Capitolo 5

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Diede un lieve morso al suo capezzolo. La sentì ansimare mentre scorreva la mano dolcemente in mezzo a quei piccoli capezzoli bruni.
Gli si fiondò addosso,con la sua lingua che cercava la sua. La sentì mordergli il labbro,mentre succhiava avidamente quelle lente gocce di sangue che uscivano dal morso. La sentiva fremere sotto le sue mani, mentre i suoi lunghi capelli scuri profumati di margherite e viole gli sfioravano il volto. Ansimava,sudava,godeva. Mentre lui spingeva sempre più a fondo. Le cinse i fianchi e la strinse a sè,forse con troppo entusiasmo. Sentiva il ventre piatto aderire al suo,il seno sfiorargli il collo,mentre la fissava intensamente negli occhi. Dopo l'ultimo gemito,scese dal suo inguine e si stese di fianco a lui,in mezzo alle lenzuola ricamate. La baciò ancora,a lungo. Poi si abbandonò al sonno.

"Edward. Edward!" si svegliò di soprassalto. Era ancora vicino a lei. Ricongiunsero le labbra,ma questa volta lei si staccò troppo presto.
"Amour, devi andare. Mio zio sarà qui tra breve" spiegò col suo affascinante accento nasale. Edward le accarezzò il volto,fissandola in quei grandi occhi neri.
"Sarei capace di eliminarlo pur di averti"
"Shh,non dire così, mon petit anglaise. È il padre del promesso sposo di tua sorella. Non vorremo certo rovinare un matrimonio così importante" commentò. Edward la baciò un'altra volta ancora. Poi,con aria contrariata,si alzò da quel letto colmo d'amore. Incominciò a vestirsi,mentre lei lo studiava nudo ancora eccitata.
"Di là. À droite. C'è una piccola porta dietro l'arazzo. Arriverai direttamente alle stalle" ed indicò un arazzo in fondo alla stanza,a destra. Scostò quella scena di caccia e si voltò un'ultima volta verso di lei. Gli fece segno di andar via,infatti si sentì un rumore di passi nel corridoio. Edward fulmineamente aperse quella piccola porticina e vi strisciò dentro. Appena entrò,constatò che poteva tornare in posizione eretta. Alle sue spalle sentì la porta delle stanze aprirsi.
"Milady" ecco la voce imperiosa di Lord Burton
"Oh,milord,buongiorno"
"State bene?"
"Oh,si. Benissimo"
"D'accordo" ci fu una breve pausa,poi  Lord Burton continuò
"Sapete,domani vi sarà il matrimonio di vostro cugino"
"Certo che lo so. Sono davvero contenta. Ovviamente,vi chiedo se lascereste che io mi occupi di tutto"
"Senza dubbio,milady"
"Ne sono molto onorata. Ca,ce seront vraiment francaise."
Lord Burton rise.
"Se vi farà piacere" disse poi "potremmo invitare anche i vostri familiari di Rouen"
"Non penso riusciranno ad essere presenti milord,ma lo saranno comunque con il cuore"
"Va bene"
"Ora scusatemi,milord. Ma dovrei dedicarmi all'imbelletto"
"Oh,ma certo. Chiedo venia per la mia interruzione"
"Oh no! Anzi. Vi ringrazio per essere venuto a darmi il buongiorno"
Sentì le porte chiudersi. Aspettò un po',poi uscì dal nascondiglio e rientrò nella stanza.
"Edward!" esclamò
Lui rise.
"Ma siete pazzo?! Dovete andare! Prima che notino il vostro ritardo per le attività mattutine"
"No,milady. Sapete,io sono pazzo. Pazzo di voi"
"Oh Lord Edward! Vi pare il momento pour cette galantaries?"
"È sempre il momento,quando mi ritrovo davanti a una bellezza come la vostra"
"Oh Edward! Che adulatore. Sarà meglio che vi affrettiate,n'est pas?"
E si alzò dal letto,indossando una sopravveste bianca con gli orli di pizzo. Lo prese per la mano e lo accompagnò all'arazzo.
"Alleè. Andate. Vi prego" sussurrò.
Edward strinse ancora una volta quelle labbra carnose fra le sue,poi scomparve dietro l'arazzo.

Percorse alla cieca un tunnel buio,fin quando non sbattè la faccia contro qualcosa di duro. Tastò con le mani in cerca di qualche pomello. Lo trovò. Tirò,girò e spinse. Sentì il fondo del tunnel emettere un brontolio. Pian piano,una luce modesta gli illuminò il volto. Un odore di sterco e urina di cavallo gli inondò le narici. Ben prestò sentì il nitrire di cavalli. Entrò nella stalla,superando una catasta di balle di fieno. Giuse all'uscita e si ritrovò nel cortile interno del Castello di Newcastle. Era un castello vasto e massiccio. Il doppio della Rocca di Carlisle.
Anche Newcastle,come Harrington era una città marina,e quindi sempre pronta a difendersi. Dappertutto giravano uomini in armi.
Viveva un fiorente commercio del carbone e delle stoffe di lana.  Era anche sede di un Priorato importante,molto più grande di quello di Whitework,che però pensava ai fatti suoi,e lasciava il potere in mano al Duca. Non come a Whitework,dove spesso im passato Sir Ronald si lamentava con suo padre poichè il Priore ficcava il naso nelle faccende politiche.
Comunque,sostanzialmente era notevole la differenza fra il Northumberland e il Cumberland. Sebbene fossero due contee del nord,la prima era molto più ricca della seconda. Che viveva sommariamente quasi nella miseria.
"Lord Edward" si sentì chiamare. Si voltò. Un giovane alto e ben piazzato,stretto in un farsetto verde smeraldo e con una calzamaglia nera lo fissava con i suoi occhi color ambra. Si scostò una ciocca di capelli biondo cenere dagli occhi. Ora capiva perchè alla fine Marion non aveva rifiutato l'offerta di matrimonio. Per lei poteva essere un bel marito.
"Lord Gyle! Come vi sentite stamattina?" chiese cordialmente avvicinandosi a lui. 
"Abbastanza bene,lord Edward" rispose lui sorridendo "seppur stanotte purtroppo non sia riuscito a dormire" aggiunse poi con aria stanca.
E mentre tu ti rigiravi nel letto solo come un cane preso dall'insonnia,io mi sbattevo tua cugina Eloise
pensò Edward sorridendo fra sè.
"Perchè?" si limitò a chiedere       "Non saprei,Edward. Forse per via del matrimonio..."
"Suvvia,Gyle. Non tergiversate. E comunque vi assicuro che mia sorella Marion sarà un'ottima moglie" disse Edward,buttandogli una pacca sulla spalla e strizzandogli un occhio.
Lord Gyle quasi arrossì e scoppiò in una sonora risata. "Siete pronto per la battuta di caccia di stamane?" chiese Gyle.
"Certo. E voi?"
"Abbastanza. Anche se ho il presentimento che non prenderò granchè"
"La preda più grossa la prenderete domani,Gyle" commentò Edward sorridendo. Di nuovo lo vide ridere. Non aveva mai conosciuto abbastanza Gyle Newcastle, e adesso lo stava mettendo alla prova. Non aveva aggiunto commenti ai suoi commenti maschilisticamente trogloditi,ed era un buon segno. Si era limitato ad arrossire e a ridere. Forse perchè comunque era il fratello della donna in questione. E forse perchè essendo una nobildonna,giustamente meritava un certo dovuto rispetto nel parlare di lei. Intorno a loro,la servitù ancora rintontita dal sonno,iniziava ad affaccendarsi nelle faccende giornaliere, e vagavano da un lato all'altro del cortile,entrando e uscendo dal castello. Qualche pattuglia di soldati passava attorno al perimetro.
Si sentì un rombo di tuono e i due ragazzi alzarono gli occhi al cielo. Due grossi nuvoloni grigi si stavano addensando, ingrigendo quella limpida volta celeste.
"Credo che la battuta di caccia sarà a rischio,Gyle" osservò Edward
"Speriamo sia solo una nuvola passeggera" esclamò lui.
"Già,speriamo"
In seguito Edward si ritirò per andare nelle sue stanze. Prima di entrare nel castello,vide sua sorella. Corse ad abbracciarlo.
"Come stai,promessa sposa?"le chiese sorridendo "Sono felicissima" esclamò lei,ridendo. Edward la vedeva stupenda. Splendeva in un semplice abito azzurro limpido,che dava luce alla sua carnagione candida. Da come le brillavano gli occhi,Edward capì che diceva la verità. E il suo cuore fece un balzo di gioia. Poi tamburellò violentemente,quando scorse chi vi era insieme a lei. Oltre alla matrona,Lady Catherine,la consorte di Lord Burton,ed a lady Vivien,la bellissima sorella di Gyle, dai capelli color oro, c'era lei. Stretta in un abito rosso porpora,con la sottoveste di pizzo e le maniche ad angelo,lo guardava intensamente. I lunghi capelli castani erano perlopiù liberi,tranne per alcune ciocche raccolte in articolate trecce. E pensare che un'ora appena prima,l'aveva avuta fra le sue braccia,tutta per sè.
"Vedi Edward,con me ci sono milady" disse Marion indicando Lady Catherine,Edward si inchinò lievemente "Che gioia vedervi stamane Lord Edward" commentò la donna. I primi segni di vecchiaia si facevano vedere sul suo volto. Con i capelli nascosti da un'elaborata acconciatura con un velo di lino candido,le rughe le tempestavano il volto e spegnevano i suoi occhi color ambra. Gyle li aveva presi da lei,probabilmente. Salutò la splendida Lady Vivien. E poi si inchinò anche a lei. Vide una sottile ombra di rossore sulle sue gote quando le disse "buongiorno,lady Eloise". Poi si separarono ed Edward si diresse verso le sue stanze. Mentre percorreva i lunghi e spogli corridoi in pietra del castello,ricordò la prima volta che la vide. Il giorno del loro arrivo a Newcastle. Due settimane prima. Dopo il viaggio,quella sera Lord Burton aveva dato un banchetto. E lì l'aveva vista per la prima volta. Sedeva di fianco a Lady Catherine.
"Lord Edward,costei è lady Eloise de Flombiérès,è la figlia di mia sorella Anne,moglie del Marchese di Rouen" gli aveva detto Lord Burton,mentre erano a tavola. Lei gli aveva rivolto uno sguardo diffidente all'inizio. Ma poi,giorno dopo giorno si erano conosciuti. E alla fine,se l'era portata a letto. Quando entrò nelle sue stanze,prese il suo arco con le frecce,che era appeso al muro. Guardò sulla scrivania di mogano intagliato che era di fianco al suo letto di lana. C'era ancora la missiva di una settimana e mezzo prima
Lord Edward,
Vi scrivo per una questione che mi urge molto. Con il vostro defunto padre,persona insigne e rispettabilissima,avevamo raggiunto un accordo per quanto riguardasse l'unione dei nostri due figli. Lady Marion e Sir Gyle. Come ben sapete,Sir Gyle erediterà il Ducato alla mia morte,con tutti i suoi beni,privilegi e terreni. Sarebbe un buon marito per lady Marion. E non nascondo anche che lady Marion sarebbe un'ottima moglie per lui. Con vostro padre stabilimmo le condizioni del contratto matrimoniale,tra cui la dote di vostra sorella,che verrà riscossa direttamente da Gyle da voi quando ederiterà il titolo di Duca di Northumberland e Conte di Newcastle. Vi chiedo umilmente di rispondere a codesta missiva,per confermare il contratto o abolirlo. In tal caso,i nostri due giovani dovranno rompere il fidanzamento solennemente,con la promessa di sposarsi presto con altri pretendenti degni di loro. Aspetto vostra risposta quanto prima,
                      Lord Burton Newcastle       Duca di Northumberland

La schiavitù dell'onoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora