- Capitolo 3 -

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La mensa era una stanza enorme e accogliente, a differenza del resto del secondo piano dell'edificio. Si poteva inalare un delizioso odore di cucina dall'aria quasi casalinga, che riempiva la grande sala e la rendeva calda e confortevole insieme al tono moderato delle voci di tutti gli altri carcerati. La luce solare filtrava bene dalle finestre, pulite, poste in alto e coperte da delle sbarre di ferro arrugginite.

I tavoli erano disposti come nelle classiche mense scolastiche, con la differenza che, invece delle solite sedie di plastica ad accompagnarli, c'erano delle panchine di legno dall'aspetto resistente.

Bokuto e Akaashi in quel momento erano fermi davanti all'entrata. Mentre il primo cercava Kuroo e Kenma, il secondo studiava superficialmente le persone che chiacchieravano allegramente in quell'immensa stanza: non troppo distante da loro, era seduto un ragazzo bassino, con i capelli color salmone, accanto a uno spilungone con i capelli grigi; più in fondo, si notava facilmente la presenza di un ragazzo che cantava una melodia orecchiabile mentre agitava le dita, e i suoi capelli rosso fuoco lo facevano risaltare ancor di più tra la folla. Vicino a lui, era seduto un ragazzo che all'apparenza sembrava molto serio, con i capelli che tendevano al verde, e al tavolo alla sua destra c'erano altri due individui, uno con i capelli più chiari rispetto all'altro e entrambi erano abbastanza alti; ancor più in là, invece, erano seduti ad un tavolo due ragazzi identici se non fosse stato per il colore dei capelli, che parlavano con un individuo stravagante con la mascherina sul volto; all'angolo della mensa, si era sistemato invece un ragazzo biondo, con i capelli tirati all'indietro. Sembrava che stesse studiando tutti, uno alla volta. Ad Akaashi venne da pensare che in quest'ultimo ragazzo c'era qualcosa di sinistro, ma non ci diede peso. Si trovava pur sempre in una prigione.

<<Bokuto-san...- Keiji intravide un gruppo di circa 7 ragazzi in lontananza, ma non riuscì a distinguere altro se non i colori dei capelli per la troppa lontananza -chi sono quei ragazzi laggiù, in fondo?>> chiese quindi con il suo solito tono apatico, ma curioso.

<<Sono...i ragazzi di classe sei>>disse quasi sussurrando, come se avesse paura che lo sentano, anche essendo praticamente impossibile.

Akaashi non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle sagome lontane. Sapeva che se avesse avuto la fortuna di incontrarli da vicino e di parlarci, avrebbe ascoltato le loro storie con grande attenzione, per non perdere nemmeno il più piccolo dettaglio. Voleva davvero tanto studiarli, conoscerli e avere la loro piena fiducia. Era consapevole del fatto che se avesse ottenuto il loro rispetto, si sarebbe fatto strada per degli obbiettivi futuri.

Pensandoci, però, quel palazzo che doveva essere l'inferno, era quasi un paradiso. I carcerati qui dentro non avevano dove andare, non avevano proprio posti sicuri, quindi l'evasione era fuori questione.

Ma sul serio andava bene così?

<<AKAASHI! CE NE HAI MESSO DI TEMPO!>> la voce di Kuroo sembrò quasi un tuono alle orecchie del corvino, che bruscamente ritornò alla realtà.

<<Kuroo, sono stati via per letteralmente venti minuti.>>puntualizzò Kenma, ma che comunque accennò ad un piccolo sorriso forzato per salutare.

<<VENITE QUI!!>> li invitò Kuroo.

Dopo che Akaashi ricambiò l'accenno di saluto di Kenma, si girò verso Bokuto.

Appena voltò lo sguardo, incontrò gli occhi di quest'ultimo, e pregò che nessuno avesse notato il fatto che il suo viso avesse perso colore per la sorpresa. Le iridi di Bokuto emanavano un'aura diversa dal solito, erano spenti, come se le tenebre si fossero impossessate del giallo luccicante delle sue iridi. Keiji si sentiva bloccato sul posto, incapace di emettere anche il minimo suono e di muoversi anche di un millimetro. Sembrava che delle corde invisibili lo avessero legato sul posto, tenendolo immobile.

𝖱𝖤𝖬𝖮𝖱𝖲 - |𝖡𝗈𝗄𝗎𝖺𝗄𝖺|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora