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"Come se fosse stata una sfida equa"
Erano le cinque del pomeriggio e i ragazzi si erano ritrovati nella capanna di Hagrid dove Ron non smetteva di borbottare improperi sul professor Piton ed il suo protetto.
Avevano raccontato al guardiacaccia cosa era successo ma, mentre Hermione se ne stava in disparte, erano solo i due a discuterne.
D'altra parte lei avrebbe voluto soltanto che la smettessero.
Il ricordo di come si era sentita, umiliata e fragile mentre raschiava dal fondo del barile la forza per bere dalla fiala che aveva preparato, non la abbandonava.
Quella notte, dopo esser tornata alla torre di Grifondoro, con il cuore pesante per aver perso tutti quei punti, lo aveva sognato.
Era ritornata in quei sotterranei, il terreno molle sotto i piedi, e si era vista debole davanti allo sguardo sprezzante di Malfoy, aveva sentito tutta la sua paura di non farcela, di svenire davanti alle due Serpi.
Le veniva da vomitare all'idea di crollare dinanzi a loro.
"... ma senza questi mezzucci non riuscirebbero mai a batterla. Vero, 'Mione?"
La voce di Ron la ridestò dai suoi pensieri ed accennò un "uhm" poco convinto, mentre portava alle labbra una tazza di the.
"È un vero peccato che il Torneo Tremaghi debba far sospendere il Quidditch, non è così?" accennò, sperando che bastasse a fargli cambiare discorso.
E funzionò. In un attimo Harry e Ron erano assorbiti in una conversazione su quelli che erano i loro presagi sul campionato mancato.
Andarono avanti per quelle che sembravano ore e non si accorsero del suo tentativo di estraniarsi.
Ma non tutti.
Hagrid le lanciava sguardi eloquenti di tanto in tanto, come se volesse assicurarsi che stesse bene, ma non azzardò a richiamare nuovamente l'attenzione su di lei.
Solo quando si diressero alla porta per tornare al Castello, l'uomo si avvicinò a lei e le mise la grossa mano sulla spalla. Hermione alzò lo sguardò e incontrò l'apprensione sul suo viso mentre imbarazzato borbottava: "Vieni più spesso, se vuoi parlare".
Lei annuì e si voltò per raggiungere gli altri che nel frattempo si erano già allontanati.
"Come mai sei così silenziosa?" commentò Harry quando si fu allineata a loro nel tragitto.
"Stavo pensando alla relazione di Aritmanzia" mentì. "Dovrei leggere il saggio di Mary Edgecombe sulla numerologia dell'infinito"
Harry Potter fece una smorfia. "Sono contento di non aver scelto quella materia"
"È piuttosto interessante in realtà"
Passò qualche secondo nel più totale silenzio quando di nuovo lo ruppe.
"Credo che andrò a leggerlo in cortile"
"Adesso? Ma è tardi, salterai la cena"
"Non ho molta fame" mormorò e gli diede un bacio sulla guancia prima di abbandonare il sentiero, perdendosi all'imbrunire.Anche nei sotterranei, dove albergava la tana delle serpi, la notizia della sfida di Piton non era passata inosservata.
La sera precedente avevano accolto il loro Principe vittorioso in toni più che festosi e, col sorgere del nuovo giorno, ancora si parlava di come Draco Malfoy aveva battuto la mezzosangue-Granger.
Le versioni della storia erano tante ed ognuna di esse aveva il suo aspetto irritante che faceva puntualmente storcere il naso al protagonista.
Avrebbe dovuto essere fiero di aver vinto, indipendentemente dal modo facile e disonesto con cui aveva ottenuto tale vittoria, ed era questo che dimostrava con tutti.
Si muoveva tra i compagni con un ghigno compiaciuto stampato sulle labbra e si accompagnava a loro nei commenti sprezzanti, ma gli occhi... quelli erano persi nella maggior parte delle volte. Dei flash lo distraevano, immagini istantanee del momento in cui aveva istintivamente mosso la mano in aiuto della mezzosangue.
Come gli era saltato in mente...
Aveva trascorso la colazione a rimuginarci, mentre la osservava di sottecchi, come se volesse scorgere qualche traccia del malessere che aveva scorso sul suo viso il giorno prima.
Sembrava stare bene. Sorrideva alle battute di Seamus Finnigan e piluccava il cibo con la sua solita aria distratta – e Draco non voleva certo pensare a come conoscesse ciò che per lei era solito – ma allo stesso tempo gli appariva in qualche modo triste.
Non erano affari che gli riguardavano, comunque.
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𝓛𝓾𝓷𝓪 𝓟𝓲𝓮𝓷𝓪 ⋆ (A Dʀᴀᴍɪᴏɴᴇ Sᴛᴏʀʏ)
Fanfic"𝑈𝑛'𝑎𝑙𝑡𝑟𝑎 𝑝𝑎𝑔𝑖𝑛𝑎 𝑓𝑢 𝑠𝑓𝑜𝑔𝑙𝑖𝑎𝑡𝑎. 𝑈𝑛 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑎𝑙𝑖𝑏𝑟𝑜 𝑓𝑢 𝑝𝑜𝑠𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑖𝑐𝑎𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑡𝑟𝑎 𝑙𝑒 𝑝𝑎𝑔𝑖𝑛𝑒. 𝐸 𝑡𝑟𝑎 𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑐𝑖 𝑑𝑖𝑠𝑜𝑟𝑑𝑖𝑛𝑎𝑡𝑖 𝑢𝑛 𝑓𝑒𝑙𝑖𝑛𝑜 𝑠𝑜𝑙𝑙𝑒𝑣𝑜̀ 𝑖𝑙 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑜, �...