Capitolo 4

245 18 14
                                    

Se c'era una cosa che Eren detestava, era aspettare; minuti e minuti sprecati ad attendere, a fissare il muro dinanzi a sé, rimanere con l'ansia che le cose possano andare male. Rigirarsi quel bigliettino tra le mani era la prova che l'attesa di compiere quel gesto disperato si faceva sentire sempre di più, e per la prima volta poteva anche dire di avere paura non andasse tutto liscio.

Se solo avesse mantenuto quella dannata mente lucida, nulla di tutto quello sarebbe successo: poteva prenderlo come una prova del destino l'incontro con quella ragazza, e la tentazione era stata paragonabile a quella di Eva nel mangiare il frutto proibito. La punizione non risparmiava nessuno, e se davvero Eren poteva fare qualcosa per rimediare e tornare nel giardino dell'Eden, avrebbe corso ogni rischio. Ma il punto era... cosa poteva fare? Ogni sua mossa sarebbe stata una traccia, un pezzo di puzzle in più per poterlo rintracciare. Per questo aveva ragionato a fondo sull'idea che qualcun altro si muovesse al posto suo - essendo diventata l'unica soluzione - ma... chi mai poteva farlo? A chi mai poteva dire di essere Rouge Titan, assassino spietato, persino pedinato da qualcuno che conosceva la sua identità, e chiedergli di muoversi come sua pedina? Doveva trovare qualcuno di ingenuo, a cui raccontare una qualche cazzata per sfruttarlo a dovere, e su quello era anche un esperto.

Sospirò pesantemente mentre si lasciava andare sul divano. Era la situazione peggiore che gli potesse mai capitare in quel momento. E ad essere peggiore era la persona che era riuscito a scoprirlo. Ma come diamine aveva fatto... quel maledetto dubbio gli stava annebbiando il cervello. Era mai possibile che la polizia non era riuscita a scoprirlo in quasi quattro anni, ma quella faccia da cavallo era stato in grado di rintracciarlo? No, impossibile... qualcuno doveva pur esserci dietro. Forse c'entrava l'omicidio di Ymir.

Ora che lo stupore di quel ricordo gli fece sgranare gli occhi, si era reso conto del fatto che non se ne era più sentito parlare di quel caso. Che fosse stato archiviato? In quanto? Due mesi? No, non poteva essere. Anche se, più che un trovare l'artefice di quella tragedia, era un caccia all'assassino, poichè era abbastanza chiara la sua identità. Poteva essere anche che quella ragazza uccisa c'entrasse qualcosa, ma erano fin troppo insufficienti le prove e gli indizi che Eren possedeva. L'unica cosa che sapeva, era che doveva eliminarlo ad ogni costo. E per farlo, avrebbe avuto bisogno dell'aiuto di qualcuno.

Accese la televisione nel tentativo di smorzare qualsiasi suo pensiero. Per quanto di poco gusto poteva definire i canali presenti, erano le uniche piccole cose che sapevano distrarlo. Di programmi interessanti nessuno, se non qualche strana telenovela che lo facevano quasi ridere. La pubblicità di un nuovo film al cinema gli ricordò che era da molto tempo che non ci andava. L'ultima volta era andato a vedere It 2 con quel ragazzo amico di Mikasa.

Di colpo gli venne un lampo di genio: Armin Arlert.

[...]

- Arrivo, un momento! -

Un Armin completamente spettinato, appena svegliatosi dal suo riposino giornaliero, stava correndo per aprire la porta ad un certo qualcuno che di pazienza ne aveva ben poca. Era forse la quinta volta che suonava il campanello, ed era passato al bussare ripetutamente. Fosse stato un momento di piena lucidità, il ragazzo si sarebbe persino spaventato da quei rumori così violenti, ma era troppo stanco anche solo per capire qualcosa.

Scese le scale di fretta per poi dirigersi alla porta e sorprendersi non poco appena aperta: davanti a lui, mani nelle tasche e cappuccio in testa, un ragazzo conosciuto poco ma ben fissato nella sua mente.

- E-Eren? Sei davvero tu? - chiese abbastanza incredulo Armin, rimasto a tenere aperta la porta quel poco che bastava per scorgere la figura. Eren strinse le spalle.

- Si, sono io... e ora ti dispiacerebbe farmi entrare? Sai com'è, sto congelando - buttò di getto Eren per poi sorpassare il ragazzo, entrando direttamente in casa sua e togliendosi il cappuccio.

Mask Down || Eremika ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora