In un uggioso pomeriggio settembrino, Hogwarts era immersa in un'atmosfera quasi sonnecchiante.
Gli studenti vagavano nei corridoi alla ricerca di ispirazione, colpiti da una meteoropatia improvvisa, paralizzati davanti al tempo patrigno che si era appropriato dei loro progetti di svago all'aperto.
Tra di loro si aggirava anche un annoiatissimo principe delle serpi, circondato dal suo entourage ed il relativo chiacchiericcio.
Il suo sguardo percorreva vacuo il territorio circostante, in attesa di qualcosa che richiamasse la sua attenzione, che lo salvasse dal baratro di merletti e gossip da cui era circondato.
E poi il suo sguardo si illuminò.
Si era appena posato su una chioma riccia e disordinata, chinata su un libro al limitare del porticato. La sua lettura era tanto profonda, accompagnata dal leggero scroscio della pioggia, che sembrava quasi non accorgersi del caos che iniziava a circondarla con l'arrivo della combriccola nei paraggi.
Le labbra del principe si schiusero, pronte per accompagnare la sua nuova opera d'arte, un insulto che la riccia non avrebbe potuto evitare.
Ma, contro tutte le aspettative, non vi uscì nulla.
Per qualche ragione la ragazza sprigionava una tale pace che per un istante non trovò alcun piacere nell'interromperla.
Eppure questo moto di inspiegabile gentilezza fu presto guastato dal trillo insopportabile di Pansy Parkinson, pesantemente appesa al suo braccio come un'ancora.
"Ma quella non è la zannuta? Solo lei può trovare piacevole un tempo che ammazza la vita sociale. Non è vero amore mio?"
Se c'era qualcosa in grado di fare esasperare Draco Malfoy era la testardaggine con cui le sue conquiste autodeterminavano la loro presunta importanza nella sua vita ed alcune, come la suddetta, più di altre.
Eppure il ghigno che comparse sul suo viso era tutt'altro che disgustato.
"Logicamente. Quei falliti dei suoi amici l'avranno abbandonata?" disse, avvicinandosi affinché lo sentisse.
"Che ne dici?"
Il silenzio regnò sovrano, umiliando il suo tentativo di infastidirla.
Forse se non fosse stata tanto concentrata, il biondo avrebbe trovato un modo per chiudere la questione il prima possibile, ma se lo avesse fatto avrebbe dimostrato che si era rammollito.
Le picchiettò con la mano sulla spalla e se la ripulì sui pantaloni, in un riflesso nauseato.
"Non è questo il modo di sparire dal nostro mondo, mezzosangue. Visto che fisicamente inquini ancora la nostra aria, potresti almeno dimostrarti educata e rispondere quando qualcuno ti parla"
Un'altra pagina fu sfogliata.
Un segnalibro fu posto delicatamente tra le pagine.
E tra i ricci disordinati un felino sollevò il volto, scontrandosi col veleno della serpe.
"Qualcuno mi sta parlando?" rispose ironica.
"Oh, Malfoy. Avrei giurato di sentire l'odore della tua colonia nelle strade di Verona, eppure non ti vedo pugnalato e morente"
"Ma di cosa stai parlando? Sei delirante"
"Appunto" sbuffò, alzandosi dal muretto.
"Nervosetta oggi? Dopotutto, una mezzosangue come te non ha molto di che sfogarsi. E come potrebbe Weasel perdonarti se senti il profumo di Draco a Verona? E poi una babbana come te può andare in vacanza in Italia?"
Hermione Granger si voltò di scatto verso la ragazza, indecisa se ne valesse la pena di ribattere a delle frasi tanto insensate.
Persino sul volto del principe delle serpi si percepì l'ombra di un cipiglio.
"Beh non ti biasimerei se sentissi il mio profumo ovunque. D'altronde, anche quelle come te sognano"
"Ripugnante" borbottò, pronta ad abbandonare la scena.
"Ci lasci già?"
"Trovati altro da fare, Malfoy" urlò, mentre calcava i corridoi per tornare ai dormitori.'Ma senti cosa una persona deve fare per trovare un po' di pace', pensava Hermione, mentre si dirigeva a grandi passi verso il suo dormitorio.
Stringeva tra le mani il libro la cui lettura era stata brutalmente interrotta e continuava a pensare a come avrebbe potuto reagire meglio nella medesima situazione da cui era appena sfuggita.
Si ritrovava spesso a ripercorrere con la mente i suoi litigi con quello snob platinato e la sua combriccola. A volte lo faceva per chiedersi come poteva evitarli, cosa avrebbe mai dovuto fare per liberarsi di quella croce che da ormai più di 3 anni la sfiniva. A volte, invece, si limitava a ricordare e a scrutarne i dettagli.
Aveva notato, per esempio, di non essere l'unico oggetto del disprezzo di Malfoy e questa era una magra consolazione: se doveva sopportare quella tiritera, poteva almeno godersi lo spettacolo del carlino che rincorreva il suo principe per niente interessato.
Un moto di risa la prese mentre attraversava il quadro della Signora Grassa.
'Immagino potrebbe essere una versione canina ed invertita del principe ranocchio'
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𝓛𝓾𝓷𝓪 𝓟𝓲𝓮𝓷𝓪 ⋆ (A Dʀᴀᴍɪᴏɴᴇ Sᴛᴏʀʏ)
Fanfiction"𝑈𝑛'𝑎𝑙𝑡𝑟𝑎 𝑝𝑎𝑔𝑖𝑛𝑎 𝑓𝑢 𝑠𝑓𝑜𝑔𝑙𝑖𝑎𝑡𝑎. 𝑈𝑛 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑎𝑙𝑖𝑏𝑟𝑜 𝑓𝑢 𝑝𝑜𝑠𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑖𝑐𝑎𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑡𝑟𝑎 𝑙𝑒 𝑝𝑎𝑔𝑖𝑛𝑒. 𝐸 𝑡𝑟𝑎 𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑐𝑖 𝑑𝑖𝑠𝑜𝑟𝑑𝑖𝑛𝑎𝑡𝑖 𝑢𝑛 𝑓𝑒𝑙𝑖𝑛𝑜 𝑠𝑜𝑙𝑙𝑒𝑣𝑜̀ 𝑖𝑙 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑜, �...