Senza dubbio per il Re Giovanni Senzaterra quello non era certo un bel periodo. Qualsiasi mossa,gesto,o azione da parte sua,avrebbe potuto scaturire veramente una guerra civile. Da un momento all'altro. Finora si era trattato di complotti,congiure e tradimenti,ma fatti di parole. Parole,solo parole. Supposizioni,teorie,mormorii,voci,sensazioni. Quando si sarebbe passati ai fatti? Quando effettivamente i nobili sarebbero insorti,avrebbero spodestato il Re e avrebbero messo sul trono d'Inghilterra il Delfino di Francia? Edward era a un passo per scoprirlo. Se solo la splendida Lady Anara non si fosse presentata quella mattina nel Salone degli Arazzi per ricamare assieme alle altre nobildonne.
Scese nella Sala d'Ingresso nel castello,fredda e umida a causa degli spifferi gelidi che entravano dal portone di quercia. Ordinò al paggio di sellargli il cavallo e di preparargli una bisaccia con dell'acqua e una focaccia d'avena. Mentre indossava il pesante mantello di pelliccia,sentì una voce alle sue spalle dire :"Come? Adesso vene andate senza nemmeno degnarvi di chiedere scusa? Siete stato sconsiderato! Non ci si fionda su una nobildonna tappandole la bocca con una mano,come un villano fa con le prostitute in un bordello" si voltò e la riconobbe. Anara lo fissava accigliata. Nel pieno della sua superba e altezzosa bellezza. :"Vi chiedo scusa milady" fu l'unica cosa che riuscì a dire. Le fece un breve inchino. "Uhm...vi perdono" disse dopo un po' la fanciulla con tono divertito. Si avvicinò ad Edward ondeggiando i fianchi e di scatto alzò il mento con fare presuntuoso e falsamente offeso "Ma non vi perdono per avervi trovato in una situazione assai disdicevole" aggiunse poi. Prima che Edward riuscisse a ribattere, osservò "Ma, conoscendovi e conoscendo la vostra famiglia,ho il dovere di credere che non vi sareste mai permesso di origliare i discorsi delle nobildonne se non vi fosse stato un motivo serio" Edward sorrise ed esclamò "Esatto! Sono contento che mi conosciate così bene". Lady Anara lo fissò e ribattè seccamente:"Io non lo troverei un fatto per cui gioire,se fossi in voi" Edward rimase scosso. :"Ehm, perchè?" chiese infine. Lady Anara si avvicinò a un palmo dal suo volto,gli posò una mano sull'avambraccio e lo strinse dicendo "Perchè questo vi rende terribilmente prevedibile ai miei occhi" e gli gettò un'occhiata maliziosa. Sorrise. Continuò: "Preferisco le persone che sono in grado di stupire sempre gli altri. Quelle poco prevedibili. Che sono in grado di far provare nuove e forti sensazioni" finì la frase quasi sussurrando. Ed Edward si perse osservando la sua bocca rossa e carnosa che articolava la frase. Per un secondo,avvertì il desiderio di fiondarsi su di lei e baciarla,ma sarebbe stato sconveniente. Lei gli sorrise,avvertendo forse il desiderio che attraversava la mente di Edward e lentamente si staccò da lui. :"Vedo che state per partire. Non voglio trattenervi" Edward si limitò a fissarla,incantato. Lei sorrise di nuovo e affermò :"Ci rivedremo al vostro ritorno" e sparì uscendo dalla Sala,non prima di aver notato,però,che le guance di Edward a quelle parole si erano accese di un rossore violento.
Cavalcava veloce,in mezzo agli alberi ritti e carichi del candore innevato. Salì una piccola collina e la superò,attraversò una distesa di neve interminabile e finalmente raggiunse un possente ponte di pietra che sovrastava il letto ghiacciato del fiume Twyn. Lo attraversò lentamente,tenendo tese le briglie del suo Bood,pronto a tirarle in caso che gli zoccoli scivolassero sulla pietra ghiacciata. Il vento gelido gli sferzava il volto arrosandogli guance e naso. Appena giunse sull'altra sponda,si lanciò al galoppo.
A non meno di un quarto di miglio,intravide il lapidario campanile della Cattedrale di Carlisle-upon-Twyn. Era una modesta città di circa cinquemila abitanti o poco più, vi era una cattedrale,un convento e la sede vescovile della diocesi di Carlisle. Era abbastanza ricca grazie al commercio del bestiame,fatto pascolare sui colli alle pendici dei monti del Cumbraland e alla lavorazione del legname.
Raggiunse le porte della città e percorse la via lastricata che conduceva al centro città. Passò in mezzo alle alte e strette case in legno,svoltò a destra all'Incrocio della Gogna e imboccò la via Maestra. Una volta superata la Locanda di Thomas Brookfield, si ritrovò nella grande piazza,dove a Novembre si teneva la fiera annuale del bestiame.
A destra si innalzava la mastodontica cattedrale,ultimata quando lui era ancora in fasce, a sinistra vi era il Palazzo della Corporazione cittadina e davanti,si imponeva il massiccio Palazzo Vescovile in pietra.
Affidò Bood a un ragazzino ed entrò nel Palazzo del Vescovo.
Appena entrò,un caldo tepore che proveniva dal camino in pietra in fondo all'atrio,lo investì piacevolmente. Era al riparo da quella bufera glaciale.
Salì al piano superiore,dove trovò Jonah,l'arcidiacono,che lo fece attendere in una saletta comunicante all'ufficio del Vescovo.
Era una saletta spoglia,con una panca e un arazzo che raffigurava la crocifissione di Nostro Signore.
Dopo una buona mezz'ora,una porticina in fondo alla sala si aperse ed entrò."Edward! Che piacere vederti!"
"Zio Harold,come state?" si abbracciarono e lo zio lo invitò a sedersi davanti a lui. Lo zio Harold era vescovo di Carlisle,abate ex officio del convento di Carlisle-upon-Twyn e confessore di Edward,nonchè fratello della sua defunta madre.
"Come sta quella vecchia canaglia di Richard?" chiese ridacchiando
Edward sorrise.
"Bene. Anche se l'età ormai si fa sentire"
"Eh. Ormai è così per tutti,nipote mio" replicò
Era vero. Edward lo osservò meglio. Quegli occhi verdi si erano incavati ancora di più,il naso aquilino si riempiva di piccole rughe sottili
nella fossetta fra le sopracciglia,quando lo arricciava, la fronte mostrava più rughe quando la aggrottava a la pelle era meno soda. Era più stempiato,pallido e con la schiena che tendeva a incurvarsi in avanti. I capelli che gli restavano intorno al capo erano ormai quasi tutti bianchi. Non lo vedeva da un anno quasi. Era molto più vecchio. "Come vanno le cose a Carlisle?" gli chiese
"Come sempre. Battute di caccia,bevute,incursioni contro gli Scoti...le solite cose zio" Sorrise,sapendo di aver mentito.
"E qui?" si affrettò a chiedere poi.
"Non ci sono stati molti cambiamenti" rispose lo zio,quasi rammaricato "tranne che ho dovuto chiudere il Monastero dei Benedettini e convertirlo in un Convento di suore."
Edward rise di cuore.
"Per carità" aggiunse lo zio,alzando le mani, "è sempre positivo avere delle suore in una diocesi. Ma a volte recano più danni che soddisfazioni"
"Come mai hai chiuso il Monastero?" chiese Edward.
"Nell'ultimo anno sono arrivati circa 3 soli novizi e sono morti di vecchiaia quasi 12 monaci,Edward.
Il monastero di St John era di 23 frati più un priore. Essendo rimasti in 11 più i 3 novizi, non riuscivano più ad adempiere ai compiti spettatigli e così ho dovuto trasferirli tutti al Priorato di Whitework"
Whitework era un'allegra cittadina a poca distanza da Carlisle-upon-Twyn,vi era la sede di uno dei priorati più importanti della diocesi e rientrava nei domini di suo padre,come anche Carlisle-upon-Twyn,tuttavia le due cittadine rientravano nei territori di due diversi valvassori del padre: Carlisle-upon-Twyn era amministrata da Sir Gerald Spencer,che era il castaldo della città, mentre Whitework con le campagne circostanti era gestita da Sir Ronald Howckleby. "Sarei felice se tu restassi qui per pranzo,nipote" lo invitò lo zio
"Come negarti un simile piacere?" replicò Edward
Il vescovo rise. Poi aggiunse:
"Quest'oggi ho dato un banchetto per la Consacrazione del nuovo convento,avvenuta ieri. Saranno presenti Sir Gerald e sua figlia,lady Selene,la madre badessa Lorena,Sir Theodore Langlesmith - il Barone di Harrington, e sua moglie lady Denise. Nonchè tua zia,sorella mia e della tua povera madre. Parteciperanno anche i più alti esponenti della Corporazione Cittadina. Avere con noi il futuro Conte di Cumbraland aumenterebbe il prestigio del banchetto" concluse con tono pomposo.
Edward rise di cuore ancora una volta. Era felice di notare che nonostante fosse invecchiato,restava sempre lo stesso.
Bussarono alla porta dell'ufficio.
Entrò Jonah con al seguito una suora.
Edward riconobbe subito il suo grado quando vide che la parte bianca del copricapo talare era a forma di corona,la cui punta in mezzo svettava al di fuori della stola del velo scuro. Era la badessa di Carlisle-upon-Twyn. "Madre Lorena,a cosa devo la lieta visita così in anticipo?" esordì lo zio Harold.
"Sono amareggiata nel doverla disturbare così presto,sua eminenza" disse piano la donna. Era alta,fiera e compita nelle sue vesti candide.
"Ma devo parlarle di una faccenda molto urgente,vescovo. Si tratta del Convento" aggiunse in seguito.
"D'accordo. Lord Edward, puoi scusarci un attimo? Jonah ti accompagnerà per le sale del Palazzo. Sono una più bella dell'altra" commentò il Vescovo.
Edward capì che era un congedo. Si alzò e salutò lo zio con un gesto di riverenza.
Davanti ad altre persone erano sempre il Vescovo di Carlisle e l'erede del Conte di Cumbraland.
Era bene seguire l'etichetta.
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La schiavitù dell'onore
Ficción históricaCosa avreste fatto voi? Perdere l'onore e le ricchezze per essere liberi, o rimanere sotto il giogo del Re mantenendo il potere,l'onore e le ricchezze? E se oltre a questo,voi foste stati l'ago della bilancia? Ovvero se voi foste stati l'elemento d...