"Fratelli e sorelle,Dio è la nostra guida" esordì con voce lapidaria.
"Quando l'uomo è titubante,egli lo dirige verso la retta via. Ci indica la sua volontà!" la sua voce echeggiò fra le rigidi e austere pareti in pietra,rimbombando nelle navate.
"Noi siamo i suoi servi! Essendo suoi figli,dobbiamo essere obbedienti nei suoi confronti! Come un figlio rispetta e obbedisce al padre,noi dobbiamo servire sempre il nostro signore Dio!"
Fece una breve pausa.
Socchiuse gli occhi,la luce del sole filtrava dalla vetrata colorata del rosone sulla facciata,illuminandolo direttamente.
"Noi siamo gli esecutori della sua volontà!" i paramenti dorati che indossava luccicavano alla luce,suggestionando la folla di fedeli nella navata centrale.
"In periodi come questo,dove il male serpeggia fra di noi,dobbiamo essere avidi di Fede. Dobbiamo credere e servire il nostro Dio costantemente! Egli è la nostra luce,nei periodi più bui!" concluse tuonando.
Sentì le ultime parole rimbalzare sulla volta a sesto acuto della Cattedrale.
Il coro delle suore intonò con le sue candide voci il Te Deum.
Scese dal pulpito e si inginocchiò dinanzi all'altare.
Quando si voltò,alzò le mani ed estese le braccia.
Con una alzò in alto il bastone pastorale.
Fece per pronunciare la solita benedizione,quando vide un monaco allontanarsi dai seggi dei frati e venire verso la sua direzione.
Si bloccò.
Sentì un mormorio tra la folla.
Cosa stava succedendo?
Il frate si gettò ai suoi piedi
"Monsignore,vi chiedo perdono"
"Per cosa figliolo?"
In sottofondo si sentivano i mormorii scandalizzati dei frati e il Priore Charles gridare "Frate Joseph! Tornate subito qui!!
"Sapete di aver commesso un grave peccato,interrompendo la funzione,vero?"
"Vi chiedo perdono monsignore" replicò con la voce rotta dal pianto.
Non riuscì a capire il suo atteggiamento.
Fu un attimo,quando da una piega della sua tonaca estrasse un lungo coltello affilato. La lama brillò alla luce.
"Perdono,monsignore"
Si alzò e di scatto affondò la lama nel suo petto.
Lanciò un urlo di dolore.
Il sangue uscì a fiotti dalla ferita,sporcando i paramenti dorati.
Si sentirono urla e gridi di terrore.
"Prendetelo! Prendetelo!!" sentì urlare il Priore.
Estrasse la lama dal petto e se la portò al collo.
Il frate si tagliò la gola e il sangue inondò la pietra candida dell'altare.
Vide il frate abbattersi al suolo,con il sangue che colava a zampilli dal collo.
Non ebbe la forza di dire nulla,si poggiò a una colonna del presbiterio e si accasciò a terra. Chiuse gli occhi per sempre.
La Madre Badessa Lorena e il Padre Priore Charles accorsero dalla navata laterale,facendosi largo spintonando i cittadini di Carlisle-upon-Twyn ormai in pieno panico.
Superarono il cadavere del frate e si chinarono su di lui,esanime. La Badessa si fece il segno della croce. Dalla sacrestia accorse l'Arcidiacono Jonah,che si gettò a terra vicino al suo corpo,piangendo.
Il Priore Charles si chinò sul suo corpo esanime.
Dopo che ebbe controllato,si alzò,si rivolse alla folla e annunciò con le lacrime agli occhi :
"Il Vescovo Harold è morto!"
"Felicitazioni milords!" gridò gioiosamente Lord Edgar.
Edward rise.
La coppia di sposi era seduta al centro di quel lungo tavolo a ferro di cavallo,Marion splendeva in un abito candido,i capelli intrecciati e adornati con una coroncina di gigli,da cui si estendeva un sottile velo di pizzo.
"Viva gli sposi!" esultò un invitato.
Il vino e la birra d'orzo scorrevano a fiumi.
Edward aveva alla sua destra Lord Simon,alla sua sinistra Sir Thimoty.
Di fronte,invece,forse per scherzo del destino,c'era lei che lo fissava mentre ripuliva dalla cartilagine costolette arrosto di maiale,cosciotti di vitello e
pollame.
La cerimonia era stata una delle più suntuose dell'anno,dopo quelle reali,ovviamente.
Il Vescovo di Newcastle li aveva sposati nella grande cattedrale romanica in centro città.
Oltre agli invitati,migliaia di popolani si erano accalcati alle porte delle navate,per vedere meglio la loro nuova futura Duchessa di Northumberland e Contessa di Newcastle.
Mentre commentava ironicamente le vicende goliardiche narrate teatralmente dal giullare con quell'uomo alto e ben piazzato,dagli occhi smeraldo e i capelli bruni di Lord Simon,un servo gli si accostò da dietro,sussurandogli "Un messo è giunto alle porte del castello,milord. Vi ha portato questo" e gli lasciò un pezzo di pergamena arrotolato.
Dietro gli sposi,sopra il grande camino in pietra della Sala,ricadevano due arazzi raffiguranti il Cervo bianco su sfondo azzurro dei Carlisle e le Tre corone d'oro su sfondo rosso dei Newcastle.
Quegli arazzi erano stati fatti commissionare da Lady Catherine alla migliore tessitrice della città,proprio per quell'evento. Almeno stando a quanto diceva a sua cognata,Lady Cassidy,la moglie di suo fratello Jeoffrey,Conte di Lancaster.
Edward aperse il messaggio,mentre per buona educazione il Duca di York si voltò dall'altro lato,verso Lord Burton,attaccando discorso.
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La schiavitù dell'onore
Narrativa StoricaCosa avreste fatto voi? Perdere l'onore e le ricchezze per essere liberi, o rimanere sotto il giogo del Re mantenendo il potere,l'onore e le ricchezze? E se oltre a questo,voi foste stati l'ago della bilancia? Ovvero se voi foste stati l'elemento d...