- Capitolo 6 -

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<<Preside, posso entrare?>> chiese Yusuke, limitandosi a sporgere la testa nell'ufficio del direttore del carcere: una stanza molto spoglia e sorprendentemente pulita, ma che dava comunque l'idea di un ambiente serio e rispettabile.

<<certo, Yusuke.>> rispose una voce bassa e roca, ma allo stesso tempo rassicurante e decisa.

Il "preside" si faceva chiamare tale dai suoi poliziotti. Era una delle persone più misteriose che abitavano sulla faccia della Terra: nessuno sapeva nulla di lui, né della sua famiglia. Nessuno aveva mai visto casa sua o sapeva dire esattamente dove abitasse. L'unica cosa che raccontavano qualche pezzo del suo passato erano le numerose ferite cicatrizzate sulle braccia e il forte odio che provava per i detenuti.

Tutti ormai credevano che suo figlio o nipote fosse stato ucciso da qualcuno, che lui avesse lottato per la sua vita e per quella della sua famiglia, o che avesse perso una persona molto importante per lui nell'esercito.

Insomma, tutti lo dipingevano con un volto eroico e un passato tragico, come un uomo che non si è mai perso d'animo e che ha sempre servito l'intero Giappone con le sue migliori gesta.

Yusuke, quasi intimorito dalla grande aura di potenza e sicurezza che emanava il direttore, non si fece ripetere due volte l'invito, e subito entrò nella stanza per poi chiudersi la porta alle spalle. Non sapendo bene come muoversi, decise di rimanere in piedi davanti all'entrata, con la postura più corretta che riusciva ad ottenere dal suo corpo.

Dopo qualche istante di imbarazzante silenzio, finalmente il preside cominciò a parlare, tenendo lo sguardo fisso sul legno scuro della sua scrivania.

<<Ho saputo della tua richiesta di uccidere tutti i carcerati>>

<<si, preside.>> disse nervoso, anche se l'avversione verso i ragazzi lo mise inconsciamente più a suo agio. Aveva l'occasione di esprimere tutta la sua rabbia, finalmente, e di certo non avrebbe giustificato la ferita sul suo braccio con "sono detenuti, che ti aspetti?"

<<Rifiuto la proposta.>> sputò il direttore, per poi guardare finalmente Yusuke negli occhi che sentì una scarica di adrenalina attraversargli la schiena.

Anche se intimorito, voleva spiegazioni. Non importava da parte di chi.

<<Se posso sapere...come mai? Nel senso, sono tutti condannati all'ergastolo o sbaglio? Nessuno di loro ha famiglia, e se ce l'hanno è composta da delinquenti e lavoratori all'estero, quindi cosa cambia? Sono letteralmente quelli, i nei della società>> finì il suo discorso sempre più arrabbiato e disprezzante, ma subito il suo stato d'animo venne interrotto da uno sbuffo divertito del direttore.

<<Adesso ti spiego una cosa, ragazzo. Io sono vecchio, ma non stupido. So benissimo quali siano i problemi che la società ci costringe ad affrontare. Eppure li tengo qui, liberi, con cibo, acqua, amici, un letto e persino una zona dove poter uscire all'aria aperta. Scommetto che tutti almeno una volta vi siete detti "spero che quel vecchiaccio crepi il prima possibile", ma io ti dico che di me ci si può fidare. Vedi, questa prigione per i detenuti è una casa, e il loro legame è paragonabile a quello di una famiglia.>>

<<Con questo cosa vorrebbe dire?>> azzardò il poliziotto, anche se in quel momento stava pensando a molte cose a cui prima non aveva mai fatto caso.

<<Andrò dritto al punto. La vera prigione non è questa, ma è la loro mente, il loro legame. Loro sanno che noi li lasceremo fare tutto quello che vogliono, e per loro persino io non conto assolutamente nulla. Quello che non sanno, però, è che appena Azumane Asahi compirà 18 anni il primo gennaio, per loro sarà tutto finito.>>

Yusuke rimase senza parole. Si stupì di come una mente così anziana abbia escogitato tutta questa gabbia invisibile, ma rimase impressionato soprattutto dal fatto che effettivamente non se n'era accorto nemmeno lui, anzi, assolutamente nessuno nella centrale aveva idea di questo "giochetto" mentale. Quel piano era davvero così perfetto?

<<Quindi...sono tutti condannati a morte>>

<<Si. E il bello è che ognuno di loro ha creato la sua stessa cella.>> concluse il vecchio con un sorriso quasi sadico, mentre la sua mente era proiettata sulla riuscita dei piani ormai imminente. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 15, 2021 ⏰

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