𝟗

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Con malavoglia, mi alzai dal divano e raggiunsi il tavolo per vedere il messaggio che mi era arrivato.

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Ehy
23:42

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Se non sbaglio dovresti essere Rosè, giusto?
23:42

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Preparati che stasera ti porto in un posto speciale
23:44

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Sono sotto casa tua
23:50

Ma che? Come faccio a riconoscerti se non so nemmeno chi sei...
E poi come sai dove abito?
Ma a chi sto parlando?
Vabbè.

Mi guardai un pó allo specchio per vedere se quell'abbigliamento andava bene: portavo un paio di Jeans chiari, una felpa enorme color rosa cipria e tutto abbinate a delle scarpe Adidas del medesimo colore.

Si andava bene.

Raccolsi i miei capelli chiari in una treccia semplice, presi le chiavi e le misi nella mia mini borsa color rosa insieme al telefono, e mentre me la misi in spalla inchiavai la porta di casa, per poi scendere le scale e arrivare al piano terra.

Uscii dal portone e poco più distante da esso vidi Jimin appoggiato alla sua macchina che appena mi vide mi saluto sorridendo e agitando la mano in aria.
Mi avvicinai a lui e lo salutai in modo educato per poi cercare di avviare un discorso ma che fu interrotto subito da lui.

- dai sali - mi disse aprendomi la portiera della macchina

Senza dire niente salii, e dopo che salì anche lui mise in moto e si diresse verso una spiaggia a me molto conosciuta.

- dove andiamo? - chiesi facendo finta di niente

- la dovresti conoscere questa strada... Peró non ti dico nulla - disse continuando a guardare la strada con un sorrisino stampato sul volto

Ero davvero felice a quella vista, mi faceva strano adesso vedere un semplice ragazzo come lui ma che allo stesso tempo mi fa provare tante emozioni insieme.
Non mi sentivo più le gambe.
Ammirai davvero per troppo tempo i suoi occhi.
Quando mi guardó con quel sorriso all'improvviso sentii un'ondata di ansia e brividi invadermi dalla testa ai piedi.

Stavamo creando davvero un dialogo pieno di dolcezza solo con i nostri occhi che si guardarono per troppo tempo... Ma davvero troppo.
Così tanto da far distogliere il suo sguardo dalla strada per troppo tempo per poi lasciare che la macchina andasse a sbattere contro il guardarello di una curva.
L'ultima cosa che vidi fu il suo sguardo spaventato e il guardarello illuminati dai fanali.

Poi ci fu un buio davvero pauroso.
Per troppo tempo.

Third person

Dopo l'inaspettato incidente, qualcuno di buona anima che passava per di lì chiamò un'ambulanza che peró caricó solo il corpo di Jimin non vedendo quello di Roseanne nascosto tra la macchina e la ringhiera.

Rosè rimase lì per circa una mezz'ora, stesa a terra, nessuno che la vedeva e che di conseguenza non la poteva aiutare.
Era svenuta non capendo in che mondo era adesso la sua anima, voleva risvegliarsi al più presto, era davvero troppo spaventata per continuare a giacere lì per terra, ma non riusciva a svegliarsi.

Jimin nel frattempo era steso sul letto dell'ospedale.
Le sue ferite non erano tanto danneggiate, ma erano comunque più gravi di quelle di Rosè, quindi non perse tempo a svegliarsi e a farsele curare subito.
Mentre i dottori erano lì per sistemare al meglio i punti sulla fronte non riusciva a smettere di pensare a Rosè e al perché non fosse lì con lei.
Aveva combinato un casino, voleva soltanto passare una tranquilla serata con lei, ma non faceva altro che starci male e piangere.

mɩɗɲɩɠɦʈ sƙƴ // 𝑱𝒊𝒓𝒐𝒔𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora