6. Saluti e sorrisi

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E' primo pomeriggio, ma fuori è già buio e i lampioni si sono già accesi di luce fioca. E' già autunno inoltrato e le giornate sono sempre più corte, sempre più buie, sempre più piovigginose. La stufetta è accesa da questa mattina. Fa freddo, fuori piove, e anche dentro l'ufficio, stranamente, pur essendo al piano terra, ma non è una novità. Al centro della stanza un secchio rosso raccoglie le gocce trasparenti che lo salutano con il loro tac-tac. La segretaria non ci fa più caso, mentre ricopia un preventivo riveduto e corretto, ascolta musica classica e pensa che tra qualche giorno sarà il suo compleanno: il 3 novembre, come previsto da suo nonno: "Sarà una femminuccia e nascerà tra il 2 e il 4 novembre".

Non è più una novità vedere i due inquilini del piano di sopra; non è più una novità vederli passare con due bambini. La segretaria li vede passare sotto un grande ombrello a fiori. Ha saputo che il signor S. è un insegnante di scuola superiore e l'uomo con gli occhi da cucciolo fa da babysitter a due fratellini: il più piccolo, il cucciolo biondo, non ha ancora un anno; il più grandino ne ha quasi quattro e va all'asilo. Lei conosce tutti gli orari del babysitter: quando porta a casa il cucciolo biondo, tra le otto e quaranta e le nove e dieci di ogni mattina; quando va a prendere il bimbo grande all'asilo, a  mezzogiorno, o alle sedici, a seconda che faccia o no il tempo pieno; quando riporta i bimbi alla loro mamma, intorno alle sedici e trenta, o è la mamma a venirli a prendere, tra le sedici e trenta e le diciotto e trenta.

Conosce la mamma dei bimbi dai tempi della scuola media, o forse anche da prima, sebbene non ricordino come si siano conosciute (a pallavolo? In colonia estiva?). Per la segreteria è una di quelle persone che sai di conoscere da sempre, ma non sai come dove quando l'hai conosciuta e a volte non ricordi neanche il suo nome. Lei ricorda il nome della mamma dei bambini, la mamma dei bambini ricorda il suo e si salutano quando è la mamma a portare i bambini al portone verde o quando torna a riprenderli. Anche l'uomo con gli occhi da cucciolo la saluta e, qualche volta, pure il bimbo grande, sempre meno intimidito.

I saluti sono piccoli gesti, possono essere distratti, cenni appena percettibili, o teatrali: i saluti ti dicono che ci sei. I saluti tra la segretaria e l'uomo con gli occhi da cucciolo sono sempre più frequenti; con il passare dei giorni i saluti diventano saluti e sorrisi, i saluti e sorrisi diventano sorrisi muti... Che parlano tanto.

I due uomini le sorridono; hanno appena lasciato i bambini alla loro mamma e vanno a fare la spesa, insieme, come tutte le sere, alla stessa ora, dopo aver buttato l'immondizia. La segretaria attende vigile la signora che abita al piano di sopra, direttamente sopra all'ufficio, per avvertirla di un nuovo sospetto guasto alle tubature.

I NUOVI INQUILINI DEL PIANO DI SOPRA - RaccontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora