6. La ricercatrice

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Quando Severus e Lily tornarono in soggiorno mano nella mano, scoprirono che i ragazzi si erano messi a giocare a scacchi magici. Horace giocava da solo, mentre Lucy e Harry facevano squadra. Ogni volta che un pezzo di Horace veniva mangiato, Lucy gioiva e Harry gongolava. Il Potter più giovane non sembrava molto contento, ma aveva imparato a tenere la bocca chiusa.

«Sirius, che stai facendo?» domandò Lily, lasciando la mano del marito per correre dall'amico e strappargli di mano il ricettario.

«Lo sto migliorando.» disse Sirius, mettendo via la bacchetta in tutta fretta e guardando soddisfatto la donna che sfogliava le pagine alla ricerca di quelle contraffatte.

«Appena lo trovo, giuro che ti affatturo.» disse la donna a denti stretti, e Sirius ridacchiò sotto i baffi.

Severus si appoggiò allo stipite della porta, osservando la moglie per un attimo, poi spostò lo sguardo su James Potter, che osservava la partita di scacchi. Di tanto in tanto il suo sguardo si spostava su Lily, e Severus si riconobbe in quelle occhiate. Erano le stesse chele lanciava da adolescenti, prima che tutto cambiasse.

Severus chiuse gli occhi, ripensando alla sua giovinezza. In quella esistenza, era molto simile alla vecchia. I suoi genitori litigavano spesso, e lui cercava di passare più tempo possibile fuori casa. E lì, lontano dalla sua famiglia, aveva fatto conoscenza con Lily Evans. La sua vita non aveva fatto altro che migliorare, da quel momento in poi. Certo, c'erano alcuni periodi che desiderava dimenticare, come quando l'aveva insultata al quinto anno, ma ce n'erano molti altri positivi. Gli tornò in mente quando, per evitare la punizione, si erano nascosti nel bagno femminile del secondo piano, privo di fantasmi. O quando Hagrid il guardiacaccia li aveva scoperti a gironzolare nel bosco in piena notte, alla ricerca di un unicorno. Lily aveva undici anni e non vedeva l'ora di vederne uno.

«Sì!»

L'esclamazione di Horace riportò Severus alla realtà. Lo guardò mentre agitava il pugno in aria in segno di vittoria e faceva la linguaccia a Harry e Lucy, che sbuffava infastidita.

«Smettila Horace.» borbottò la sorellina, ma Horace continuò.

«È tutto il giorno che me ne sto bravo e zitto.» ribatté Horace, gongolando. «Ora che finalmente mi posso vendicare, ho intenzione di prendervi in giro per aver perso!»

«Horace Peter Potter, hai solo vinta una partita a scacchi.» gli fece notare il padre, divertito. «Mica la coppa del Quidditch.»

«Da piccoli passi, otterrò il successo.» sogghignò Horace, con un'alzata di spalle.

Horace Peter.

Severus ricordò improvvisamente che Peter Minus era morto sedici anni prima, in un incidente babbano. Non ricordava i dettagli, ma ricordava come Lily avesse accolto la notizia. Perdere un amico le aveva quasi fatto perdere il bambino che portava in grembo, bambino a cui aveva poi deciso di dare il nome di Peter. James non aveva avuto nulla da obiettare.

Lily trovò le pagine manomesse da Sirius e si affrettò a modificarle a colpi di bacchetta, inveendo sottovoce contro l'amico. James stava riprendendo il figlio minore, distraendolo mentre Harry, sorridendo a Lucy, gli faceva crescere una ciocca di capelli.

A quella vista, Severus decise di allontanarsi dal soggiorno, prevedendo una lite furibonda tra i tre Potter. Gli dispiacque lasciare la figlia in mezzo al trambusto, ma conoscendola nessuno l'avrebbe condotta fuori dalla stanza.

Girò per il primo piano della casa, soffermandosi a guardare le foto sue e di Lily e dei bambini. Alcune non si muovevano, altre sì, e gli sorridevano come se potessero vederlo. Salì al piano di sopra, e aprì di qualche centimetro la porta della camera di Alan, per controllare che il piccolo stesse ancora dormendo. Lily aveva ragione: era bellissimo.

Severus riprese a girare nel corridoio, fermandosi di fronte alla cameretta di Lucy. Il letto era in ordine, come la scrivania, ma diversi giocattoli erano sparpagliati per la stanza. Non c'era nulla di strano, lì, e fu sul punto di uscire quando vide una bacchetta abbandonata sopra il cesto dei giochi. Le si avvicinò, pensando che Lucy fosse troppo giovane per possedere una sua bacchetta, e la prese, scoprendo che si trattava della propria.

La rigirò nella mano, pensando al da farsi. Da quando si era svegliato, non aveva pensato ad altro che riavere la sua bacchetta, ma ora che l'aveva trovata, non sapeva cosa farci. Non ricordava più cosa l'avesse spinto a volerla. Se non lo ricordava, non era nulla di importante.

Agitò la bacchetta davanti a sé e riordinò i giocattoli della figlia. Ciondolò nella stanza per qualche altro secondo, poi uscì. Continuò a girare come un estraneo nella propria casa, e si ritrovò dentro una camera utilizzata come ufficio. C'era una scrivania ben ordinata con una serie di libri di medicina. Lily doveva studiare lì. Si avvicinò ai libri e li sfiorò, notando alla sua destra una parete ricoperta da una grossa libreria di mogano. Centinaia di libri rilegati lo stavano osservando.

Severus sapeva di amare i libri, e a quanto sembrava, li amava pure sua moglie. Passò le dita sui volumi più bassi, notando che erano per lo più libri contro le arti oscure, sulla storia della magia e l'erbologia. Nascosto sopra un volume di trasfigurazione, trovò il suo vecchio libro di pozioni: lo prese e lo sfogliò, leggendo gli incantesimi da lui inventati e le correzioni alle pozioni. Sorrise, pensando che avrebbe dovuto spostarlo più in alto per evitare che la figlia lo trovasse. Immaginò che Lily non sarebbe stata affatto felice di scoprire che Lucy aveva imparato i suoi incantesimi.

Severus afferrò il libro e lo nascose nel piano più alto della libreria. Stava per decidersi ad uscire dalla stanza quando un romanzo attirò la sua attenzione. Lo prese e studiò la copertina, che recava gli stemmi di Hogwarts: Guida ai fondatori di Hogwarts era proprio il titolo.

Lo aprì, sfogliando e leggendo qualche pezzo qua e là. Le grandi gesta di Godric Grifondoro, l'intelligenza superiore di Priscilla Corvonero, l'armonia di Tosca Tassorosso e l'ambizioso Salazar Serpeverde. Su di lui non c'erano molte pagine, e Severus sapeva perché: era morto poco dopo la creazione di Hogwarts, a seguito di un litigio con Godric Grifondoro. Si diceva che fosse stato lo stesso Serpeverde a causare la propria morte, sotto gli occhi degli altri tre fondatori. Non aveva avuto eredi dalla moglie, la sua linea di sangue si era interrotta con lui.

Severus chiuse il libro, domandandosi perché si fosse messo a leggerlo. Il romanzo era stato scritto una ventina di anni prima da Mirtilla Elizabeth Warren, una ex studentessa Corvonero divenuta una nota ricercatrice. Aveva trovato diari e lettere appartenuti ai fondatori, nonché tre dei quattro oggetti magici lasciati in eredità: il medaglione di Salazar Serpeverde, trovato nell'eredità lasciata dalla moglie; la Coppa d'oro di Tosca Tassorosso, passata di mano trai suoi eredi fino a quando non era stato venduto a Magie Sinister; il Diadema perduto di Priscilla Corvonero, trovato in Albania, rubato secoli prima dalla figlia della fondatrice. Mirtilla aveva donato gli oggetti magici ad Hogwarts, dicendo che quello era il loro posto. Severus li vedeva tutti i giorni, in una teca della Sala Grande. Della Spada di Godric Grifondoro, Mirtilla Warren non aveva trovato tracce, a parte una leggenda: in una lettera, Godric aveva accennato a Tassorosso che solo un vero Grifondoro avrebbe trovato la spada.

Severus continuò a guardare la copertina, poi rimise il libro al suo posto. Era una buona lettura, ma non aveva scoperto niente che non sapesse già.

La vita alternativa di Severus PitonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora