III

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Se guardo a fondo, mi riconosco: 

con questa mia espressione di non-senso, 

il callo alle balle che mi racconto 

per non urlare, non urlare, non urlare; 


io non sto nella quiete, ma nella pretesa

di scucirsi di dosso la ferocia 

delle pellicine staccate a morsi coi denti, 

dell'annegarsi nel latte versato. 


Quest'ansia mi sbrana
e il mio è un atteggiamento corrosivo
e il vetro corrode
e il riflesso corrode
e straborda il sangue da sotto le unghie
e crollano gli specchi tutt'attorno
e dove sei? Tu dove sei?

 Io non mi riconosco più.

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