III Parte - Tickling

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Clara è così: impulsiva, fantasiosa, ma anche passionale. Vive di emozioni ma non sempre le esprime come gli altri si immaginano.
Sa conciliare calma ed entusiasmo in modo perfetto ed inquietante, sa eccitarmi, dominarmi o sottomettersi come nulla fosse.
Ha una voce particolare, profonda ma dolce, che spesso usa per imporsi con un'apparente quiete che cela sensualità e desiderio.
È in grado di parlarmi con pacatezza men atre magari nel frattempo mi sta torturando. Come se per lei tutto questo fosse di ordinaria amministrazione.
Sento il suo tocco su varie zone del corpo, inizia piano dopodiché aumenta sempre di più l'intensità.
«Bastaaa, sento troppo solletico»
«No» risponde seccamente.
Mentre mi tortura alterna espressioni serie, concentrazione, sorrisi e risate. Molto spesso quando fa così è eccitata.
Le sue dita mi scorrono lungo tutto il corpo, dal collo alle ascelle, dalle gambe alla pancia, dal petto ai piedi e alle cosce.
Mi solletica a lungo i fianchi, la pancia e le piante dei piedi senza che io possa muovermi.
Dopo alcuni secondi si ferma un attimo. «Perché?».
«Perché cosa? » le rispondo io.
«Ti stai trattenendo - puntualizza - cerchi di ridere il meno possibile. Cerchi di trattenere le risate, ma la tortura è troppo forte e quindi non ce la fai»
«Dici? Dav... Davvero?»
«Si, dovresti lasciarti andare, voglio sentirla tutta la tua sofferenza, non ti dovresti azzardare a tentare di nasconderla».
Le annuisco e lei ricomincia. Mi lascio andare, rido sempre più forte senza provare mai a censurarmi. Effettivamente è bello perché mi fa sfogare, mi fa sentire l'emozione per quello che davvero è. E la fa sentire anche a lei.
Ad un certo punto Clara si alza e prende la sciarpa che teneva nella borsa. Si avvicina alla mia faccia e me la lega intorno al viso, in modo che io non possa più vedere niente, ma solo sentire. Sentire attraverso la mia pelle.
Va avanti alcuni minuti, con un istinto sadico che quando viene liberato deve moderare faticosamente.
«Sovrastato!» urlo a voce molto alta, e lei si ferma. «Hai resistito un po' di più dell'ultima volta secondo me. Cazzo... Felice di averti ucciso anche oggi».
"Sovrastato" è la parola 'segreta' che utilizziamo in alcune pratiche, quando uno dei due sta torturando l'altro e la persona sottomessa vuole far capire che ha raggiunto momentaneamente il limite. È un termine altamente iperbolico, che viene utilizzato più che altro metaforicamente (ovviamente), per sublimare il dominio che ha ricevuto il sottomesso, piacevolmente sconfitto.
È un qualcosa di fittizio che serve ad una soddisfazione psicologica reciproca. Come affermare "Basta così, nulla di più. Fine. Stop. Sono totalmente sottomesso/a" e al tempo stesso ringraziarsi a vicenda.

Switch - Perversioni | BDSMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora