- La morte fa schifo. -
Aveva detto Levi impassibile, inginocchiato davanti alla lapide di Petra.
Sia lui che Hanji sapevano che non c'era davvero Petra lì, sotto terra...
Non c'era niente. Non avevano niente. Stavano piangendo su un ricordo.E sì, faceva schifo davvero.
Perché una come Petra - Hanji ne era sicura - avrebbe meritato una sepoltura con i contrafiocchi. Una tomba con un corpo dentro, con un bel vestito bianco che abbracciasse il suo cadavere e tanti fiori intrecciati tra i capelli ramati.
Hanji aveva ascoltato quello che il signor Ral aveva detto a Levi, lo aveva visto stringergli la mano con ammirazione e aveva visto i suoi occhi sorridenti percorrere le loro file alla ricerca di sua figlia.
E pensò che, per quel poveruomo e quei due ragazzini dalle zazzere ramate che lo avevano accompagnato davanti alla lapide quella mattina, la morte doveva fare ancora più schifo.*
- La morte fa schifo. -
Bofonchiò Hanji, seduta con le gambe accavallate sulla scrivania che - fino a pochi giorni prima - era stata di Erwin.
Erwin Smith era morto, ovviamente.
Hanji non sapeva quando aveva cominciato considerare ovvia la morte.
Forse verso le dieci e trenta circa di quattro giorni fa, quando si era seduta per la prima volta su quella scrivania. L'ex Caposquadra gettò un occhio alla bottiglia di Sherry poco lontano dai suoi piedi. L'agguantò con una mano e si versò l'ennesimo bicchiere.Il ritratto di Erwin che svettava sopra la libreria sembrava fissarla con severo rimprovero già da un po'.
- Be'? Che hai da guardare? Tanto sei morto, tu - disse, svuotandosi l'alcol in gola.
A quel gesto le parve quasi di vedere un paio di occhi blu brillare d'autorevolezza, come a volerle dare un ultimo avvertimento.
Per tutta risposta Hanji si stiracchiò sulla sedia e si riempì un altro bicchiere.
Impegnata com'era in una strana gara di sguardi con il ritratto, non si accorse che qualcuno aveva bussato alla porta e - non ricevendo risposta - l'aveva spalancata senza troppi preamboli.
Un Levi corrucciato (più del solito) fece irruzione nell'ufficio e quando i suoi occhi si posarono su Hanji un'espressione disgustata gli deformò la linea pallida delle labbra.- Ecco cos'era questo fetore di alcol- sibilò, approcciandosi alla sua postazione.
Hanji lo accole con la gote arrossata e un sorriso brillo. - Levi carissimo! - lo salutò, - Splendida serata, non trovi? Prima che tu dica qualcosa sappi che no, non sono stata io a lasciare le impronte di fango sul pavimento d'ingresso. -
Levi la ignorò e prese posto sul lato opposto della scrivania. - Togli immediatamente quegli stivali sudici di merda da lì - ordinò. Vedendo che lei canticchiava distratta e stava riprendendo la bottiglia, ci pensò lui stesso a scaraventarle i piedi a terra con un braccio.
La castana si lanciò in una serie di imprecazioni mentre il corvino le strappava la bottoglia dalle mani.
- Hanji, cosa stai facendo? -
- Mi sto svagando. Dovresti provare anche tu ogni tanto, sai? -
- No. Tu ti stai sbronzando nell'ufficio di Erwin. -
- E allora? - Hanji sorrise innocentemente. - Oh, aspetta! Siediti, devo darti una notizia sconvolgente... -
- Sono già seduto. -
Hanji si sporse con i gomiti sulla superficie di legno, gli occhi lucidi e il fiato saturo di Sherry.
- Erwin è morto - sussurrò, come se fosse un segreto. - Ha compiuto un attacco suicida e poi è morto. Poi è tornato in vita... e poi è morto di nuovo. Pensa un po'! -
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Fuoco e fiamme
Fanfic- La morte fa schifo. - Bofonchiò Hanji, seduta con le gambe accavallate sulla scrivania che - fino a pochi giorni prima - era stata di Erwin. ~ Accenni levihan. Attenzione: spoiler del capitolo 132 del manga.