1. 18 Anni

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Erano le 8:05 del 23 Maggio, un mese prima del suo compleanno, Nicole si era svegliata per
l'ennesima volta quella settimana, ogni notte faceva sempre lo stesso incubo, enormi vetrate rosse, urla strazianti e sangue. Il sogno diventava sempre più cruento e realistico ogni sera e poi una voce, riusciva a percepire una punta di disperazione e tristezza nel sentir pronunciare il suo nome. Quando si risvegliava si diceva sempre la stessa cosa, "È solo un sogno, niente di quello che vedi è reale", ormai però non era più così sicura di questo.
Di malavoglia si alzò dal letto, si diresse verso il bagno per lavarsi, dopo essersi vestita con un pantaloncino e un crop top nero, scese di sotto per fare colazione.
Scese le scale e per poco non le prese un infarto nel vedere la sagoma di sua madre che era intenta a preparare i pancake.
"Mamma ma sono le 8:20, perché sei già in piedi?!", la mamma sembrò non sentirla e quando si accorse che sua figlia fosse seduta al bancone quasi non fece volare tutto il piatto con la colazione.
"Ma dimmi ti sembra il caso di spuntarmi così all'improvviso? Per poco tu e tuo padre rimanevate senza colazione", le disse prima di rivolgergli uno sguardo dolce.
"mamma io ti ho chiamato appena sono entrata in soggiorno, sei tu che non mi hai sentita, quindi non darmi la colpa"
"Si va bene come vuoi, come mai sei già sveglia, hai avuto un altro incubo", fece un cenno con la testa mentre guardava la punta dei piedi, si vergognava di doversi svegliare ogni notte come se fosse una bambina, però i sogni erano reali talmente reali che a volte sembrava di toccare quelle immense vetrate Rosso fuoco.
"Tesoro mio è solo un sogno e nei sogni nessuno può farti del male", la voce della mamma era dolce ma anche spaventata, non riusciva a capire cosa stesse succedendo, le infinite notti insonni della figlia la preoccupavano.
"Buongiorno papà, anche tu già sveglio", la voce di Nicole la risvegliò dalle preoccupazioni nella sua mente. In piedi vicino a lei c'era suo marito, un uomo autoritario che però all'insaputa della ragazza quando alzava troppo il gomito si sfogava su di lei. Non poteva dire nulla a Nicole anche se ormai aveva quasi 18 anni.

...i mesi passarono in fretta, tra notti insonni e strane sensazioni, Nicole era finalmente arrivata alla sera prima del suo diciottesimo compleanno. Si era nuovamente alzata nel cuore della notte, per l'esattezza erano le 3:33. "Tanti auguri a me" si disse prima di sentire delle urla provenire dal piano di sotto. Con delicatezza si alzò dal letto per avviarsi verso le scale, dal corridoio si sentivano più forti le urla provenienti dalla cucina.
Scese le scale piano per non farsi sentire, quello che vide la fece rimanere senza parole, suo padre impugnava un coltello e cercava di colpire sua madre che urlava e piangeva. La vista di questo scenario le fece ribollire il sangue tanto che gridò con tutto il fiato che aveva. I vetri delle finestre finirono in pezzi andando dritti contro il padre. Quando riprese pieno controllo di se, Nicole realizzò ciò che aveva fatto, aveva ucciso suo padre per salvare sua madre.
Che dire questo non era esattamente il modo migliore di festeggiare un compleanno. Non riusciva a spiegarsi come ci fosse riuscita o da dove fosse venuta questa rabbia.
L'unica cosa che riuscì a fare, trovato un momento di lucidità, fu scappare il più lontano possibile da quella casa per paura di far del male all'unica persona che le era rimasta.

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