«Non posso crederci!»
Sentendo quella frase per la terza volta di fila, Crystal guardò infastidita la cameriera. Essere presa in giro per qualcosa che l'aveva fatta sentire così in imbarazzo la indisponeva.
«Sono davvero pentita di avertene parlato...»borbottò.
Erano andate in paese a fare acquisti per la cena. Un buon momento per fare due chiacchiere. Dopo due giorni, da quell'incidente, Crystal aveva incrociato pochissime volte il Conte, e solo quando entrava e usciva dalla biblioteca o per andare a cavallo. A essere sinceri, se da una parte ne era dispiaciuta, pensando che il Conte la evitasse di proposito, dall'altra ne era contenta. Quell'uomo suscitava in lei sensazioni che, in quel momento, non voleva analizzare.
Nel frattempo, finalmente, Julia aveva smesso di ridere. La vide asciugarsi le lacrime con un fazzoletto e voltarsi verso di lei.
«Scusami, Crystal, ma se immagino la scena... avrei tanto voluto essere lì!» esclamò, e stava di nuovo per scoppiare a ridere quando, all'ennesima occhiataccia di Crystal, si trattenne. Da quando avevano iniziato a lavorare insieme, la ragazza aveva smesso di darle del voi, come si sarebbe convenuto altrimenti. Ora erano allo stesso livello. Era giusto così.
«Sai, anche se la situazione della gallina era molto divertente, la cosa che mi ha lasciata a bocca aperta è stata pensare al Conte in una situazione del genere» riprese Julia, dopo un momento di silenzio.
Crystal la guardò, sorpresa. «Che cosa intendi?»
Osservò Julia valutare alcune mele esposte su un bancone, poi voltarsi verso di lei. «Be', il Conte sta molto attento a non far percepire agli altri le sue emozioni» spiegò la cameriera e, davanti al suo sguardo, che doveva risultare ancora più perplesso, Julia tentò di esprimersi meglio.
«Devi sapere che, quando ero molto piccola, conoscevo bene il Conte poiché giocavamo insieme...» Crystal non poté fare a meno di sgranare gli occhi per lo stupore, tanto che Julia rise di gusto prima di continuare. «Mia madre lavorava già da qualche tempo per i Vumont e io stavo con lei, ma mi annoiavo e andavo spesso in giardino. È stato lì che ho incontrato il Conte per la prima volta.»
Il tempo sembrò passare velocemente per Crystal, sentendo Julia parlare di quell'uomo affascinante e della sua infanzia, tanto che in poco tempo si ritrovarono a camminare verso la via di casa. «Giocavamo spesso insieme. Monsieur Vumont era un bambino spensierato e felice, forse un po' troppo determinato nel voler tutto ciò che chiedeva, però.» A quel ricordo, un sorriso apparve sulle labbra di Julia e Crystal ne approfittò per intervenire.
«Se era un bambino così felice e sereno, che cosa ti ha sorpreso di quello che è successo nelle cucine?»
«Ci stavo arrivando!» ribatté Julia, alzando gli occhi al cielo. «Dato che ormai eravamo compagni di giochi, fu naturale diventare amici. Tutto finì nell'adolescenza, quando cominciarono i problemi in quella famiglia, ma fino ad allora io e lui fummo davvero ottimi compagni di avventure.»
«Che tipo di problemi?» volle sapere Crystal.
«Non saprei con precisione, giacché non avevo mai avuto a che fare con i padroni, non direttamente almeno. Molto spesso li vedevo di sfuggita, anche se all'epoca lavoravo già per loro.» Julia abbassò la testa, pensierosa. «Ricordo però, che il Conte Vumont iniziò ad adottare comportamenti sempre più frivoli e superficiali, con la sola idea in testa di uscire da quella casa e divertirsi. In poco tempo si trasferì in un'altra residenza di famiglia» concluse guardandola con enfasi.

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Segreti d'amore
ChickLitIl coraggio non manca certo a Cristal che, travestendosi da uomo, fugge da un destino che non accetta per realizzare i suoi desideri e finalmente vivere una vita tranquilla. Ma il destino a volte cambia le carte in tavola è certo non si aspetta di t...