Capitolo 3. Un nuovo incontro.

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Il giorno dopo, andai a scuola, la solita routine, finché il 24 Giugno, conobbi Alexander.
Un ragazzo di 19 anni, alto quanto me, dagli occhi scuri, spalle larghe e capelli ramati, un dio. Lo conobbi ad una festa, me lo presentò un mio amico e così iniziammo a parlare, ci scambiammo i numeri e per un mesetto parlammo solo su whatsapp. La prima volta che ci vedemmo,fu il 19 luglio, scesi alle 23 da casa e dissi a mia madre che andavo al mare con le mie amiche ma lei non ci credeva.
"Claude fammi parlare con una delle tue amiche!"
"Mamma, non prende, cavolo, credimi!"
Chiesi alle mie amiche di coprirmi, ma nessuna lo fece. Alla fine scesi e le lasciai pensare quello che voleva.
Mi incontrai con Alexander sulla spiaggia vicino casa mia e iniziammo a parlare, a conoscerci meglio.
Mi prendeva in giro quando parlavo ed io sorridevo e gli davo degli spintoni.
Dannatamente bello. Bello e dannato. Non volevo baciarlo già al primo "appuntamento", ma le mie intenzioni andarono in fumo quando si avvicinò alla mia bocca...
Le nostre labbra si toccarono e poi si sciolsero in un bacio che man a mano diventava sempre più intenso.
Dopo essere stati due ore insieme, mi accompagnò sotto casa e ci lasciammo con un bacio.
Salii le scale e aprii la porta, mia madre era ancora sveglia nel letto a leggere un libro e mi disse:
"Claude, stavi con un ragazzo?"
"No, mamma"
"Clau, guarda che ho sentito una voce che non mi sembrava delle tue amiche. Mi puoi dire tutto lo sai"
Si, mia madre era una mamma sempre pronta ad ascoltarmi per qualsiasi argomento ma io mi sentivo in imbarazzo se dovevo parlare con lei di cose adolescenziali. Così le dissi:
"È solo un amico"
"Non ci credo altrimenti non mi avresti detto una cazzata. È il tuo fidanzato?"
"No, ci stiamo solo vedendo."
"Ti piace?"
"Si. Beh ora basta, buonanotte."
"Mmmh va bene, notte."
Prima di dormire davvero, entrai su whatsapp sperando che Alexander mi avesse scritto ma così non fu e nemmeno io lo feci.
Mi addormentai triste e speranzosa per il giorno seguente.
Estate, uguale, niente scuola!
Mi alzai tardi e aprii whatsapp: nessun messaggio. Delusione.
Mi era già capitato, che dopo una bella serata con un ragazzo, dopo qualche bacio, PUFF, spariva. E avevo paura che lo facesse anche lui.
Così gli scrissi perché pensavo che facendolo, gli avrei fatto capire che per me non era stata una scappatella.
"Ehi❤️"
"Mongolò😘"
Si, mi chiamava così, abbreviativo di Mongoloide, me la sarei presa se l'avesse detto qualcun altro ma qualunque cosa detta da lui, era bella, mi faceva sentire bene.
Iniziarono le solite domande stupide: come stai, che fai, esci stasera, però ero contenta che mi aveva risposto e che almeno per un po' avevamo parlato.
Passarono i giorni. Non parlavamo spesso, io aspettavo che lui mi scrivesse e probabilmente lui aspetta me oppure non mi pensava neanche.
Alla fine ero sempre io quella che gli scriveva. Il 29 luglio era l'addio al nubilato di mia sorella, Chantal, il mio opposto. Capelli neri e occhi marroni, viso dai lineamenti decisi. Io, invece, bionda, occhi verdi e lineamenti asimmetrici. Nonostante lei fosse più grande di me, io sono più alta di lei.
Aveva 26 anni ed io 15.
Scusate, torniamo a noi, mi perdo troppo nelle descrizioni. Quella sera, io, Chantal e le sue amiche andammo a Birgmingham in una pizzeria , la mia preferita, "Marguerite", dove mangiammo diversi tipi di pizze, una più buona dell'altra. Dopo cena andammo in un bar a bere qualcosa di alcolico con delle cannucce un po' osé.
Ci divertimmo, anche se avrei preferito andare a ballare e bere di più.
Mi accompagnarono a casa all'una, ma io invece di salire, mi incontrai con Alex nello stesso posto del 19 luglio.
Perché? Beh perché mentre ero a cena con mia sorella e le amiche, mi aveva chiesto di vederci e di avvisarlo appena arrivata a Castlebury , la città in cui vivo, nel caso in cui non lo sapesse. Ero al settimo cielo.
Appena lo vidi, corsi ad abbracciarlo e mi baciò. Baci e morsi. Schiaffi e abbracci. Stavo bene con lui. Dopo Luke, ero tornata ad essere felice, a vivere. Tornai a casa alle 02.30, mia madre non si accorse di niente perché dormiva, quindi mi spogliai e mi misi a letto. Ero felice finalmente.

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