Jack "lo squartatore"

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5 novembre 1896: alle 6:45 siamo arrivati alla stazione di Emily Kith, situata a sud-ovest rispetto al quartiere
di Whitechapel. Secondo l’identikit della polizia, Jack lo squartatore sarebbe un uomo intorno ai quarant’anni,
ben vestito, apparentemente innocuo e affetto da ipersessualità. L’assassino uccide solo prostitute del quartiere
di Whitechapel, per cui si potrebbe ipotizzare un suo legame con la zona, magari lavorativo. Tutte le vittime,
con un’età compresa tra i venti e i cinquanta anni, sono morte tra le ventiquattro e le quattro del mattino; uccise con un unico coltello utilizzato per sgozzarle quasi fino alla decapitazione e poi usato per infierire tagli profondi e imprecisi dalla gola fino all’inguine della vittima.

In molti casi la stessa arma bianca è stata anche usata per asportare alcuni organi poi successivamente trafugati. Tra questi: i reni, l’utero, la vagina e gli organi genitali, tutti organi legati in qualche modo alla procreazione.

Ascoltando queste informazioni i miei ragazzi hanno subito ristretto il campo di ricerca eliminando tutti i macellai e i chirurghi del quartiere, in quanto i loro tagli sarebbero risultati netti e precisi. Sebbene l’assassino abbia dimostrato una conoscenza delle pratiche chirurgiche e della struttura del corpo umano, tali conoscenze non sono state riconosciute sufficienti per essere attribuite ad un medico.

Successivamente siamo entrati nella sezione archivi della stazione di polizia consultando i fascicoli riguardanti
gli uomini residenti nel distretto di Whitechapel che nel 1880, anno di azione dello squartatore, avevano un’età
compresa tra i venti e i cinquanta anni. La polizia ci disse di aver già raccolto le informazioni in un apposito archivio da cui risalimmo a 1974 sospettati, poi ridotti a 1275 presumendo che l’assassino avesse un lavoro che iniziasse verso mezzogiorno, così da avere il tempo di riprendere le forze e non destare sospetti a lavoro con la sua stanchezza causata dagli omicidi. Poi però ci siamo chiesti, perché dopo il 1880, lo squartatore non ha più agito? Cos’è che ha fermato le sue pulsioni omicide? Così abbiamo temporaneamente escluso dalla lista
dei sospettati gli uomini che alla fine del 1880 erano morti. I risultati furono che 842 di quelle persone erano ancora vive per cui tra il restante 451 si nasconde il nostro uomo.

Non potendo stringere nuovamente il campo di ricerca, abbiamo rianalizzato le informazioni raccolte dalla polizia scoprendo che gli omicidi si svolgevano con un intervallo di un mese tra loro. Non riuscendo ad andare avanti, ci siamo concessi una pausa dopo dieci giorni di duro lavoro.
Mentre stavo per coricarmi, circa tredici minuti fa, mi è venuto in mente il mio compagno di stanza al college, il quale soffriva di bipolarità o disturbo bipolare (disturbo che fa alternare l’interessato tra una fase depressiva, che dura un mese o più, e la fase maniacale, che dura una o due settimane, caratterizzata invece da un eccessivo ottimismo, una sensazione di onnipotenza e da un vero e proprio disturbo nel controllo degli impulsi).
Il punto d’incastro con il caso è che la durata della fase depressiva combacia perfettamente con l’intervallo di tempo tra un omicidio e l’altro, in più le date dell’omicidio e l’avvento della fase maniacale combaciano.
Dopo aver svegliato tutta la squadra ed avergli esposto tutto il mio ragionamento, ci siamo velocemente diretti alla sezione archivi della stazione di polizia, dove abbiamo iniziato a cercare quanti uomini, tra i 451 indiziati,
soffrissero di bipolarità. Dato che la bipolarità è una malattia molto rara, su 451 indiziati, c’è stata una sola
corrispondenza, quella di Noah Walker.

Dalle informazioni che abbiamo raccolto abbiamo ricostruito la storia di questo personaggio.

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