6. Non Ti Facevo Tipa Da Alcool

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"Hai proprio un bel problema al motore, ragazzo" dice mio padre osservando il motere, dal quale usciva ancora fumo, della macchina di Thomas. "Ci sono da sostituire le guarnizioni e penso di costerà un po'" Thomas a quell'affermazione sbuffa e si avvicina a me, sventolandosi la maglietta sul petto per farsi aria fredda. Il tempo è abbastanza normale se non fosse per il vento caldo che si è messo non appena il motore si è rotto, quindi ora non solo io, Thomas e mio padre siamo a mezz'ora di distanza dalla città con un motore fuso, ma per di più c'è un vento così caldo che potrei squagliarmi all'istante. Un conto è quando c'è semplicemente caldo perché il sole picchia forte, un altro conto è quando il vento è proprio caldo.

"Penso che appena ritorneremo al Surfer Beach lo porterò dal mio amico" dice Thomas, continuando a farsi aria con la maglietta.

"Quello scorbutico che lucida le tavole da surf?" lui ridacchia alla mia domanda.

"Si, proprio lui" fa schioccare la lingua, "penso abbia una cotta per te".

Lo guardo stranita mentre mio padre è ancora alle prese con il motore dell'auto. "Quel tuo amico? Serio?" lui annuisce.

"So che sembra strano ma non fa altro che chiedermi di te"

"Come se a me importasse" rispondo acida, perché quel ragazzo non può comportarsi in quel modo acido con me per poi cercarmi attraverso Thomas.

Quest'ultimo ridacchia alla mia risposta e torna da mio padre che nel mentre si è arreso e ha chiuso il cofano dell'auto.

"Possiamo trainare la macchina fino al primo meccanico in città con la mia auto, così mentre state qui nel pomeriggio, lui la sistema" io e Thomas annuiamo, anche se lui un po' controvoglia visto che voleva portare la macchina dal suo amico per non pagare niente. Ed ecco qui che avevo scoperto un altro lato di Thomas: era veramente tirchio. Scommetto che agli appuntamenti è il classico uomo che anziché prendere il cibo che gli piace di più, lo sceglie solo in base al basso prezzo e se è a cena fuori con qualcuno, si porta dietro una calcolatrice e divide il conto a metà.

"Grazie signor..."

"Montanari, ma chiamami pure Andrea, ragazzo" risponde mio padre e Thomas rivolge di nuovo l'attenzione su di me, "italiani?".

"Settanta per cento italiani, ragazzo" risponde mio padre ridendo.

"E il restante?"

"Pizzaiolo, se vuoi appena vieni a casa mia moglie te ne prepara una con i fiocchi" e Thomas lo vedo con gli occhi sgranati sul punto di accettare, ma io lo blocco giusto in tempo.

"Grazie papà, ma Thomas deve andare a trovare la sua famiglia e io devo sul serio riposare" rispondo e dando un occhiata a Thomas noto che ci è rimasto un po' male, ma non ci bado più di tanto, perché sono esausta. Ho dormito tre ore stanotte e l'unica cosa che voglio è tornare a casa, stendermi nel mio letto, dormire e tornare al Surfer Beach presto per cominciare un lunedì carico di lezioni.

"Sara per la prossima volta allora" papà apre il cofano della sua auto, estraendo poi un gancio che attacca nel davanti della macchina di Thomas. "Okay ragazzo, tu stai nella tua auto, se succede qualsiasi cosa o il cavo si sgancia, suonami e io mi fermo". Poi mi chiede se voglio salire salire con lui, ma io nego con la testa e decido di fare compagnia a Thomas per chiarire un po' la situazione spiacevole in cui si è imbattuto. Quando ho accettato il suo invito ad accompagnarmi non era di certo mia intenzione che mio padre lo bombardasse di inviti, anche se dovevo immaginarlo prima visto che lo fa sempre con tutti i miei amici.

E a proposito di amici, appena salgo nell'auto mi rendo conto di non aver controllato il cellulare né stamattina né appena la macchina ha avuto il guasto. Così prendo la mia sacca Adidas, frugando per cercare il mio cellulare e, appena lo trovo, lo accendo, ritrovando i subito lo schermo piano di notifiche e chiamate perse. La maggior parte di queste sono tutte chiamate e massaggi di Giulia, tranne uno:

Surfer Beach - Thomas Bodie SangsterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora