Elis controllò più volte la valigia. Sembrava che tutto ciò che le servisse per la partenza fosse pronto, che non mancasse nulla. Sospirò e si volse verso la madre che le mostrava un altro vestito, quello da indossare nella festa d'inizio anni, in cui gli specialisti di Fonte Rossa si sarebbero mostrati alle fate di Alfea. Sospirò di nuovo. Non aveva affatto voglia di fare quella festa, ma doveva seguire il consiglio della madre di cercare di avere l'aspetto migliore possibile. D'altronde avrebbe potuto incontrare il suo ragazzo ideale, no? Non si sapeva mai. Nella vita tutto poteva succedere. Non era forse questa la sua bellezza? Sorrise a quel pensiero e uscì dalla stanza. Alzò lo sguardo sopra di sé e vide l'astronave reale di Domino che la stava aspettando, pronta per portarla ad Alfea. Salì sopra e vide la porta chiudersi. Poco prima che la porta si chiudesse, lo vide di nuovo. Il ragazzo misterioso dagli occhi grigio-viola e i capelli blu la stava osservando. Vide che apriva le labbra come per dirle qualcosa, per poi richiuderle quasi subito. Sospirò. L'attraeva sempre di più. Lo guardò per un attimo. Le sembrava ancora più bello del giorno precedente e non sapeva perché, ma adesso che lo osservava bene il suo volto le ricordava quello del padre. Dove sapere chi fosse. Abbassò il finestrino, cercando di non farsi scorgere dall'autista si sporse e lo guardò negli occhi. Lo vide sorridere e guardarla. Un sorriso lussurioso apparve sulla bocca del ragazzo. La ragazza guardò le sue labbra. Erano bellissime. Elis lo guardò di nuovo e poi, facendosi coraggio e cercando di mostrarsi sicura, disse:<<Chi sei? Che cosa vuoi da me?>> Il ragazzo la guardò e disse solo queste parole:<<Presto sarai mia, puoi contarci! Non ti lascerò a nessun'altro!>> Elis lo vide allontanarsi. Non poteva credere che quel ragazzo avesse detto quelle parole. Sarebbe stata sua? Che cosa significava? Che cosa voleva da lei? Perchè cavolo non le aveva risposto? Sentì l'astronave che si librava in aria. Scosse la testa. Non doveva pensare a quello strano ragazzo, ma soltanto al futuro che l' aspettava. Si voltò e vide la faccia accigliata di Aquerium che l'osservava. <<Chi è quel ragazzo, l'hai scoperto?>> Aquerium vide la sorella scuotere la testa. <<Sei sicura di non conoscerlo?>> Lei annuì. <<Lo hai visto anche tu, no? E io non conosco nessuno che anche tu non conosca, no?>> Il ragazzo annuì. <<Quindi non mi chiedere più se lo conosco, è chiaro? Perché, tanto, riceverai sempre la stessa risposta! Io non so proprio chi sia quel ragazzo!>> Vedendo la sorella spazientita a Aquerium venne da ridere. Oggi aveva i nervi a fior di pelle la ragazza! Rise. Con la coda nell'occhio la vide voltarsi dall'altra parte e fargli il muso, ancora di più spazientita. Lui le mise una mano sulla spalla e le disse.<<Probabilmente è solo un ragazzo che ha notato la tua bellezza e che vuole conoscerti, no credi?>> Vide la sorella sorridere, togliere con un gesto impulsivo e veloce la sua mano dalla spalla, stringendola l'attimo dopo e poi dire:<<Non mi prendere in giro! Lo sai che non sono poi tanto bella! Ci saranno sicuramente tante ragazze molto più belle di me! Te ne accorgerai una volta arrivati a Magix>> Aquerium guardò la sorella un attimo. Capelli rossi con bagliori dorati di cui una piccola ciocca era legati da un nastro blu, occhi blu notte profondi che potevano incantare chiunque. Labbra carnose e belle, pronte per il bacio di un bel ragazzo, naso dolce e delicato, la forma del viso che consisteva in un perfetto ovale, seno molto più grosso di qualsiasi ragazza del sua età, bacino lungo e modellato, gambe lunghe da cerbiatta. Sì, era proprio vero. Sua sorella era una delle ragazze più belle che conoscesse, poche avrebbero potuto superarla in bellezza. Forse solo la principessa di Solaria, Vega. Aveva visto quella ragazza in un programma di moda in cui era stata ospite e lo aveva molto stupito per la sua bellezza. Certo forse in quel programma era truccata e messa al meglio, ma i suoi tratti non dovevano essere molto diversi da come erano di normale, no? E poi oltre ad avere un bel viso aveva anche un bel paio di grosse tette! Aveva sentito dire che anche sarebbe andata ad Alfea. Sospirò. Sarebbe stato il suo sogno conoscere una tipa da sogno come quella! Vide la sorella che lo guardava male. Arrossì. Doveva aver capito a cosa stesse pensando. Sua sorella aveva un certo sesto senso per quelle cose! Guardò sotto di lui. "Ricordati che non devi scegliere le ragazze solo per la bellezza! Conta anche il cuore! Io non sono solo bella, no?" Aquerium annuì, sorridendo. Era vero.
L'astronave era ormai lontano da Alfea e si stava dirigendo verso Magix. Vegha stava preparando la propria valigia. Il fratello stava chiacchierando allegramente con Primula. Sapere che, mentre lei era a preparare l'occorrente della scuola, lui stava spassarsela senza neanche aiutarla gli fece crescere la rabbia e la frustrazione. Va bene che Primula era anche amica sua, ma poteva anche degnarsi di aiutarla e parlare all'altra più tardi, no? E poi si trovavano anche nella sua stanza. Se non la voleva aiutare, che almeno uscisse di lì e andasse a chiacchierare da un'altra parte, che lei non era in vena di ascoltare i suoi discorsi e le sue chiacchere! E come se non bastasse non riusciva nemmeno a trovare tutto i vestiti che voleva! I vestiti che aveva comprato ieri nel negozio, che alla fine non era tantissimi era come spariti. Non riusciva a trovarli in nessun modo. Si voltò infuriata verso il fratello. Stava per urlargli contro tutta la sua rabbia, quando vide fuori dalla finestra, sopra il ramo di un albero che era proprio all'altezza della sua stanza, un ragazzo dalle orecchie appuntite, la pelle pallida, i capelli verdi raccolti in due code. La cosa che la stupì di più dell'aspetto di quello strano ragazzo furono i luminosissimi occhi d'oro che la stavano osservando, come se fosse la creature più bella dell'universo. Che fosse un elfo? D'istinto si portò la mano destra alla camicetta a strisce bianche e rosa, come se la volesse riportare su e quella sinistra alla gonna di jeans rosa, come volesse abbassarla, così da coprirsi e mosse i primi passi. Stava per uscire dalla camera e avvicinarsi ancora di più al ragazzo per vederlo meglio, quando lui scomparve. Sbuffò. Forse era solo il frutto della sua immaginazione! Guardò un attimo le scarpe chiuse arancioni con tacco che aveva comprato il giorno prima. Erano state un ottima scelta! Vide il fratello che, accortasi della sua irritazione e di quella della madre, aveva iniziato a prendere in braccio le valigie, aiutato dal padre, per portarle verso l'astronave. Jackson sbuffò. Perché cavolo le mansioni più pesanti toccavano a lui? Cos'era, sua sorella non riusciva a sollevare una valigia da sola? Si voltò e la vide intenta a mettere altre cose nella valigia grande. Cosa non le bastava ciò che aveva messo prima? Non aveva certo bisogno di tanti vestiti per andare a una scuola, no? E poi non considerando che era una scuola per tutte femmine! Certo vi era la scuola degli specialisti di Fonte Rossa lì vicino, ma questo non voleva dire niente, no? Avrebbe visto quei ragazzi si e no tre volte. E poi loro non si sarebbero mai interessati a una mocciosa viziata come lei! Sbuffò, buttò a terra le valigie che aveva preso e si mise a frugare tra i vestiti. La madre lanciò un altro ennesimo urlo. A causa di Vegha e dei suoi stupidi vestiti erano in ritardo. Finalmente riuscirono a trovare vestiti adatti e chiusero la valigia. Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo e fece per sollevarla. Ma perché cacchio la doveva portare lui! C'erano i servitori, no? Sospirò. La mamma li aveva mandati in ferie per una settimana. Così si doveva occupare lui delle valigie della fastidiosa sorella e delle proprie. Lanciò un urlo di sorpresa. Doveva pesare una tonnellata! Vide lei che apriva la porta e usciva dalla stanza come se fosse stata una regina. La odiava! Era facile per lei scendere le scale con eleganza! Non doveva portare nessuna borsa! Era libera da quell'obbligo, la signorina! Odiava quelle stupide idee di genere. Vega, dopotutto, doveva essere perfetta. Mica poteva rompersi un'unghia. Rise, immaginandosi la sorella che si disperava per la manicure rovinata. Caricò tutto sull'astronave, aiutato dal padre, che, intanto aveva caricato anche le sue di valigie. Intanto qualcuno nell'ombra la stava ancora osservando e si godeva della sua immagine.
Lilith si voltò a guardare per l'ultima volta il suo mare. Non l'avrebbe più rivisto, o non l'avrebbe più potuto rivedere per almeno qualche mese! Sbuffò e si voltò verso la madre. La sua pancia appariva gonfia come un palloncino pieno d'aria. Ormai la gravidanza era quasi giunta al termine. Mancava poco ormai! Sorrise. Era felice per lei e Nex. Adesso avevano la felicità in mano, no? E sua madre non avrebbe più pensato a suo padre Nabu, morto molti anni prima. All'improvviso le apparve l'immagine di una donna bellissima che le sorrideva. Scosse la testa. Aveva sempre più spesso quell' immagine nella testa e nei suoi sogni. Chissà chi era quella donna che le compariva? Cercò di non pensarci. Adesso era il momento di andare. Salì sull'astronave. Si godette lo spettacolo di Andros che diventava sempre più piccolo sotto di sé. Sorrise. Sarebbe stato bello conoscere quella ragazza dai capelli rossi e diventare sua amica. Non vedeva l'ora. Senza accorgersene si addormentò. Nel sogno si ritrovò in una radura coperta di fiori. Si guardò. Indossava una veste verde da fata, con al limite della gonna delle grandi gocce di acqua, con sotto dei volant verde chiaro, con due ali incantate alla schiena e delle scarpe verdi col tacco ai piedi e una cintura a forma di goccia. I capelli erano retti da una specie di passata blu - mare. Arrossì. Come era possibile? Non avrebbe mai indossato prima d'ora quel vestito! Mentre cercava di trovare una soluzione a quel tremendo rompicapo, sentì una dolcissima voce femminile che cantava una ninna nanna di Andros. Un misterioso impulso la portava a raggiungere la donna della voce. Iniziò a incamminarsi. Fu come se la radura si spalancasse di fronte a lei. Sentì il canto sempre più vicino. Avanzò fino a quando vide una donna con la prende ambrata, gli occhi blu, i bellissimi capelli castani crespi con un delicato vestito blu oltremare. Continuò a cantare a occhi chiusi. Per qualche istante stettero così, l'una a osservare, l'altra a cantare dolcemente. La dolcezza del momento avvolgeva Lilith in un bellissimo momento che incantava la ragazza e la stregava. A un certo punto, la donna si voltò. Lo sguardo dei suoi dolci occhi verdi, così simili ai suoi, la incantarono. <<Lilith, tesoro? Sei tu? Sei finalmente arrivata,amore!>>. La ragazza sentì il cuore riempirsi di dolcezza e amore. <<Mamma?>>disse involontariamente. Scoppiò a piangere. Sentì qualcuno che la stringeva da dietro. Si voltò. Vide un uomo che le sorrideva. <<Siamo qui per te, tesoro mio!>>. La donna fece un sorriso triste e disse:<<Ricordati che ti vogliamo tanto bene! Però ricordati di guardare davanti a te sulla strada del cammino e di non dimenticarti mai chi sei! Ricordati che noi ci saremmo sempre per te!>>. L'uomo sorrise tristemente a sua volta e disse:<<Ti servirà tutto il tuo coraggio .... Ma ricordati che ti vorremmo bene per sempre e che saremo sempre con te!>>. Lilith sentì di essere tornata bambina. <<Mami! Papi!>>disse, piangendo. Sentì la donna che ricominciava a cantare la ninna nanna, mentre l'uomo la prendeva delicatamente in braccio. In quel momento un' ondata di oscurità avvolse lo sguardo di Lilith. I due genitori scomparvero davanti ai suoi occhi e tutto fu avvolto nell'oscurità. La ninna nanna diventò un grido e Lilith si svegliò in un'ondata di sudore. Si rese conto di essersi addormentata. Perché cavolo si era addormentata? Non riusciva proprio a spiegarselo.
In quello stesso memento Stayl e Tommy stavano preparando tutta la attrezzatura, tecnologica e non, per poter andare a scuola al meglio. Prima di andare sentì Software che la chiamava. Arrossì. Il ragazzo le andò incontro. <<Così sei già pronta per andare a scuola, eh?>>. La ragazza tentò di non far vedere il proprio rossore e disse:<<Sì sono già preoccupata per quello che troverò alla scuola! Non so se c'e la farò!>>. Il ragazzo le afferrò delicatamente la mano. <<Non ti preoccupare! Sono sicuro che ce la farai! Io sono andato benissimo al primo anno e tu hai tutte le capacità per potercela farcela!>>. La ragazza si sentì esplodere. <<Stayl, dobbiamo andare!>>disse il fratello, guardando male la sorella. La odiava quando faceva così! Si faceva travolgere da sentimenti irrazionali e non pensava ad altro!<<Arrivo!>>gridò la sorella, con quel suo solito sorriso a ebete, tipico di quando parlava con lui. <<Ci vediamo!>>disse Software, allontanandosi. La ragazza sorrise. In quel momento arrivò l'astronave. Stayl salì sull'astronave-taxi insieme al fratello, con gli occhi del ragazzo negli occhi. Era stato Tommi a chiamarla. Se avesse dovuto aspettare Stayl ci avrebbero messo tutto il giorno.
In quello stesso istante Nota componeva una musica per il suo primo giorno di scuola. Sperò di trovare nuovi amici. Sentì una strana sensazione al cuore. Non sapeva perché, ma si sentiva spiata. Vide degli occhi rossi nell'ombra. Si avvicinò sperando di sbagliarsi. In quel momento sentì la voce del fratello che gli chiedeva se aveva già preparato le valigie. La ragazza si voltò e annuì. <<E allora che aspetti? Dobbiamo andare!>>gridò il fratello, spazientito. <<Arrivo!>>disse la ragazza, sorridendo. Era davanti all'astronave, noleggiata dai genitori per l'occasione, quando sentì Psilophon, un suo amico di infanzia, che gli avvicinava. Arrossì. Sotto,sotto sentiva di essere innamorata di lui. Lo conosceva da molto tempo e ciò era normalissimo! Era normale innamorarsi del proprio amico! Sentì il cuore che le batteva forte. Sperò che l'oroscopo avesse ragione. Quel giorno aveva segnato: "grandi sorprese in arrivo!". Non poté riflettere oltre, perché senti Psilophon che le si avvicinava. Il ragazzo le fece uno buffetto sulla guancia. Lei cercò di non mostrarsi agitata. Fece una faccia così impassibile da sembrare ridicola. <<Buona fortuna!>>disse lui, sorridendogli. La ragazza sentì la gola bloccata. Non poteva rispondere. Il ragazzo si diresse verso l'astronave. Nota sentì il cuore all'impazzata, mentre saliva nell'astronave. Anche lei aveva il volto del ragazzo del cuore.
In quello stesso istante Orchidea stava preparando le sue piante per andare alla scuola. <<Ma tornerai ogni tanto?>>chiese il fratellino, aggrappandosi alle sue gambe. <<Ma certo! Quando ci saranno le feste tornerò subito a trovarti!>>disse lei, sorridendo e prendendolo in braccio. <<Evviva!>>disse il bambino, abbracciandola. <<Orchidea! Devi andare!>>disse la voce del padre in tono perentorio. <<Va bene!>>disse lei, dirigendosi verso l'astronave. Sentiva la gioia invaderle il cuore. Andare a scuola significava conoscere nuove amiche e poter fare nuove conoscenze. Inoltre, avrebbe imparato nuove cose. L'unica cosa che le dispiaceva era non vedere suo fratello spesso. Salì sull'astronave. Sentì che la stava guardando. La sensazione come era venuta sparì. Forse non era successo niente. Sorrise. Sperò che fosse così. Guardò i bellissimi paesaggi del suo mondo. Adorava quel momento. Sorrise guardando i bei paesaggi del suo mondo che svaniva, mentre l'astronave portava lei e le altre ragazze verso il loro nuovo destino.
...........
Arrivare ad Alfea fu più veloce che partire. Elis scese. Guardò l'enorme scuola che si stagliava davanti a lei. Sentì la gioia che si propagava nel suo cuore. Urlò. Era incredibile! Finalmente era nel luogo dove aveva sempre sognato di essere! Il fratello la guardò come se fosse un essere mostruoso. Ci fu un attimo di silenzio, poi Aquerium scoppiò a ridere. Elis lo fulminò con lo sguardo. <<Che cos'hai da ridere?>>chiese, con voce demoniaca. Il fratello impallidì e disse solamente:<<Niente, niente!>>. La sorella tornò a calmarsi ed a urlare per la gioia. Il ragazzo sbuffò. L'aveva scampata bella! <<Allora, ciao! Io devo andare a Fonte Rossa! Ci vediamo, sorellina!>>disse, chiudendo l'astronave che si diresse verso la scuola. La ragazza lo salutò. Mentre vedeva il fratello andare via, notò con la coda nell'occhio una bellissima ragazza dai capelli cespugliosi e scuri come la pelle e gli incredibili occhi verdi, belli come il diamante. Il suo sorriso era radioso come mille giornate di sole, ma sembrava che vi fosse una vela di tristezza nei occhi color smeraldo. Fu, forse, quella tristezza ad attirarla. Voleva conoscerla. Senza pensarci nemmeno un istante, decise di andarla a conoscere. Mentre correva verso di lei, urtò contro una ragazza bionda e con gli occhi azzurri, facendola cadere a terra. <<Che modi!>>urlò la biondina, spazientita. <<Scusami!>>disse Elis, arrossendo e aiutandola ad alzarsi. Non poteva iniziare litigando subito con una persona. Sperava solo che l'altra non facesse una scenata. Non avrebbe saputo sopportarlo. La ragazza si mise una mano sulla bocca e disse:<<Oh, come sono maleducata! Certo che tu ti sei comportata in modo talmente maleducato .... Ti hanno mai detto che correre non è previsto nel bon ton della perfetta principessa? Che maleducata! L'ho fatto di nuovo! Mi sono dimenticata la buona creanza! Comunque, io sono Vegha, principessa di Solaria! E tu? Come ti chiami?>> disse Vegha, inchinandosi e sperando che la ragazza accettasse la sua buona creanza e il modo di fare deliziosamente fine. La ragazza la guardò come se avesse parlato un cricetone a tre teste e non la principessa di Solaria. Vegha si spazientì. Come osava quella sconosciuta guardarla in quel modo?<<Io sono Elis, principessa di Domino! Ci vediamo!>>disse la ragazza, scansandola e correndo per evitarla. Vegha la guardò andare via. Che screanzata! Poteva anche essere una principessa, me nessuno poteva comportarsi così di fronte a lei! Eppure si era comportata splendidamente! Risentita, si allontanò il più veloce possibile da quella screanzata senza il più briciolo senso della regalità. In quel momento Lilith stava guardando tristemente le rocce. Sentì qualcuno che gli afferrava un braccio e lo scuoteva. Si voltò. Vide una ragazza dai capelli rossi con ciocche bionde che incorniciavano un viso perfetto e due splendidi occhi blu scuro che la osservavano. Il volto della ragazza, bello già in principio, divenne ancora più bello quando la sua bocca si aprì in un caloroso sorriso che contagiò Lilith tanto da far sorridere lei stessa. La ragazza le strinse una mano con una presa forte e disse:<< Io mi chiamo Elis e tu?>>. Lilith rispose dando una stretta ancora più forte di quella dell'altra e disse:<<Io sono Lilith!>>. L'altra sorrise. Continuando a stringerle la mano disse: << E'un vero piacere conoscerti!Sembri una ragazza così fantastica!>>. Lilith sorrise e, senza mollare la stretta, disse:<<Grazie! Il piacere e tutto mio, credimi!>>. Si sorrisero. <<Vieni con me a presentarti alla direttrice?>> chiese a un certo punto Elis. L'altra annuì. Si diressero entrambe verso l'istruttrice Mc Davis. Appena la donna le vide, iniziò ad osservare la lista, dicendo:<<Bene, bene! Le due signorine sono ....>> Elis e Lilith si presentarono. La donna controllò velocemente la lista. Segnò i loro nomi e disse loro di accomodarsi nelle loro stanze. Elis notò con la coda nell'occhio l'antipatica super viziata di poco prima che si presentava alla direttrice che assegnava anche a lei una stanza. <<Spero di non averla come vicina di stanza!>>gridò Elis, rivolta a Lilith che disse: <<Anch'io! E chi la vorrebbe avere vicino una così?>> . In quel momento, nella fila per presentarsi, Orchidea fu spinta da una ragazza con i capelli castano-rossi, finendo per urtare qualcuno. La ragazza che aveva urtato si voltò verso di lei. Orchidea, con il suo fare timido e impacciato, tentò di scusarsi, ma riuscì solo a pronunciare monosillabi incomprensibili. L'altra sorrise. Orchidea la guardò meravigliata. Quando quella ragazza sorrideva, miliardi di dolci stelle sembravano illuminare i caldi occhi verde-acqua e l'intero volto, avvolto dai capelli castani si illuminava.<<Non importa che tu ti scusi! E'colpa mia che ti ho impedito di passare! Se lo avesse fatto c'era la probabilità del 100% che questo brutto incedente non sarebbe mai accaduto!>>disse, raccogliendo il capello e spolverandolo con noncuranza. Orchidea impallidì a quella precisa proporzione. Stayle la vide impallidire e si chiese se non avesse sbagliato. Quella ragazza sembrava non capire niente di matematica! Provò a rimediare, porgendole la mano e, dicendo:<<Io sono Stayle, piacere!>>. La ragazza fece un sorriso bellissimo che illuminò i suoi dolci occhi verdi. Si mise i capelli davanti, come se si volesse nascondere. Quando Stayle cominciò ad avere i crampi al braccio, la ragazza le strinse la mano e arrossendo lievemente, disse:<<Io ... Io sono ..... sono Orchidea! Il pia .... Pia .... Piacere è tutto mio!>>. Si sorrisero e senza dirsi nulla, si diressero entrambe verso l'istruttrice che aveva appena finito con Vega. Stayle la urtò per sbaglio. La ragazza la guardò spazientita dall'intrusione di quella volgare plebea e iniziò a lamentarsi del suo comportamento mentre se ne andava. <<Che maleducata! Non si spostava e non è nemmeno presentata! Ma chi si crede di essere>>disse Stayle, infuriata dal comportamento della sconosciuta bionda. <<Avrà avuto i suoi buoni motivi!>>disse Orchidea, dolcemente. <<Sei dolcissima, Orchidea, lo sai? Già mi piaci!>>disse Stayle, sorridendo. La ragazza arrossì. <<Allora vi volete presentare o no, signorine?>>disse l'istruttrice,con tono che non ammetteva repliche. Le due ragazze si presentarono. Fu indicata loro la stanza dove si diressero tenendosi per mano.
In quel momento anche Nota era arrivata. Davanti all'istruttrice si presentò. Scoprì di essere compagna di stanza di una certa Vegha. Quando si diresse verso la stanza, sentì ondate di gioia, calore e felicità che la sommergevano. Vide una ragazza bellissima come un angelo dagli occhi azzurri e dai capelli biondi che riordinava i suoi vestiti. In attimo decise che sarebbe stata lei la sua migliore amica. Estrasse dalla valigia lo stereo e lo accese sulla sua canzone preferita. Iniziò a ballare e a cantare. Vide la ragazza che smetteva di fare quello che stava facendo e la guardava. Rimasero per un po' così. Vegha guardava quella bellissima e straordinaria ragazza. Neanche lei avrebbe saputo fare di meglio. I suoi occhi blu erano così luminosi mentre danzava e cantava. <<Sei fantastica!>>disse, euforica. Si tappò immediatamente la bocca. Sperò di non aver rovinato quel momento idillico. Vide la ragazza che sorrideva e spegneva lo stereo. <<Perché lo hai fatto? Eri davvero spettacolare!>>. L'altra sorrise. <<Davvero!>> <<Ma certo! Sono una vera esperta, io! Che mi servirebbe sennò essere Vegha, la principessa di Solaria, se non capissi neanche quando ho davanti a me una vera artista?>>. Nota sorrise. I suoi occhi si illuminarono di gioia. Aveva visto giusto! Quella ragazza era davvero fantastica!<<Grazie!>> disse, sorridendo. <<Sei fantastica anche tu! L'ho capito subito quando sono entrata nella stanza! Io non sono una principessa, ma spero che possiamo essere comunque amiche! Il mio nome è Nota e sono la fata della musica di Melodi!>>. <<Fantastico! Ecco perché canti e balli così bene! Sembri una sirena o una splendida ninfa! Non ho parole per descrivere la tua bravura! Io ...>>. Vegha arrossì. <<Sìì?>>la incitò Nota. <<Be'.... Vorrei sentirti di nuovo cantare! E stavolta senza musica!>>. Nota sorrise. <<Va bene!>>. Entrambe si sorrisero, felici di aver avuto la possibilità di conoscere una nuova amica così speciale come sentivano che l'altra fosse ormai divenuta per loro. Continuarono a cantare e ballare. Vegha le mostrò tutti i suoi vestiti e l'altra ricambiò mostrandole tutte le sue canzoni che aveva scritto. <<Alcuni di questi bellissimi vestiti li hai fatti tu?>>chiese Nota, non appena vide un altro vestito davanti a lei. <<Modestamente sì! Ho davvero un gusto incredibilmente sopraffino in fatto di moda! Non lo pensi anche tu?>>. Nota annuì e sorrise. Per ricambiare il complimento della sua nuova amica, Vegha afferrò il testo di una delle sue canzoni e chiese:<<Questa invece l'hai scritta tu?>>. Nota arrossì lievemente e annuì. <<E'davvero fantastica!>>disse l'altra, abbracciandola. <<Grazie! Puoi tenerla se vuoi!>>disse Nota, sorridendo. Vegha strinse più forte ed esclamò piena di gioia:<<Davvero posso?>> <<Ma certo!>> <<Fantastico! Allora tu prendi il mio vestito!>>disse, porgendole lo splendido abito che le aveva mostrato fino a poco prima. <<Davvero posso?>> <<Ma certo! E'questo che si fa tra amiche!>> <<Grazie Vegha!>>. Si sorrisero. Vegha stava per proporre la serata in discoteca, quando la noiosissima voce della Direttrice le interrupe, intimandole di recarsi in aula per la lezione. Mentre si dirigevano verso l'aula Vegha si scontrò e fece cadere una ragazza dai capelli castani e dagli occhi verde acqua che era seguita da un'altra ragazza con i capelli neri e gli occhi verdi. <<Dico io che modi!>>esclamò Vegha, rialzandosi e aggiustandosi il vestito, sporco di polvere. <<Che modi? Per tutti i circuiti! Guarda che sei tu a essermi venuta addosso!>> disse l'altra ragazza, aggredendola. Vegha la guardò con sufficienza. <<Ci deve essere un malinteso! Sei tu che mi sei venuta addosso!>> disse. Poi si mise ad aspettare. <<Cosa stai facendo, per mille neutrini?>>chiese l'altra, guardandola. L'altra ragazza disse:<<Stayle ti prego! Facciamo le nostre scuse e andiamo via, ma non mettiamo a litigare con le altre studentesse!>>. Stayle stava per risponderle, quando Vegha chiese:<<Avanti! Che aspetti a dare subito le tue scuse?>> <<Come scusa?>> <<Io, Vegha principessa di Solaria, pretendo che tu Stayle, fata di Zenit, mi chieda subito scusa! Perché è da lì che provieni, giusto, dato il tuo barbaro linguaggio!!>>. Staile la guardò come se avesse appena parlato una pazzoide e non la principessa di Solaria. <<Ti sbagli! Ho appena calcolato che c'è il 95% delle possibilità che mi abbia spintonato tu!>> <<Senti, carina, non ho alcuna intenzione di sentire calcoli e cifre matematiche! Non ci capisco niente e ...>> <<E allora continua a non capirci meno di infinito al negativo. Le cose stanno scientificamente così punto e basta!>> <<Be'non mi importa come stiano le cose! Smettila subito di fare calcoli di cifre e numeri!>>. Le altre due le osservarono. Tanto fermarle non sarebbe servito a nulla, Sembrava che nulla avrebbe potuto fermarle da quel litigio pazzesco tranne .... Il suono della campanella! In quel momento intervenne il suono della campanella dell'inizio delle lezioni. Le due litiganti, rendendosi di essere in ritardo per le lezioni, smisero immediatamente di litigare.Ognuna di loro afferrò il braccio della propria amica e così Orchidea e Nota, che non aveva avuto neanche il tempo di presentarsi l'una all'altra, furono separate. Corsero immediatamente alla lezione dove furono sgridati aspramente dalla direttrice. <<Signorine! Lo sapete che arrivare in ritardo è una colpa grave per una fata veramente responsabile? Un giorno dovrete divenire fate guardiane! Questi errori possono essere fatali! Se arrivate tardi a salvare una persona in difficoltà, non riuscirete a salvare proprio nessuno!>>le gridò in faccia. Le ragazze si scusarono. La donna continuò a brontolarle dicendo che era un grave segno di responsabilità, che scusarsi non bastava, che dovevano impegnarsi a non farlo più. A un certo punto la mente di Vegha si perse in quella brontolata assurda. Le parole della direttrice si confusero e divennero lo starnazzare di una papera. Ma quanto parlava ancora? Sbadigliò, mentre lo starnazzare continuava. Meno male la direttrice non si accorse nemmeno che lei stava sbagliando per la troppa noia. Continuò a sbadigliare. Per vincere la noia provò a fare come faceva di solito suo fratello Jackson. Per un attimo pensò quanto fosse decisamente poco elegante per una principessa, poi si decise. Immaginò la direttrice come se fosse veramente una papera che starnazzava. Vide davanti a sé la direttrice-papera che scoteva i capelli e arruffava le piume, infuriata. La scena appena immaginata la fece scoppiare a ridere. Sentì Nota che le dava le gomitate sul braccio e cercò di contenersi. In quel momento Lilith e Elis osservano la scena, sconvolte. <<Si sono già fatte punire il primo giorno! Ma chi si credano di essere quelle?! Credano di essere abbastanza principesche da arrivare alle lezioni in ritardo?! Non le ho mai capite quelle vanitose che si credano chi sa chi, io!>>gridò Lilith infuriata, pensando alla vanitosa Vegha. Elis annuì. <<E inoltre non è poi tutta questa bellezza che si crede! Per me è sono una maledetta principessa sul pisello! E'una vergogna che al mondo ci siano gente simile!>>. Elis annuì di nuovo. <<Insomma! Una corona e un bel aspetto non ti rendano veramente una perfetta principessa! Sono il cuore e la buona volontà a renderti tale!>>. Elis annuì di nuovo. <<Non possono arrivare così in ritardo! Essere una principessa non significa fare quello che si vuole mattina e sera! Significa impegno, dedizione, tenacia! Tutto ciò che loro di sicuro non hanno!>>. Elis annuì di nuovo. Sperò che Lilith arrivasse al punto. <<Insomma, non riesco proprio a sopportarle! E tu Elis?>>. Elis annuì di nuovo. <<E'incredibile!>>. In quel momento la brontolata finì ed iniziarono le lezioni. La lezione del giorno era del professor Higgins con le sue trasformazioni. Iniziò dicendo che il segreto per ogni buona trasformazione era la concentrazione. Chiese loro di concentrarsi bene e immaginarsi con altri colori di occhi e di capelli. Le ragazze seguirono il suo ragionamento e si concentrarono. Lilith vedeva il dolce volto della donna accanto al suo. Sorrise. Stava per chiederle chi fosse e perché lei sentisse quell'immane dolcezza ogni volta che la vedeva, che la donna scomparve. <<Noo! Non andare via!>>le urlò mentre lei scompariva. La donna sorrise, ma non rispose. Lilith sentì un'ondata di dolore e panico travolgerle il cuore. Lei se ne era andata. Pianse per la prima volta in vita sua. Sentì come se avesse perso qualcosa di importante che non avrebbe mai più recuperato. <<Bravissima, Lilith! Vedete, ragazze, Lilith vi ha mostrato un perfetto esempio di metamorfosi!>>disse la voce del professore, riportandola alla realtà. Aprì gli occhi. Si guardò velocemente allo specchio che riuscì a materializzare con la magia per guardarsi bene in faccia. Non appena si vide sentì il proprio cuore esplodere. Si accorse di avere gli occhi verde chiaro e i capelli rosso-bruni come quelli della donna della visione. Non poteva essere! Lei la stava sognando fino ad un attimo prima ed ora ..... Ma come era successo? <<Davvero brava! Visto come ci si concentra, ragazze?>>. La ragazza arrossì. Per la prima volta in vita sua si sentiva in imbarazzo, terrorizzata e triste al tempo stesso. Non aveva neanche il coraggio di dire al professore che non aveva la più pallida idea di come ci fosse riuscita. Forse pensando a quella donna si era concentrata .... Una volta sua madre le aveva detto che un giorno aveva urlato nel letto per un incubo e lei era subito accorsa. Non appena arrivata lì aveva visto Lilith che utilizzava l'incantesimo dei liquidi per allontanare la cosa che le aveva fatto tanta paura. Ora che ci pensava bene sua madre le aveva detto che quella era stata la prima volta che l'aveva vista usare la magia di fata .... Eppure non si era mai trasformata prima! Come mai? In quel momento Elis stava guardando l'amica. Si chiese come avesse fatto a cambiare colore d'occhi e capelli così in fretta. Chissà se poteva farlo anche lei! Provò a concentrarsi. Le venne in mente il bel viso della madre. A volte avrebbe voluto essere come lei. Poi le venne in mente il padre. Lui sì che era davvero forte! Sentì il cuore riempirsi di una strana gioia. In quel momento sentì il professor Higgins urlare di gioia:<<E brava Elis! Vedo che hai seguito l'esempio che Lilith ci ha gentilmente dato e ti sei decisa anche tu a concentrarti! Siete nuove, ma già mi stupite molto, ragazze! Se continuate così a scuola andrete alla grande!>>. Elis lo ascoltò stupita. Fece materializzare uno specchio con la magia. Si accorse di avere i capelli biondi come il padre e gli occhi azzurri come la madre. Intanto il professore stava continuando a palare. Guardò le altre studentesse. <<Ragazze! Piantatela di stare con la testa tra le nuvole e iniziate a concentrarvi più seriamente!>> <<Sì, professore!>>esclamarono le ragazze tutte assieme. Vegha guardò quelle due. Si chiese come quelle smorfiose ci fossero riuscite. Non poteva farsi battere da quelle due cornacchie! Lei era la Principessa di Solaria! Nessuno poteva batterla! Tantomeno due insopportabili sciattone come quelle! Doveva riacquistarsi il primato! Tentò di concentrarsi sull'aspetto che voleva assumere. Ma perché doveva assumere per forza delle caratteristiche diverse da se stessa? Insomma! Lei era così perfetta da non aver bisogno assolutamente di cambiarsi! Ma doveva farlo se non voleva prendere un pessimo voto già il primo giorno! Lei doveva essere la migliore della classe! Doveva ristabilire il nome della madre che a scuola non faceva altro che prendere brutti voti! <<Brava, Vegha! Vedo che anche tu hai deciso di concentrarti! Complimenti, ragazze!>> Guardò per un attimo il professore. Poi si guardò i capelli. Erano diventati rossi, come quelli di quella tipa. Cercò di non urlare. Almeno era riuscita a fare una trasformazione!Si voltò verso Nova. L'amica aveva cambiato i suoi capelli da nero-viola a biondi. Rise. L'altra rise a sua volta. Erano ridicole con quei capelli.
Staile guardò Orchidea. L'amica era già riuscita a far passare i suoi capelli da neri a castano chiaro. Lei proprio non ci riusciva. Era difficilissimo. Provò a pensare ai capelli della madre. Erano viola il suo colore preferito. Si guardò allo specchio. Non era successo niente. Provò a pensare ai robot. Erano la cosa che le piaceva di più. All'improvviso le apparve alla mente Software. Sospirò. Lui era il ragazzo migliore che avesse mai conosciuto. Si guardò allo specchio. I suoi capelli erano diventati biondi come quelli del ragazzo. Arrossì e scosse la testa. Doveva concentrarsi sulla lezione.
.........
<<Ottimo ragazze, credo che basti così, siete state bravissime! Adesso farete un po'di pausa e poi avete un'altra lezione!>>
Vegha sospirò. Finalmente dopo 5 ore di lezione concedevano loro una pausa. Non ne poteva più. Si voltò verso Nota. Adesso finalmente potevano parlare un po' di ragazzi. Prese la mano di Nota. L'altra cercò di protestare, ma Vegha la ignorò. La trascinò fuori dalla stanza. Elis si alzò dalla sedia. Il suo sguardo si fermò fuori dalla finestra. Lui non c'era. Forse era un abitante di Domino e nulla più. Forse non lo avrebbe incontrato mai più. Sentì lo sguardo di Lilith su di sé. <<Che cos'hai?>> chiese l'altra. Elis scosse la testa. <<Niente non preoccuparti, usciamo?>> Lilith annuì. <<Muoviamoci prima che cambiano idea!>> Elis uscì, seguita dall'amica. Una volta sul giardino si bloccò. Lui era lì, su un albero e la stava fissando con il suo sorriso lussurioso. Si voltò Lilith. La ragazza sembrava non averlo visto. Ellis sospirò. <<Che ne dici di andare sul quel sentiero>> propose, cercando di mostrarsi tranquilla. <<Ma lì è la strada più lunga!!!>> protesto' Lilith. <<Così faremo più sport, dai su!>> <<Okey, allora corriamo, così arriveremo lì presto!>> Sentì lo sguardo di Lilith fisso su di sè. Ellis sperò che l'amica non si accorgesse del suo spaesamento e della sua agitazione. Cercò di sorridere e le prese la mano. Corse via, seguita da LIlith, che protestando, cercava di starle dietro. Non riusciva a capire la sua nuova amica. Che cosa le prendeva? Non era sicuramente tutto ok come voleva sostenere. C'era sicuramente qualcosa che non andava. La guardò. Stava cercando di sorridere, un sorriso falso, che non illuminava gli occhi, ma li rendeva ancora più cupi. C'era sicuramente qualcosa che non andava, ma era meglio non chiederglielo adesso. Sarebbe stata l'amica che glielo avrebbe detto più tardi. Ne era sicura, sicurissima. Almeno lei lo avrebbe fatto, anche se si erano conosciute da poco!! L'altra, invece, a quanto pare, non la pensava così. Elis guardò l'amica. Sapeva che era rimasta delusa. Sbuffò. Sentiva che ancora non si poteva fidare del tutto dell'altra. Che cosa doveva dirle? Che aveva un ragazzo misterioso che la seguiva, che la spiava? Sicuramente non le avrebbe creduto. Era meglio se la credeva strana! Elis si fermò. Erano arrivate alla discoteca. Impallidì. Lui era di nuovo lì. Stavolta con i capelli biondi, invece che con i soliti capelli neri. Il ragazzo la stava guardando sorpreso. Evidentemente doveva essere impallidita per davvero. Anche l'amica la stava guardando con un'espressione sorpresa. Cercò di sorridere e di tornare tranquilla. <<Tutto ok? Stai bene?>> chiese il ragazzo. Ellis annuì. Sperava che Lilith non si accorgesse di quello che stava provando. Cercò di calmarsi. Non ci riusciva. Il ragazzo stava andando verso di loro, evidentemente molto preoccupato. <<Tutto a posto?>> lo sentì dire, dubbioso, come se lei fosse folle o qualcosa del genere. Ellis annuì di nuovo. Il ragazzo e l'amica non sembravano molto convinti. La trascinarono di peso e la sistemarono su una sedia che trovarono lì vicino. Ellis fece per alzarsi, ma quei due la rimisero lì, seduta. <<Vi ho detto che è tutto apposto.>> urlò. <<Non mi pare>> disse in tono preoccupato e dolce il ragazzo. <<Ti ho fatto per caso qualcosa? E' lampante che hai paura di me!>> Ellis sbuffò. <<Senti, io me ne vado!>> <<Aspetta. Scusami. E' evidente che adesso stai meglio. Io e la tua amica ci eravamo solo preoccupati per te.>> Ellis annuì. <<Scusa>> sussurrò. Vide il ragazzo sorridere, di un sorriso verso stavolta e non lussurioso. Era davvero sicura che fosse lo stesso ragazzo che la tormentava. Forse gli assomigliava soltanto e poi non sapeva nemmeno se quello lì era reale. Gli sorrise a sua volta. Decise di presentarsi. <<Mi chiamo Ellis.>> Vide il sorriso del ragazzo allargarsi ancora di più. Anche gli occhi del ragazzo luccicavano. <<Mi chiamo Sky>> Ellis lo guardò un attimo stupita. Era lo stesso nome di suo padre. <<Anche mio padre si chiama così!>> Lo sentì ridere. <<Davvero?! Che coincidenza!>> Ellis sorrise. Quel ragazzo era fantastico, anzi era persino troppo fantastico per essere vero, per essere reale. Ellis passò tutta la serata con quel ragazzo. Non sapeva però che quel ragazzo, il ragazzo con i capelli blu la stesse guardando, pronto a portarla via con sè.
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TRIFIX:avventure mitiche. Libro n°1 Il segreto del codice
FantasyElis, Vegha, Style, Lilith, Nota, Orchidea, Acquerium, Tommy e Jackson pensano di non avere nulla di speciale, a parte che essere figli di fate che hanno continuamente salvato il mondo. Hanno una cosa che li accomuna tutti e 9:una strana voglia sul...