CAPITOLO 11

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                                                                         AUTUNNO 1999 - PASSATO

Voleva bene a quel bambino, questo era ovvio. Non era questo ciò che lo logorava, ma la poca fiducia in lei che da sempre aveva avuto.

In fondo non era stato altro che la seconda scelta. Eppure era da sempre stato innamorato di lei, perciò era stato lui per primo ad amarla e accoglierla tra le sue braccia nonostante sapesse la verità.

Ma l'amore d'altronde non è altro che un sentimento puramente irrazionale.

<<Un'altra birra per favore.>>

Il barista guardò preoccupato il suo ormai abituale cliente:

<<Sandro, non starai esagerando? E già la quinta. Perché non torni a casa dalla tua bella famiglia invece di startene qui a ubriacarti.>>

L'uomo dal canto suo non ne aveva alcuna intenzione:

<<Non credevo che i baristi avessero anche la licenza di psicologi.>> Esordì con rabbia sbattendo il bicchiere vuoto sul tavolo:

<<Chiudi quella bocca e fa il tuo lavoro!>>

Improvvisamente un gruppo di ragazze entrò nel bar e si sedette a un tavolo. Era sorpreso di vederla in quel posto, non era certo un luogo da donne per bene.

<<Forza!>> Schiamazzò una delle ragazze:

<<Bevi! Devi pagare penitenza!>>

Non era cambiata di una virgola.

<<Ragazze, basta giocare, è il quarto bar che giriamo e mi sento poco bene!>>

La bionda allampata continuò a riempirle i bicchieri:

<<Ma dai! E solo un gioco, non è mica colpa nostra se continui a perdere!>>

Sandro quasi brillo senza esitare si avvicinò al loro tavolo:

<<Che ci fanno delle belle signore in questo locale tutte sole?>>

La ragazza nonostante i cicchetti ingurgitati lo riconobbe sorpresa all'istante:

<<Sandro?! E tu che ci fai qui?>>

La ragazza cominciò a strofinarsi il braccio agitatamente:

<<Ehm, comunque ciao, stiamo solo facendo un gioco di scommesse e chi perde deve bere un bicchierino..>>

Sandro la guardò con un sorriso malizioso:

<<Mi sa che hai perso spesso tu, eh? Saranno anni che non ci vediamo comunque..>>

Lei era rimasta uguale a come la ricordava.

L'atmosfera attorno a quel tavolo si fece intensamente strana.

Le sue amiche ne captarono l'aria e dopo aver sbiascicato qualche parola incomprensibile tra di loro la bionda esordì allegramente:

<<Allora noi andiamo, ti lasciamo qui col tuo amico!>> E così dicendo si alzarono per andarsene.

La ragazza sconvolta si alzò dal tavolo raggiungendole dinanzi la porta del bar:

<<No ragazze, non c'è bisogno! Vi prego! E poi chi mi riaccompagnerà a casa? Siamo uscite con la tua auto Paola!>>

Sandro la raggiungesse mettendole una mano sulla spalla:

<<Non preoccuparti, ti ci riaccompagno io.>>

Il rumore del locale era quasi assordante e la sua testa era più che leggera, fortuna che fossero seduti:

SEGRETAMENTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora