39.IO SONO LA GUERRA

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Non ci vuole un genio a capire che il tempo le si sta schiantando contro, vorrei mettermi di mezzo pur di non dover assistere al suo dolore, a tutta quella delusione che sono riuscita a tirar fuori da una bambina di soli pochi anni, di una bambina che dovrebbe vivere fra giocattoli e pupazzi, ma che grazie a me e alle mie stupide idee, si ritrova a vivere in un incubo — la cosa peggiore, è che si tratta della realtà.

<<Avanti Elettra, dille ciò che le volevi fare.>> il suo tono, trabocca di soddisfazione mentre gli altri ridono in coro per acclamarlo. Ogni rumore, voce o anche solo respiro, mi arriva dritto al cuore come un pugno di caos che si sfoca dentro di me senza farmi capire niente. So che sta succedendo qualcosa, e questo basta a mandarmi fuori pista. Sto che sta succedendo qualcosa a Trixie, e questo, mi spiazza direttamente. Avrei bisogno di Lucifer, odio ammetterlo, ma avrei davvero bisogno di lui: è l'unico che potrebbe fermarli e salvare Trixie.

È stata il mio cavallo di battaglia fin da subito, sarebbe stata l'esca perfetta, Lucifer non mi avrebbe mai permesso di portarla con me all'inferno, è per questo che ho scelto lei, ero sicura di ciò che stavo facendo, ma adesso temo di aver fatto solo un altro bel casino — non avevo nulla da perdere quando scelsi di usarla per i miei sporchi comodi...eppure, è diventata parte integrante di me senza fare assolutamente niente oltre affidarsi alle mie mani, tenendo gli occhi chiusi.

Avrei dovuto saperlo, mi doveva essere chiaro dalla prima volta che ho scontrato i suoi occhi immensi, i miei poteri su di lei non hanno alcun risultato perché eravamo destinate ad incontrarci, a darci la mano e salvarci.

<<Elettra...>> mi chiama Trixie, mandandomi alla deriva. Non mi perdonerà mai. Come si può perdonare tutto questo?

<<Io...>> guardo lei, poi tutti i demoni che ci circondano, è come se mi trovassi in uno spazio grandissimo, ma senza aria. Lei mi guarda dal basso, sa che le sto facendo del male, lo percepisco anch'io <<Mi dispiace...>> non riesco a dire nulla, il mio dolore mi si blocca in gola e mi uccide a poco. Mostrare la parte più debole di me, in pubblico, non credo sia successo spesso.

<<Avanti, Krieg!>>

<<Sta zitto.>> Urlo. Mi basta pochissimo per allontanarmi da lei e arrivare davanti al petto del demone che vuole prendere potere. Però, nello stesso tempo che io uso per fare un passo falso, uno di loro mi passa accanto afferrando la mano di Trixie prima ancora che io possa impedirlo.

Fisso i suoi occhi spaventati, delusi, di sicuro troppo pieni di nero per una bambina. Pur volendo reagire, siamo in trappola, lei è immobile, ha il volto bagnato dalle sue stesse lacrime silenziose, ed io sono bloccata dai pensieri altrui e la volontà di questo stronzo quasi senza la testa.
<<Elettra è una di noi.>> Dice colui che ha la bestiolina ora dietro di sé <<Un demone. Un mostro. E volete sapere la cosa assurda? Il suo piano, funzionerà meglio del nostro. Questa umana deve venire all'inferno.>>

<<Lasciala.>> corro da loro ma un altro mi blocca la strada provando a fermare i miei movimenti frettolosi e poco pensati <<Lasciala. Lucifer non verrà. Lucifer non vuole Chloe.>> tuono continuando a muovermi sul posto per voler superare questo armadio che non fa altro che innervosirmi ancora di più.

<<Ah no?>> ancora lui.

<<No.>> provo a calmarmi. Sono in mezzo per poter tenere sottocontrollo la situazione, quel che basta per assicurarmi la sicurezza della piccola.

<<E chi è che vuole? Te?>> abbasso lo sgaurdo alla sua mezza risata <<Portala giù!>> chiudo gli occhi, stringo i pugni e sento la sua vocina chiamare il mio nome, implorare il mio aiuto, pregare tutto di me fino a quando non scompare trascinando con sé anche gli altri — uno ad uno, scendono con lei per accoglierla nel modo migliore. <<Grazie Elettra, troveremo un trattamento "speciale" anche per te. Ti aspettiamo all'inferno!>> e sorride vittorioso scendendo a poco.

Le gambe mi cedono, non sento più niente, ho il cuore che brucia, è completamente in fiamme. Quando mi butto sul pavimento, sfinita, non riesco neanche a percepire il male che mi faccio alle ginocchia. Ho un vortice dentro la pancia. <<È tutta colpa mia>> bisbiglio scazzottando di poco il suolo, come se così facendo, il mio senso di colpa, quello che mi sta letteralmente divorando, si alleviasse.

<<Elettra...>> Alzo di colpo la testa scontrandomi col suo corpo vestito di tutto punto per il compleanno di Trixie: Doveva essere il suo giorno migliore, ed io l'ho rovinato, è ciò che riesco a fare meglio, rovinare la vita degli altri.

<<Amenadiel!>> singhiozzo cercando in ogni modo di mostrarmi forte contro la mia stessa amarezza. Mi odio cosi tanto. <<Ho sbagliato. Ho sbagliato tutto.>>

<<E allora? Cosa pensi di fare? Vuoi restare in questo bagno a piangerti addosso per altri 1000 anni?>>

<<Cosa potrei fare? Ho perso ogni cosa. Guardami. Ho rovinato tutto con le mie stesse mani. È quello che faccio sempre. Io stanco le persone, Amenadiel. Le ferisco...non...non riesco a dare loro pace. Le tormento, le stuzzico, le uccido.>> lo vedo inginocchiarsi davanti a me, vorrei urlargli in faccia, spingerlo via, trattarlo male come farei con chiunque altro.

Tuttavia,
non posso,
non ci riesco.

<<C'è sempre un secondo piano. La vita ci cambia, ci mostra il passato, il presente, le ferite, i sorrisi e noi semplicemente scegliamo che parte prendere per diventare persone migliori. O demoni. Elettra, in te c'è ancora speranza, devi crederci, non tutto ciò che facciamo, è sbagliato. A volte, è l'unico modo che abbiamo per fare del bene. Tu chi sei?>>

<<S...sono Elettra...>>

<<No. Chi sei? Cosa sei? Cosa vuoi?>> cerca costantemente il mio sguardo <<Elettra, cosa sei?>> grida un po' di più per mostrare la sua autorità.

<<La guerra.>> è ciò che ero.

<<La guerra.>> sussurra per farmi capire che è ciò che voleva sentirmi dire <<Adesso urlalo più forte, perché tu sei guerra.>>

<<La guerra.>>

<<PIÙ FORTE!>>

<<La->>

<<DI PIÙ.>>

<<LA GUERRA.>> mi prende una mano, con un solo tiro, mi mette in piedi, esattamente dinanzi allo specchio. Davanti al suo corpo.

<<CHI SEI ELETTRA KRIEG?>> mi scuote prendendomi dalle spalle <<CHI SEI?>>

<<Io sono...>> Prendo un bel respiro <<IO SONO ELETTRA KRIEG. IO SONO LA GUERRA>> mi spingo contro il riflesso, ho il respiro pesante e tanta rabbia <<IO SONO LA GUERRAAA. SONO LA GUERRA. Sono la guerraaa.>>

<<Allora prendi il tuo posto, sei l'unica che può distruggere le regole.>> porta una mano sotto al mio mento per alzarmi di poco la testa e puntarla verso la sua <<Prendi il tuo posto, Elettra. Si sistemerà tutto. Vedrai.>>

<<Perché ne sei così sicuro?>>

<<Perché tu hai messo sotto sopra tre mondi.>> mi sorride, il suo sorriso è uno di quelli che ti danno sicurezza e tanto coraggio, non ci avevo mai pensato prima, è vero, è proprio un angelo.

Anche se con uno più morente, ricambio questa curva verso l'alto perché so chi sono, da dove vengo e cosa sono destinata ad essere.

Io sono nata per combattere.
È quello che ho fatto sempre.

Ed è quello che farò.

Prenderò il mio posto,
costi quel che costi.

...Spazio autrice...
Eccoci qui, Lucifer tornerà a breve, il tempo che Elettra si rimetterà nei guai😂

𝙻𝚞𝚌𝚒𝚏𝚎𝚛×𝖕𝖆𝖗𝖙𝖓𝖊𝖗 𝖎𝖓 𝖈𝖗𝖎𝖒𝖊×Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora