6. Frasi sconnesse

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Fa sempre più caldo in questo giorno di metà maggio appena iniziato. Maggio è un bel mese; la segretaria sarebbe dovuta andare in viaggio di nozze, in maggio, per vedere il sole di mezzanotte - a Capo Nord, esattamente l'undici... Il viaggio di nozze è stato rinviato a data da destinarsi, ma il mese delle rose non ha perso il suo fascino.

E' sulla porta a vetri aperta, a prendere il sole, quando l'uomo con gli occhi da cucciolo le passa frettolosamente davanti; all'anulare sinistro porta una fedina al posto dell'anello d'oro che indossava fino a ieri.

L'insegnante è sparito di nuovo. Qualcuno ha parlato di epatite; ora quel qualcuno suppone che l'insegnante sia: "Ancora in ospedale"; le mosche ronzano sussurrando frasi sconnesse e tra una frase e l'altra mormorano: "Tumore" o affermano: "Aids".

Ogni giorno, alle sedici, l'uomo con gli occhi da cucciolo passa davanti all'Agenzia di Traslochi con i due bambini, li consegna alla mamma che ha parcheggiato l'auto oltre le transenne che delimitano i lavori alla pavimentazione stradale, e svolta verso destra. Ogni giorno ha una borsa a tracolla, grande, stracolma di... La segretaria non sa cosa ci sia dentro, immagina sia biancheria di ricambio per l'insegnante.

Qualcuno parla di chemioterapia, qualcuno insiste: "Aids". La segretaria non sa molto riguardo l'Aids; sa che "Non si prende stando seduti sullo stesso divano o bevendo dallo stesso bicchiere o respirando lo stesso infuso di camomilla e bicarbonato (una mano santa per il raffreddore)"; ma ha anche letto, da qualche parte, che: "Non si parla più di categorie a rischio, perché siamo tutti, potenzialmente, a rischio" per cui si arrabbia quando sente queste affermazioni campate in aria sull'inquilino del piano di sopra.

Ma si sa: per la gente se sei un uomo, vivi con un uomo, e sei malato...

Hai l'Aids... E se hai l'Aids... E' tutta un'altra cosa...

La segretaria entra nel portone di casa sua, affamata come sempre e ancor di più ora che ha deciso di mettersi un pochino a dieta. Prima di salire le scale, come di consueto, dà un'occhiata alla cassetta della posta, ma non trova niente; ormai ci ha fatto l'abitudine e non rimane più delusa.

C'è stato un periodo, durato buona parte della sua adolescenza, in cui aveva molte corrispondenze in tutta Italia, in India, nelle Filippine e in Cile e la sua cassetta riceveva fino a diciassette buste al giorno! Le era sempre piaciuto scrivere e una volta, quando ancora era in terza media e si parlava di cosa avrebbe fatto da grande, un'amica di famiglia le aveva consigliato di studiare "Lettere"... Subito si era immaginata una valanga di fogli colorati da leggere e a cui rispondere!

Ora, nell'era di internet, di lettere carta e penna, stropicciate, un po' unte, ne arrivano sempre meno. "Sono state sostituite dall'e-mail, più immediata, più sbrigativa, più veloce, non necessariamente più breve o impersonale".

Pensava questo, mentre saliva le scale ed apriva la porta di casa, ma ora sta piangendo. Sulla scarpiera a ribaltina nell'ingresso c'era posata una busta, una lettera che non ha ancora aperto, ma dalla grafia con cui è scritto il suo indirizzo ha già capito chi la manda. Erano mesi che non riceveva notizie da questa persona; prima si telefonavano spesso, ma da quando è via... I contatti si sono fatti sempre più rari ed ogni messaggio è una grande emozione. La sua ultima frase, prima di andare, parlava di un forte legame tra loro, un legame di fratellanza, un legame che non si può scindere, una promessa che né lontananza né silenzio potranno mai far dimenticare.

La ragazza apre la busta e tira fuori la lettera tanto attesa e piange ancor più forte quando legge che il suo amico, partito quasi un anno fa, spera di: "Non essere dimenticato da te". Ora è in un Paese del Terzo Mondo, in risposta alla sua vocazione e lei lo ha sempre nel cuore, lui e la sua missione. Un giorno vorrebbe andare a trovarlo, glielo ha promesso e ci pensa spesso; forse la prossima estate...

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