Harry si è fatto prendere una vaschetta di gelato vaniglia e menta, raccogliendone una quantità scandalosa con il cucchiaio che James, gentilmente, gli ha passato con un sorriso. E' accucciato su uno sgabello dell'isola di una delle cucine più piccole del castello, le gambe accavallate. Si pulisce il labbro inferiore con la lingua, cercando da qualche parte una parvenza di rimpianto per quello che ha fatto. Non ne trova.
''Mi spieghi cosa diamine è successo?'' domanda sua nonna, entrando a grandi passi nella piccola cucina, rimbombando i tacchi sul marmo. Harry nemmeno si volta.
''Mi dispiace'' borbotta, ma non lo pensa sul serio. ''Avevo già conosciuto Louis. Al ballo. Non sapevo chi fosse, abbiamo ballato e sai, tra tutti, lui era molto... Ci ho flirtato un po'. Non importa.'' conclude, affondando il cucchiaio con rabbia.
Sua nonna si siede, ma non dice niente e lo invita a continuare con una sola occhiata. Harry sospira: ''Mi sento così stupido, adesso.''
''Capisco. Come Regina non posso assolutamente perdonarti, Harry.'' borbotta, unendo le mani sulle ginocchia. ''Ma come nonna, dolcezza, bella mossa davvero. Spero gli facciano male entrambe.''
''Anche io.'' dice con una risatina.
''Quindi, in ogni caso, avremo un Re e un principe consorte. Anche se ovviamente il Re sarai tu.''
''Mmm.''
Sua nonna gli lancia un'occhiata prima di regalargli una pacca sul ginocchio. ''Comunque, tolto questo inconveniente, ho una cosa da mostrarti- No, caro, quello lascialo qui.''
Harry arriccia le labbra e guarda la sua confezione di gelato vaniglia e menta, per poi lasciarla mestamente sul bancone. Sua nonna ripercorre il corridoio, e prima di seguirla indica James con un dito, dicendo a bassa voce:
''Grazie mille. Torno subito.''
In una manciata di agili falcate raggiunge la schiena dritta della Regina proprio mentre lei sta dicendo: ''I lavori alla tua suite sono finalmente terminati. Doveva essere il tuo regalo di compleanno, ma abbiamo chiesto a tuo cugino Mortimer di fare i bagni, e il nepotismo non funziona, con gli idraulici. In ogni caso, ecco qui.'' sua nonna indica con un gesto della mano le porte bianche, rifinite in dolci pennellate color ocra. Harry le lascia un bacio sulla guancia a cui la regnante ridacchia, prima di spingere la maniglia d'ottone e fare il suo ingresso nella stanza.
''Questa è tutta mia?'' esala, osservando le pareti bianche decorate di calendule azzurre, il marmo color crema del pavimento e il legno chiaro dei mobili. Le finestre sono spalancate e ad arco, con sottili tende blu navy, i vetri che rispecchiano la tenue luce del sole. Harry guarda sua nonna, in piedi nel piccolo ingresso, con occhi stupiti, prima di lasciarsi cadere su un divanetto dalle federe in seta nera, morbido come una nuvola. Affonda il palmo della seduta e alza la testa di scatto: ''Nonna, è... Oh, Mio Dio.''
Ha una libreria enorme. Salta su, aggirando con un salto lo schienale del divano, e si avvicina alla parete sfiorando i dorsi con la punta delle dita. La adora, dà colore alla stanza. Mentre tira fuori una copia di un'opera di Oscar Wilde, sua nonna gli si fa dietro, tiepida e rassicurante.
''Ci sono anche i preferiti dei tuoi genitori'' informa, dandogli un bacio sulla spalla e lasciando il mento poggiato sulla sua clavicola. Harry le bacia una tempia, veloce. E' il loro modo per dirsi che gli mancano, ma che loro sono ancora lì. Ripone il libro mentre adocchia il letto sul fondo della stanza, un due piazze con lenzuola color champagne. Guarda appena le figure di Brigitte e Brigitta, in piedi davanti alla finestra, mentre schizza e si butta sul letto morbido con una risatina. Respira di sollievo, scoppiando a ridere. Non sapeva di avere i muscoli così tesi.
STAI LEGGENDO
Prince Diaries ||L.S.||
FanfictionGenovia è un regno meraviglioso, ma con leggi molto ferree: ogni Re o Regina non può salire al trono come tale senza un consorte, o l'equilibrio del paese stesso ne risentirebbe. E quando Clarisse, che all'improvvisa morte del figlio e di sua moglie...