Capitolo 1o

20 1 0
                                    

Arrivammo a Modica alle 21; dopo averci accolto, il ragazzo delľappartamento ci lascio le chiavi, portammo le nostre cose dentro e andammo subito a letto a causa della stanchezza generale.

Il mattino dopo, alle 10 eravamo in spiaggia a Pozzallo nel solito lido, un orario tardo per quello che volevamo ma eravamo arrivati comunque prima di quello ci aspettavamo.
Le solite persone occupavano i soliti ombrelloni di paglia secca che anno dopo anno diventano sempre più gialli e sempre meno voluminosi.
Posai la mia roba, mi sdraiai sul lettino e continuai a leggere il secondo libro che avevo iniziato durante il tragitto dalľappartamento alla spiaggia, libro che si scopri essere ľesatto esempio del detto "mai giudicare un libro dalla copertina": il suddetto libro dal titolo tanto simpatico si scopri essere una sorta di avventura sul senso della vita, uno dei libri più cupi che abbia mai letto.
Rimasto sbigottito dal finale mi misi a vedere se gli aquiloni del kitesurf  erano sempre gli stessi sette.

Quello blu, quello verde, ľarancio, quello rosso lo stavano gonfiando proprio ora, i due bianchi, uno nero, ľazzurro... Un ottavo aquilone?
Si, proprio così, tra il secondo aquilone bianco e quello azzurro era comparso un aquilone nero con ľ enorme scritta "nexus" bianca sopra, che apparteneva ad una nuova famiglia arrivata al lido di cui non me ne ero accorto:
La famiglia era composta da un uomo sulla 60ina con i capelli bianchi, un fisico sportivo e un'abbronzatura dello stesso colore del caramello e una donna che sembrava essere la versione femminile del ľuomo se non per i capelli biondi tinti; i due erano accompagnati dai loro figli: una ragazza che aveva circa 20 anni con i capelli castani e la pancia piatta e un ragazzo, uno dei ragazzi più affascinanti che abbia mai visto: anche lui castano, con gli addominali ben scolpiti, aveva la stessa abbronzatura del padre che risaltava con un costume arancio-elettrico, aveva i capelli lunghi e mossi, quando sorrideva aveva un sorriso bianco come il latte, due labbra rosse come il sangue, due occhi che sembravano ľEmpirio del paradiso dantesco e portava un elastico azzurro acceso sul collo. Sembrava un ragazzo tranquillo, ma ancora non sapevo che ero stato fegato due volte nello stesso giorno:
"mai giudicare un libro dalla copertina".

Ľelastico azzurro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora