Swan seguiva la musica a occhi chiusi, le braccia allacciate sopra la testa, e le sembrava che il tempo avesse rallentato, a dispetto del martellante pulsare del brano.
Oh, I know why you're chasing all the headlights...
Il corpo di Raven le scivolò addosso, accarezzandola con un movimento distratto e sensuale. Le piaceva il modo in cui le stava intorno. Buffo, non ci aveva mai pensato davvero prima di allora. Erano cresciuti insieme, tutti e tre, e Raven e Eagle erano stati praticamente i suoi fratelli.
Eagle era il suo scudo, la sua fortezza sicura. Incarnava la figura del maggiore anche se non lo era, con il suo atteggiamento sempre presente e protettivo. Raven, invece, pur essendo il più grande, era il suo complice perfetto per le follie. Non che Eagle non fosse avventuroso. Anzi, forse lo era più di tutti loro. Ma era un'intraprendenza, la sua, troppo filosofica per i suoi gusti. Sognava i viaggi, le altezze, le grandi mete irraggiungibili. Raven, invece, era un avventuriero più che un avventuroso. Era pragmatico, viveva per il "qui e ora". Qualcosa da cui Swan era irresistibilmente attratta. Così come era attratta da lui in quel momento, e ogni volta in cui la sfiorava. Che lo facesse intenzionalmente o no, il risultato non cambiava: a ogni contatto un brivido l'attraversava. Nel rumore assordante della sala, si ritrovò a cercare i suoi occhi.
Baby, with you I could never lie, so don't go chasing all the headlights...
⸩ↂ⸨
Swan si lasciò cadere con un sospiro sul divanetto dove Eagle era rimasto a sorseggiare un cocktail, perso tra i suoi pensieri. Aveva le guance accese dalla danza e gli occhi che le brillavano. Se non avesse messo tutto quel trucco, pensò lui con una punta di rammarico, sarebbe bellissima, ma lei non lo sa.
Raven apparve poco dopo, tagliando la folla. Tese a Swan un bicchiere colmo di ghiaccio, liquido di un color rosa acceso e frutta impossibile da recuperare in pieno inverno. Lei lo ringraziò con un sorriso, strinse la cannuccia e tirò su un sorso ristoratore che si fece rapidamente strada fino alle sue labbra.
"Bene bene...", mormorò Raven.
Il suo commento, però, non era rivolto a lei. Lo sguardo del ragazzo era diretto verso un punto indistinto e la sua espressione sembrava quella di un gatto sul punto di leccarsi i baffi. I suoi due compagni inquadrarono una bella biondina che caracollava su dei tacchi chilometrici proprio nella loro direzione.
"Raven, andiamo!", borbottò Eagle senza troppa convinzione.
Swan quasi si soffocò con il drink nell'attimo in cui comprese la situazione e non riuscì a dire nulla. Raven non si mosse e sorrise senza distogliere lo sguardo dalla ragazza. Quando fu giunta a pochi passi da lui, emise un suono impercettibile, quasi un sospiro.
"Surrige".
La biondina inciampò, come se la punta del suo altissimo stivale avesse incontrato un ostacolo, e volò dritta tra le sue braccia. Lui la sostenne e la sollevò fino a incrociare i suoi occhi, sfoderando una perfetta maschera di stupore e un sorriso da rapinatore.
"Grazie", balbettò la ragazza, calamitata dal suo sguardo e dalle sue labbra.
Il ragazzo si staccò da lei e si accertò che stesse bene, come un perfetto gentiluomo. Poi le lanciò un'occhiata gentile e domandò se poteva offrirle qualcosa da bere.
Eagle li seguì con uno sguardo preoccupato mentre si immergevano di nuovo tra la folla. Swan, invece, finse di non vedere la mano di Raven che scivolava sulla schiena della ragazza, fece una smorfia e riprese a bere il suo cocktail.
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Opera [The Great Work #1]
Fantasy"Ehi, Raven... tu pensi mai a come sarebbe una vita normale?". "Che cosa intendi con normale, Swan?". "Intendo la vita com'è là fuori. Senza addestramenti, senza segreti, senza orari impossibili e regole da rispettare". "Senza mistero e senza bellez...