Capitolo 1

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Era inverno. E sulle lande desolate dell'Inghilterra settentrionale soffiava un vento gelido,mentre la neve che imbiancava le cime dei monti,cominciava a scendere lentamente trasformando anche la brughiera in un paesaggio imbiancato. Quelle erano zone aspre,dove la vita era una costante lotta. Gli Scoti da nord non esitavano a compiere razzie e la terra non si rivelava mai molto prosperosa come quella del Sud. Lì,a nord, Sir Richard cenava tranquillamente nella Sala Comune del suo castello: la Rocca di Carlisle. Lady Brigid era all'altro capo del lungo tavolo di legno,seduta rigida e compita,mentre gustava l'arrosto di cervo. Nella sala circolare,umida e un po' angusta,il Conte e la Contessa consumavano la loro cena. Le dolci note di un'arpa che si trovava in un angolo in fondo alla sala si diffondevano nell'aria,il fuoco scoppiettava nel grande camino in pietra. Le candele con la loro luce fioca illuminavano a stento la sala,che in realtà rimaneva nella penombra. La loro figlia,Marion,di dodici anni appena,era seduta al lato,in mezzo ai genitori. Consumarono il cibo in silenzio. Nella sala entrò una serva,abbastanza in carne,dal viso paffuto e le vesti scure,che portò in tavola una caciotta di formaggio. La tagliò con un coltello e con un forchettone di ferro infilzò le fette,servendole ai commensali. Lord Richard alzò il boccale in mano con aria seccata e da un angolo della sala accorse un servo che si apprestò a versargli dell'idromele. :"Ho scritto a Lord Burton" disse,dopo aver sorseggiato la bevanda. I suoi occhi color nocciola si spostarono sui capelli biondi di sua moglie,raccolti in una lunga treccia ornata di nastrini dorati. Passò qualche istante,che si incontrarono con gli occhi color ghiaccio della moglie. :"A quale proposito?" chiese lei. Prima di imboccare un po' di cervo. :"Mi stupisce che tu non rammenti ciò di cui ti avevo parlato" commentò Lord Richard. :"A me,invece,stupisce che voi evitiate di parlarne in presenza di vostra figlia,marito" ribattè la consorte. Lord Richard rimase a bocca asciutta. Per l'ennesima volta da quando l'aveva sposata,pensò di aver sposato una serpe. :"Parlare di cosa?" chiese Marion,squadrando i genitori. :"Marion,come ben sai,ormai hai dodici anni. Fra non molto sarai in età da matrimonio,figliola" aggiunse il padre,ma la madre lo interruppe :"Fra due anni,milord,esattamente" e concluse sorridendo. Sì,aveva sposato proprio una serpe. Era giovane,audace,bellissima e intelligente e lui vecchio,debole e zoppo. L'aveva sposata un paio di anni prima,dopo la morte della sua prima moglie a causa di un'incursione degli scoti. Nella sala entrò un ragazzo in armi,dagli occhi lucenti e i capelli scuri un po' arruffati. Era alto,forte e ben piazzato. Edward. Il suo primo figlio,datogli dalla sua prima moglie,come anche Marion. Si avvicinò a Lady Brigid. :"Milady" disse prendendole la mano e baciandola. Le gote della ragazza si tinsero di rosso. Poi fece un breve inchino al padre,che gli sorrise. Infine baciò la sorella sulla fronte e si sedette accanto a lei,mentre una serva gli portava un piatto di cervo arrosto. :"Com'è andata la cavalcata,Edward?" chiese il padre. Lui sorrise. Aveva quindici anni e mezzo. :"Bene. Molto bene. Pare che gli scoti non abbiano voglia di attaccarci,almeno per ora" precisò il ragazzo. Poi addentò un pezzo di cervo. :"Ebbene dunque,Edward. Stavamo giusto parlando di una cosa che riguarda tua sorella Marion" disse piano Lady Brigid. :"Si,esatto. Dunque,Marion. Io e milady abbiamo meditato una cosa. Ben presto sarai in età da matrimonio,ecco. E quindi si è fatta avanti questa questione dei pretendenti. Così abbiamo deciso di prometterti in matrimonio con l'erede del Duca del Nothumberland,ovvero di Lord Burton,Gyle" concluse velocemente milord. La ragazzina fissò il padre con aria stupita. Anche il fratello,Edward,smise di mangiare e fissò scioccato i genitori. La sorella scoppiò in lacrime,scattò in piedi e uscì a grandi passi dalla sala. Lady Brigid si alzò e gridò :"Marion! Torna subito qui! Ora! Marion!!" ma milord la zittì :"Lasciala stare. Ha sempre preso male i cambiamenti. Le passerà,donna. Ritorna a sedere". Milady si ricompose,ma ordinò all'ancella della ragazza di andarle dietro. :"Forse è troppo presto" aggiunse timidamente Edward,nel tentativo di dissuadere i genitori. :"Oh! Tu zitto e mangia!" lo rimbeccò il padre :"E adesso scusatemi,ma mi ritiro" aggiunse poi,e si alzò lentamente dalla sedia. Faticò un po'a mettersi in posizione eretta,alcuni servi si accostarono a luo per aiutarlo,ma li scacciò in malo modo. Milady si alzò e si inchinò al marito quando egli lasciò la stanza. Poi tornò a sedere. :"Potete andare. Ma lasciate l'idromele qui" ordinò ai servi. Che lasciarono le brocche sul tavolo e uscirono dalla sala silenziosamente. Appena le porte della Sala si chiusero,Edward si accostò a lei scalando sulla panca. Quando furono neanche a cinque centimetri di distanza,lei gli versò la bevanda nel boccale. Si baciariono appassionatamente. Lei aveva diciassette anni appena,lui quindici. Con milord era troppa la differenza d'età,era un vecchio,ormai prossimo alla morte,che non riusciva a darle niente se non una vita agiata,una bella dimora e dei pasti lussuosi. Edward era giovane,forte e aitante. No,non sospettava nulla milord,né avrebbe mai sospettato qualcosa. :"Gli resta poco da vivere. Non crucciarti" le disse lui mentre le posò una mano sul seno. Milady emise un debole gemito. Era una ragazza bellissima,dal corpo flessuoso,i fianchi stretti e le gambe lunghe e morbide. Le baciò il collo e il mento,mentre con una mano indugiava sulle cosce. :"No,non adesso. Non qui" disse lei,dopo altre effusioni. Lo lasciò interdetto,si ricompose il vestito verde dalle maniche ad angelo con gli orli dorati e lasciò la sala. Aveva sempre avuto quel vizio. Edward la maledì e la benedì allo stesso tempo. Prima di uscire,dopo aver aperto un po' il pesante portone di quercia,si voltò e lo guardò con sguardo accattivante. Sorrise maliziosamente e ondeggiando i fianchi lentamente uscì,richiudendo il portone alle sue spalle. Forse si prendeva solo gioco di lui o aveva paura di tradire il marito,ma gliela faceva sempre. Edward,sconsolato,tornò al suo arrosto di cervo. Fu sicuro di aver sentito echeggiare una sua risata maliziosa lungo il corridoio in pietra. Sì,forse era così,amava prendersi gioco di lui. Bevve un boccale dopo l'altro. Finì tutto l'idromele,fin qiando non incominciò a sentirsi leggero e a vederci doppio. Si alzò, e mentre ridacchiava camminò barcollando,uscendo dalla sala. Percorse il lungo corridoio in pietra,illuminato da candelabri dalle luci fioche. Era sera e dalle finestre entrava un vdnto freddo molto impetuoso. Percorso il corridoio,svoltò a destra. Salì una rampa di scale a chiocciola ed entrò nella sua torre. La scaldaletto era stesa sul suo letto di paglia,ricoperto di pelli e coperte di lana. Si spogliò e si gettò in mezzo a quel groviglio di pelli animali. La scaldaletto sobbalzò dallo spavento,non aveva notato la sua presenza. Fece per escendere dal letto ma lui le afferrò il polso. Era una ragazza molto più giovane di lui,forse aveva circa tredici anni. Aveva i capelli castani, lunghi e lisci,gli occhi neri e profondi e la carnagione candida. Il naso all'insù,la bocca fona e un viso ovale. Il suo nome era Gwyneth. Si coricò accanto a lui e dolcemente fecero l'amore.

La schiavitù dell'onoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora