𝟏𝟏 | 𝖽𝖺𝗇𝖼𝗂𝗇𝗀 𝗂𝗇 𝗍𝗁𝖾 𝗌𝗍𝖺𝗋𝗅𝗂𝗍 𝗇𝗂𝗀𝗁𝗍

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𝐒𝐓𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐄𝐘𝐄𝐒

𝗰𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝗲𝗹𝗲𝘃𝗲𝗻𝖽𝖺𝗇𝖼𝗂𝗇𝗀 𝗂𝗇 𝗍𝗁𝖾 𝗌𝗍𝖺𝗋𝗅𝗂𝗍 𝗇𝗂𝗀𝗁𝗍

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𝗰𝗵𝗮𝗽𝘁𝗲𝗿 𝗲𝗹𝗲𝘃𝗲𝗻
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Un silenzioso sbadiglio fece spalancare le labbra al ragazzino steso comodamente sul letto. La sua testa era posta al centro del materasso e quindi i suoi piedi nudi oscillavano oltre il suo bordo e sfioravano il freddo pavimento. Le braccia erano allungate al suo fianco e i suoi occhi erano socchiusi e contornati da delle lievi occhiaie purpuree mentre osservavano distrattamente le scialbe stelline luminescenti aggrappate faticosamente alla vernice del soffitto che lo sovrastava.

Trasse un profondo respiro, rilassando i muscoli che erano costantemente tesi e contratti. Hoseok era in ritardo. Non gli serviva guardare l'ora lampeggiante della sveglia posta sul comodino per capire che il suo migliore amico non aveva mantenuto la patetica promessa di arrivare alle quattro in punto.

Sabato era arrivato più velocemente di quanto Jeongguk si aspettava e perciò aveva deciso di ospitare il ballerino – in realtà il maggiore si era autoinvitato – per prepararsi insieme per la festa di quella stessa sera.

Ma non era puntuale.

Lo squillante trillo del campanello lo fece sobbalzare ma decise di essere troppo comodo in quella posizione per andare ad accogliere il ritardatario, che varcò l'uscio della sua camera qualche attimo dopo.

«Ehi, Guk!» esclamò il rosso, mostrando un ampio sorriso sulle labbra a forma di cuore e tenendo tra le lunghe dita un borsone scuro. «Come stai—?»

«Sei in ritardo» borbottò il minore, arricciando le labbra in un tenero broncio e non nascondendo la delusione che impregnava le sue semplici parole.

Hoseok emise un verso sorpreso, rilassandosi quasi immediatamente. Si avvicinò a passo felpato verso il ragazzino steso sul letto, accomodandosi vicino a lui sul materasso e scostandogli una ciocca castana dietro l'orecchio. «Lo so, piccola peste, e per questo sono immensamente dispiaciuto» sussurrò dolcemente, «ma non sono arrivato all'orario prestabilito perché ti ho portato qualcosa che potresti mettere stasera.»

A quella frase gli occhi di Jeongguk si illuminarono e si mise a sedere, emozionato da ciò che il suo migliore amico gli voleva dare. L'insoddisfazione si fece ancora una volta strada sul suo volto fanciullesco quando il ballerino gli disse che gli avrebbe mostrato il misterioso regalo una volta cambiati in eleganti abiti.

Il maggiore si alzò dal letto, lasciando la borsa ai piedi di esso, e spalancò le ante del candido armadio di Jeongguk. I suoi scuri occhi scannerizzarono attentamente ogni singolo capo appeso alle grucce, notando subito la vasta distesa di colorate felpe che spiccava notevolmente nel chiarore del mobile. Dopo quei comodi capi d'abbigliamento si trovavano quelle poche camicie che Sunhee costantemente gli regalava per cercare di spezzare la monotonia del vestiario del nipote.

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