrivendo "L'inevitabile attrazione" e, caratterialmente ed empaticamente, mi sento più vicina al protagonista maschile (Tritone), rispetto alla protagonista femminile (Dianna). E mi immedesimo molto anche nelle figure secondarie e provo ad impegnarmi molto nel delinearle al meglio, nell'improntare su di loro una caratterizzazione efficace e spero di riuscirci. Quando scrivo sono libera, in parole povere. Libera di scrivere quello che vorresti accadesse, una vita strana e strepitosa che vorresti vivere, quando -invece- sei costretta ad alzarti ogni mattina alle 05.30 per studiare e poi prendere l'autobus per andare a scuola. Quindi la mente vaga, va a cercare qualcosa di suo. E quando simili pensieri diventano inchiostro su carta è una sensazione quasi di vittoria.

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