• Epilogo •

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21 Marzo 2020. Ore 01:13. Salto dal letto dopo aver letto il messaggio sul cellulare e vado a prendere la borsa con il PC. Mi collego immediatamente su Skype, aspetto che la mia amica mi risponda.

Non appena si stabilisce il collegamento, mi saluta con ancora un po' di affanno nella voce. È sudata, ha le occhiaie, ma non ricordo di averla mai vista così felice.

La mascherina chirurgica bianca sul comodino, nessun parente vicino, sembra che il reparto sia anche più silenzioso del solito.

Il reparto più felice di tutto l'ospedale, quello dove nasce la vita, appare triste e sterile, scarno e troppo professionale. Dev'essere dura per Federica stare lì da sola e poter vedere i suoi parenti e i suoi cari solo per videochiamata.

"Come stai? Dov'è il bimbo?" Domando, con gli occhi lucidi.

"Stanno per portarmelo, lo stanno finendo di lavare e vestire. È bellissimo, Cami. Devi vederlo."

Annuisco, mentre sento Giovi arrivare dietro di me e comparire nell'inquadratura sullo schermo. Federica stacca un attimo quando le portano il bimbo per chiamare i suoi genitori, qualche minuto dopo ci richiama.

Quando riappare di nuovo sullo schermo, un fagottino dalla tutina celeste è addormentato beato tra le sue braccia. Mi porto le mani sulla bocca, inizio a piangere.

Tutto questo è meraviglioso, non si può descrivere a parole ciò che sto provando. Figuriamoci lei.

Antonio si siede vicino a me, mi stringe verso di lui cingendomi le spalle.

"Hai deciso come chiamarlo?" Chiede il mio ragazzo.

Federica aggiusta suo figlio tra le braccia, lo osserva e sorride.

"Volevo chiamarlo Enzo. Sai, volevo dargli un nome italiano e che lo ricolegasse alla Ferrari. Poi però ci ho ripensato."

"E quindi? Come lo chiami?"

"Il 21 Marzo 1960 è nato Ayrton Senna. Oggi sono passati esattamente sessant'anni da quel momento. Voglio chiamarlo Ayrton."

"Wow." Sorride il mio fidanzato. "Il figlio di Lewis Hamilton e di una dipendente della Ferrari si chiamerà Ayrton. Che paradosso."

"C'est la vie." Ridacchio divertita.

Anche Federica sa che tutto questo ha il sapore dell'assurdo. Poi improvvisamente il suo sorriso si spegne.

"Ho chiamato Lewis. Non risponde. Volevo solo fargli vedere che suo figlio somiglia molto a lui. Gli sarebbe piaciuto..."

"Hey hey. Non pensare a questo adesso. Ayrton è bellissimo, in salute. Il parto è andato bene e tu sei la mamma più bella che io abbia mai visto. Sei forte, ce la farai." La rincuoro subito, lei sussurra un grazie sottovoce.

"Non appena questa storia del covid sarà finita, verremo in Italia a trovarti."

"Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi permesso di stare nella tua casa di Monza." Mi risponde la bionda.

Ho lasciato casa dove vivevo da sola per venire a stare a Monte Carlo, in Monaco, con Antonio. Il signor Bellini ci ha messo un po' per fare le scartoffie per potermi far lavorare comunque da qui, ma ne è valsa la pena. La casa sarebbe finita in vendita o in affitto a una persona qualunque, così ho deciso di darla in affitto a Federica, visto che ancora deve vedere come va con il bimbo. Per ora è riuscita ad ottenere la maternità per due anni, meglio di niente.

"Tranquilla, è il minimo." Si sente Birba miagolare di sottofondo, così Antonio si alza e la va a prendere, la poggia in braccio.

Incredibile come siano diventati amici, soprattutto perché Giovi ha sempre detto di preferire di più i cani ai gatti. 

Soulmates || Antonio GiovinazziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora