꧁ 3 】𝐃𝐞𝐦𝐨𝐧𝐢 ꧂

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⚠️ Scene forti, se siete sensibili saltate le parti in corsivo e leggete lo spazio autrice ⚠️

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Bianco.

Bianco.

E ancora bianco.

Infine rosso, rosso cremisi, rosso sangue.

La stanza era interamente bianca: le pareti erano bianche, il pavimento era bianco, il soffitto era bianco e persino la luce aveva il medesimo colore.

Quella totale assenza di colore nauseante oltre che accecante e disorientante veniva piacevolmente interrotta da dei segni rossi dipinti su una parete, erano freschi, appena disegnati.

Si sentiva richiamato da essi, attratto come lo è un'ape da un fiore, vi si avvicinò piano e li sfiorò con un polpastrello seguendone il movimento curvilineo, gli occhi incollati a quella scia scarlatta.

Come se il suo corpo non gli appartenesse, rifiutando di seguire i suoi comandi e arrivando addirittura a non comunicare con la sua mente, si portò il dito alla bocca accogliendolo con gioia nella cavità calda e umida, prese a leccarlo curioso -simile a un bimbo assaggia per la prima volta un nuovo cibo e tanta di capire se gli piaccia o meno- avvolgendo la lingua intorno ad esso e non lasciandosi scappare nemmeno una goccia di quel liquido che aveva scoperto avere una consistenza densa, un retrogusto metallico e un sapore vagamente conosciuto.

Mugolò soddisfatto buttando la testa all'indietro e lasciando campo libero ai brividi che simili a scariche elettriche attraversarono il suo corpo da capo a piedi.

Riprese poi una posizione eretta, scosse leggermente il capo così da riprendersi da quel sapore afrodisiaco che gli solleticava le papille gustative e fece vagare il suo sguardo sul pavimento finché non individuò l'oggetto dei suoi desideri: il corpo di un ragazzo sulla ventina che giaceva esanime.

Si avvicinò ad esso studiandolo curiosamente mentre un ghigno faceva capolino selle sue labbra e le sue iridi si illuminavano di follia; il corpo si trovava rannicchiato forse perché il giovane sperava che la posizione avrebbe potuto salvarlo dai freddi artigli della morte, gli abiti un tempo bianchi -da cui facevano capolino lembi di pelle a causa dei numerosi buchi presenti su di essi- erano ora tinti di rosso, un rosso intenso e ammaliatore, le maniche della maglietta erano state strappate con forza lasciando in bella mostra le braccia lacerate la cui pelle e le cui vene erano state recise dall'alto verso il basso e infine il volto sul quale era dipinta un'espressione serena a significare che il ragazzo non avesse sofferto oppure che la morte era ciò che più ardentemente il suo cuore desiderava, che la stava attendendo a braccia aperte così che potesse portarlo via da una vita di sofferenze. A pochi centimetri di distanza da lui, contro una parete, un coltello completamente ricoperto di sangue.

Damaged Soul | TaeKookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora