Qualche ora dopo, Leila decise di alzarsi dal divano dopo interminabili pensieri, e si diresse all'armadio dove trovò un bellissimo vestito nero stretto e scollato che arrivava fino alle caviglie.
Entrò in bagno e si fece una doccia rapida, si vestì e mise dei tacchi bassi che aveva trovato sotto l'abito.
Quando aprì la porta una luce artificiale le abbagliò il viso, un lampione. Leila riusciva ad essere bella senza avere niente addosso, con quel vestito tutti le avrebbero messo gli occhi addosso, nonostante fosse struccata e avesse i capelli ancora umidi dalla doccia. Il suo viso delicato non lasciava spazio ad altra visione del suo corpo.
Dopo qualche secondo riaprì gli occhi e scese le onte scale del motel, raggiungendo una lucidissima Porsche nera. Dalla portiera uscì Aron.
In un bellissimo completo nero.
I suoi capelli perfettamente ordinati e l'orologio visibilmente costoso abbinato a dei bracciali casuali gli davano l'aria di un uomo d'affari, perché non effetti Leila ancora non sapeva cosa facesse per guadagnarsi da vivere.In viso aveva stampata la tipica smorfia scocciata, ma appena incrociò gli occhi con quelli della ragazza che aveva davanti, fece un sorrisetto che sparì subito.
Leila non aveva niente oltre che le slip, il vestito e i tacchi, nessun accessorio, nessuna borsetta, nessuna traccia di trucco che potesse nascondere il suo viso.
Era un angelo, e Aron la vedeva così."Buonasera miss."
"Dove andiamo?"
Leila deve aver notato la punta di disappunto nello sguardo di Aron perché abbassò un po' la testa.
"In un ristorante qua vicino"
Apre la portiera del passeggero incoraggiandola ad entrare.
"dopo di te" disse facendo l'occhiolino.
Leila arrossì e fece un piccolo sorriso, ma si spense subito quando le ritornò in mente che era un ostaggio, un cazzo di ostaggio sessuale!"Per quanto tempo devo restare qui?"
"Non capisco cosa intendi, pensavo fosse di tuo gradimento la stanza che ho affittato"
"No, non parlo di questo, parlo di me..."
Un minuto di silenzio.
"Oh, beh...stasera ti porto a casa, alla tua nuova casa; come ti ho detto, ho pagato per averti, non lascerò che tu te ne vada così facilmente. E poi, mi piaci, sei una ragazza molto carina, le mie guardie non ti lasciano in pace con gli occhi..." ridacchia e poi prosegue "Stasera scoprirai tutto quello che devi sapere su di me e su quello che ti farò una volta arrivati a casa. Ora, se vuoi entrare...fa freddo qui fuori, dentro è più caldo"
Leila restò dei bei secondi paralizzata, ma poi decise di entrare, scoprendo uno spazio caldo e accogliente.
Non può innamorarsi di questo imbecille, l'ha sequestrata, semplicemente non può.
Aveva un piano per scappare...doveva solo metterlo in atto.***
Appena arrivati davanti al ristorante, Aron scese per aprire la portiera a Leila, che rimase stupefatta dal bellissimo palazzo che aveva davanti.
Era un ristorante o un Gala a cui l'aveva portata?Dopo aver consegnato le chiavi al parcheggiatore, infilò il braccio sotto quello di Leila per condurla all'interno. Dove disse in nome della prenotazione e un cameriere li condusse in un tavolino nell'attico nel retro, che dava vista ad un bellissimo lago luccicante.
A vedere tutte quelle persone in vestiti lunghi ed eleganti, Leila si sentì fuori luogo. Si, aveva un bel vestito lungo e attillato, ma non le sembrava abbastanza elegante.
"Scegli qualcosa dal menù" parlò Aron.
"Non ho fame" rispose guardandosi intorno.
"Devi mangiare".
"Prima voglio sapere come me ne torno a casa"
Aron ridacchia.
"Tesoro, non te ne puoi andare, ormai sei di mia proprietà. Ho tutti i tuoi documenti, pagelle, attestati, e diari segreti con me. L'unica cosa che puoi fare è rassegnarti e stare alle mie regole."
A Leila iniziò a ribollire il sangue sotto al vestito.
Dopo aver guardato intensamente negli occhi Aidan, che sembrava alquanto divertito, si mise a piangere, davanti a tutti.
"Oh piccola, scusa. Non volevo essere così scortese, tieni" le porse un fazzoletto di stoffa decorato.
Non lo afferrò.
"Leila, sto perdendo la pazienza. Smettila di metterti in ridicolo e asciuga le lacrime..."
Leila continuava a piangere, sempre di più.
"Per favore, non voglio punirti qui"
Punirla? Che significava? Nel dubbio continuava a piangere.Aron dopo qualche minuto che teneva la mano allungata porgendole il pezzo di stoffa, si alzò e prese Leila per il braccio, portandola in bagno.
"Ora ho perso la pazienza." Disse asciugandole le lacrime con le dita.
"O la smetti di fare la bambina che piange o ti piego in questo cazzo di lavandino facendoti diventare rossa."
Leila sgranò gli occhi e smise all'istante di piangere.
"Brava bambina".
Le diede una pacca sul sedere, poi si allontanò ritornando al tavolo.
Dopo qualche minuto lo fece anche lei."Allora...Hai già ordinato?"
"Ti ho già detto che non ho fame".
"Non m'interessa, tu mangi"
"Dovevi dirmi una cosa..."
"Si certo, ma prima ordina"
"Prima dimmi quello che divi dire"
Lui sbuffa, ma alla fine cede porgendole un foglio."Cos'é?"
"Una lista."
"Una lista di cosa?"
"Dei tuoi limiti. Li puoi segnare le cose che non hai problemi in fare durante un rapporto sessuale"
"Come dici?"
"Dai un'occhiata tu stessa..."Leila aprí il foglio, rivelando una lista con delle crocette che segnavano un mucchio di cose di cui la metà non sapeva neanche il significato.
Riuscì ad intravedere qualche nome come -Bondage- -giochi di ruolo- -manette- -lattice- prima di chiudere il foglio sconvolta.
"Io non farò niente di tutto questo. Hai capito?"
Disse prima di andarsene via correndo.
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Corde Pericolose
RomanceLeila è una ragazza semplice e ingenua, a differenza di quello che le persone la vogliono far essere. Un giorno, per un problema economico, i suoi genitori si vedono costretti a venderla ad un uomo misterioso. Molto presto Leila scopre il motivo per...