Quella mattina fu atroce per i due fratelli che si svegliarono con il forte vibro della sveglia di Eiji. – Se ti prende qualcosa oggi, mi metto a ridere e nemmeno ti aiuto – disse Hisako mentre buttò la sua testa sotto il cuscino. – Devi alzarti, sorellina – le disse Eiji che provò a tirarla giù dal letto. Quando ci riuscì ebbe un calcio nelle palle. – Vaffanculo – gli disse e se ne andò in bagno. "Che protagonista testarda" pensò mentre raggiunse la sorella. La nera vide il riflesso dallo specchio, si tolse l'elastico dalla bocca e si fece una coda. – Eiji – gli disse guardandolo dallo specchio. – Che c'è? – le chiese spensierato. – Vuoi stuprarmi o puoi aspettare che esca dal bagno per pisciare? – gli chiese con gli occhi totalmente chiusi. Nessuno disse nulla e Hisako uscì dal bagno. Prese lo zaino e trovò una foto di lei e sua madre di quando fu solo una bambina. "Quanto sono cambiata da questa foto a ora..." pensò con nostalgia dei vecchi tempi. "Mi mancano i suoi abbracci, il suo affetto... I sorrisi di Kazuo, le sue dichiarazioni inutili... Gli scherzi di Hideo, la sedia a rotelle di Akane... la mia classe... la mia vita" le lacrime le rigavano piano piano il viso ad ogni singolo ricordo che riusciva a pensare. Si sentì un'idiota per il comportamento avuto due giorni fa, se non tre, contro la sua classe: a dir poco, tremendo. Si ricordò del suo vecchio carattere, della giovane Hisako a cui piaceva avere amici, aiutare le persone e che non si sarebbe mai sognata di abbandonare tutti o/e se lo avesse fatto, quella sera, sarebbe corsa fuori ad abbracciare Kazuo e Hideo che furono lì fuori. Altra lacrima. Invece, si sentì rude, con pochi amici, con il solo obbiettivo e che non voleva saperne dei suoi amici. Altra lacrima. Fu delusa da sé anche quella volta. Altra lacrima. Uscì Eiji dal bagno, tirando giù qualche bestemmia per qualche motivo, e vide la sorella rannicchiata a terra che fissava una foto. – Hisako? – con voce molto preoccupata. Si asciugò immediatamente le lacrime e tornò con il suo vis e tono da dura. – Che c'è?! – chiese irritata. Il ragazzo spalancò gli occhi ma poi trasformò tutto in un lieve sorriso. – Cos'è quel sorriso da ebete?! – chiese. Eiji non disse nulla e l'abbracciò. – Sciogliti un po', sono tuo fratello dopotutto - le sussurrò all'orecchio. Lui ebbe la schiena leggermente curvata mentre lei era sulle punte. La testa di Eiji si poggiò sulla spalla sinistra di Hisako, mentre lei era immobile, con un'espressione stupita, appoggiata al petto del fratello. Il maggiore si staccò ma la protagonista rimase accollata al suo torace ben scolpito che si notò anche con il tessuto. Le mise una mano in testa e le accarezzò dolcemente la coda di cavallo. – Perdonami Eiji se non sono all'altezza – disse soffocata dalle lacrime e i singhiozzi. Il suo lato dolce si stava presto fondendo all'altra sua metà, per creare una Hisako senza rimpianti (più o meno). Le mise una mano sulla spalla e si mise accovacciato. – Nanetta, non devi essere dura con te stessa, ma nemmeno con gli altri – disse con una voce rassicurante. La giovane annuì. – Comunque non sono nana – gli disse con una smorfia. – Ah, no? – rispose lui. – Si dà il caso, che sono la terza più alta in classe – disse con affare scherzoso. – Sì delle ragazze, nanetta – rispose lui prendendo lo zaino. Hisako rise e prese, anche lei, il suo zaino e scesero due piani. 06:02. La nera sbadigliò alla vista dell'orario per evitare di picchiare la persona che ebbe al suo fianco, Eiji Nakagawa. – Vorremmo fare colazione – disse Eiji alla locandiera. La donna sorrise e gli indicò un tavolo per due. Si sedettero al tavolo 32 e cominciarono a leggere l'ordine. – Io prendo gli hottokēki – disse la più piccola appoggiando il menù sul tavolo. – Io prendo un Asa gohan – disse Eiji. Dopo un palio di minuti potevano finalmente mangiare. Hisako fu al settimo cielo mentre si gustò quella meravigliosa colazione, mentre Eiji mangiò silenziosamente. – Lascio i soldi alla locandiera, te, intanto, va fuori – le disse. La nera fece come chiesto, e mentre uscì, il suo occhio si posò sull'orologio. 07.00. Non disse nulla a riguardo e lasciò la locanda. Dopo un po', la raggiunse anche Eiji e si avventurarono nel bosco.
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𝑰 𝒄𝒂𝒏'𝒕 𝒓𝒆𝒎𝒆𝒃𝒆𝒓 𝒇𝒐𝒓𝒈𝒆𝒕 𝒚𝒐𝒖
AbenteuerQuei dannatissimi sedici anni. Hisako Nakagawa capì cosa le tennero nascosto: suo padre e la sua scomparsa; non lo scoprì da sola, ma ebbe la fortuna di nascere in un paesino in Giappone, Shirakawa-go nella prefettura di Gifu, dove fu riconosciuto p...