capitolo 3

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ormai era una settimana che Sakusa seguiva i miglioramenti, i crolli e la condizione instabile di Miya.
Non avendo una vera vita al di fuori di esso si era affezionato molto a tutto ciò che rappresentava la sua quotidianità in ospedale, anche se Ochano lo aveva avvertito più volte.
Quella stanza aveva un quartetto molto particolare.

Oltre a Miya c'erano un signore di una settantina di anni,Wataku Naritai, serio e preciso, apparentemente severo, anche se addolcito dalla malattia e perseguitato dai suoi sensi di colpa verso i suoi nipoti.
I due bimbi, due gemellini biondi identici, lo venivano a trovare spesso insieme ai genitori, erano davvero adorabili ed energici e lasciavano sempre come una scia di allegria.
Al contrario, i loro genitori erano freddi, sembravano avercela con il nonnino per il suo tumore al polmone dal loro comportamento, anche se Sakusa era quasi certo fosse a causa della paura di perdere la loro figura più dolce.

In quello di fronte al letto del signor Naritai era distesa una ragazza bellissima, ma spenta e
fiacca, l'ombra di se stessa.
Anataga Daisuki
Non parlava mai con nessuno se non con l'infermiera Hanabira, il suo cancro al seno le aveva frantumato ogni suo sogno per il futuro. Era decisamente troppo giovane per quella malattia, e questo la scoraggiava ancora di più.
Il suo unico sogno era avere una famiglia tranquilla, dove trovare riparo e casa, dove amare e essere amati, ma non era possibile ormai.

Sakusa era più che convinto che le sarebbe servito uno psicologo per guarire, il suo atteggiamento era pessimo, le frasi come:"prima finisce meglio è" o "ormai ho perso la motivazione" nonostante non le dicesse erano più che ovvie ormai. Nonostante le si dicesse più volte che avrebbe potuto adottare e che c'erano moltissimi bambini che non avevano casa lei rimaneva cocciutamente convinta che nessuno vorrebbe mai una donna 'difettosa', anche se il moro era più convinto volesse qualcosa di più di un figlio. Come se creare qualcosa l'avrebbe resa ancora viva dopo essersena andata.

l'unico eccetto Ochano che Daisuki ascoltava con piacere era il quarto paziente, Taiyō Sawayaka.
Taiyō occupava il letto di fronte a quello di miya e aveva anche un carattere molto simile, solo più curato e fiero.
il suo aspetto nonostante le sue condizioni era davvero molto curato e bello, i capelli castano chiaro e la forma tondeggiante degli occhi denotavano le sue origini europee.
Sembrava avere una mano abile nel truccarsi, dato che le sue labbra erano sempre curate e passate con del lucidalabbra alla cigliegia, il suo viso era sempre roseo, il suo adorabile nasino lucido e agli occhi non mancava mai l'eyeliner perfettamente simmetrico e quel poco di mascara che dava una marcia in più al suo viso. La pelle era veramente liscia e gli piaceva molto fare delle serate self care insieme a Ningyō, nelle quali facevano maschere e parlavano molto.
Nonostante il suo cancro al testicolo molto grave era convintissimo di guarire e tornare a fare una vita normale, anche se non lo fosse stato realmente era troppo convincente per notarlo.

nessuno veniva mai a trovarlo, sembrava che i suoi genitori fossero troppo lontani, ma questo non lo scoraggiava neanche un po', al contrario se fossero venuti a trovarlo tutto il tempo si sarebbe sentito come se fosse veramente una situazione grave, invece notava con piacere che anche i suoi genitori riponevano piena fiducia in lui. Aveva una sorella maggiore di quasi 27 anni che stava studiando all'estero e almeno due volte alla settimana trovava il tempo per una videochiamata nonostante i suoi molteplici impegni.
Erano sempre chiamate allegre e sua sorella abilmente non parlava mai della malattia con il fratello, allentando la pressione dell'ospedale.

Taiyō passava ore a raccontare cose sempre diverse che chissà dove trovava ad Anataga, che era sempre interessata a queste, non faceva domande, ma Taiyō era molto bravo a intuirle dalle sue reazioni e le dava sempre risposta immediata.

Al contrario di ciò che l'infermiera le aveva suggerito, Sakusa si stava affezionando.
Anche troppo.
Ai racconti senza senso di Taiyō.
Alle loro serate di gruppo.
Alle visite dei nipotini di Wataku.
Ai rari sorrisi di Anataga.

Sapeva di dover smettere, soffrire avrebbe conseguenze negative sul tirocinio.
Voleva davvero lavorare qui? bene. Si sarebbe adeguato

Facile, no?

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