forse è colpa mia

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È giusto passata una settimana da quella notte, da quando non lo vedevo più. Stavo in astinenza da Damiano.Consapevole del fatto che mio padre avrebbe dovuto conoscerlo da lì a momenti.
Ed è li' che mi venne, alle 22:46, di andare in centro a comprargli un regalo e darglielo il giorno dopo, appena tornato dal firmacopie di bologna,che sarebbe stato l'ultimo.
"Papi io esco"
"Dove vai? "
"A comprare un regalo per un'amica"
Seh, amica, credici. Potevo mascherarla con Victoria, Damiana era banale.
"Torna presto, so che è estate ma è buio"
"Sìsì "
Mi ricordo che andavo sempre in un negozietto con mia mamma quando ero piccola e venivo qui a Roma, si chiamava "la bijoux" e vendeva gioielli non troppo costosi, però molto coatti, che sicuramente sarebbero piaciuti a Damiano.
Mi infilo nel vicolo buio in cui era posizionato il negozio,per poi scoprire che aveva chiuso definitivamente.Ci sono rimasta male, lo ammetto, ma il problema non si poneva, sarei andata a prendere qualcosa in un locale più avanti.
"Abbella mia"
Luca.
Schiarisco la gola e mi volto, ma c'è lui a bloccarmi la strada per uscire.
"Nun c'è oggi l' tu novo piskello? "
"Ti prego lasciami andare"riesco a piagnucolare in qualche secondo.
Iniziò a non respirare bene, di nuovo, non riesco a parlare, mi serviva Damiano. So benissimo di essere leggermente dipendente da  lui, ma mi serviva la sua voce, il suo respiro sul collo.
All'improvviso sento le mani di Luca sul collo la mia schiena che sbatte violentemente sul muro la mia testa la segue. Lui mi tira giù i pantaloni, e succede.Succede e non doveva.Succede e non ero vestita provocante.Succede e succede che la mia testa ne fa un trauma.
"Se vede che te è piaciuto. Ce se vede 'n giro puttana"
La mia faccia era sconvolta, la mia maglia strappata, la mia schiena quasi rotta.Era il momento di tornare a casa, tornare e nascondere tutto, per l'ennesima volta.
Il mio pianto si fa sempre più forte sulla via di casa, corro, corro sui tacchi,corro e corro dove c'è luce.
"Buongiorno amo-"
"Ciao pa' ora vado in camera, sono caduta in una pozzanghera e sono in condizioni orribili, mi metto il pigiama e dormo"
"Tutto bene? "
"Sì sì" mi scappa un singhiozzo.
"Sono solo stanca"
I miei occhi dicevano anche qualcos'altro.
Mi spoglio e rivivo le sue mani sul mio sedere e il male durante lo stupro.I lividi sulle cosce e sulla guancia.
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La mattina dopo mi impegno ad ignorare tutte le chiamate di Damiano.Non voglio raccontarlo,si sarebbe sentito in colpa. Ora lui deve pensare al Tour e a sé. Ne ha bisogno.

dam ❤:15 chiamate perse

Sono tranquilla quando damiano smette di chiamare per 10 minuti, fin quando realizzo appena sento suonare al citofono. Lo avrei fatto preoccupare di più, ora magari dovevo aprirgli per non dare sospetti.
La mia faccia è ancora sconvolta e sento la sua saliva umida sul mio collo.
"Amore ci sei? "
"Damiano, sì, vieni"
Ero fredda.
"Amò, succede qualcosa? "
"Nono, sali"
Mi asciugo le lacrime e il mascara colato, sono in condizioni pietose.
"Amore"
Si stringe a me e mi bacia.Mi distacco subito.
"Lea? Che succede? "
"N-niente perché? "
"Ti vedo distaccata"
"Niente assolutamente, sono stanca.Vuoi un te'? Qualcosa? "
"Ascolta non fare la furba cu'me" Mi prende per il braccio provando a fermarmi.Distacco anche quello.Il silenzio cala nella stanza e vedo la malinconia affondare nei suoi occhi.
"Scusa,io n-n-non volevo" Qualche singhiozzo mi scappa. Sento che sto per piangere.
/
Dopo qualche minuto di silenzio inizio a parlare.
"Damiano"
"Sì? "
"Vai via. "
"Cosa 'mo? "
"Esci."
"Lea, non capis-"
"ESCI, ADESSO DAMIANO. È FINITA. OKAY. NON CI CAPIAMO. NON POSSIAMO STARE INSIEME. IO NON SONO FATTA PER TE, E TU HAI BISOGNO DI QUALCUNO CHE TI CAPISCA, SE VUOI METTERLA COSÌ. ESCI.ADESSO."
un urlo mi scappa dalla bocca e parlo in un unico fiato.
Damiano ha gli occhi lucidi.Se ne va senza dire nulla e chiude delicatamente la porta.
Scoppio a piangere di botta,avevo lasciato Damiano.Ero sola in questa gabbia di matti.

𝐬𝐦𝐚𝐥𝐭𝐨 𝐧𝐞𝐫𝐨 // Damiano David Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora