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Guardo Manuel per qualche secondo, poi abbasso lo sguardo, mi viene da piangere.
-Non so come gli altri la prenderebbero...-
-La prenderebbero benissimo, pensa che Ciro già lo sa ed è contentissimo-
A quelle parole scatto in piedi e lo guardo negli occhi.
-Ciro già lo sa?- dico con un tono non troppo gentile che sembra spaventarlo, e me ne pento subito.
-Sì... gli avevo detto che stavamo insieme... mi ha dato lui l'idea di dirlo agli altri...-
Senza aggiungere altro apro la porta e me ne vado.
Manuel è il mio ragazzo e non ho intenzione di lasciarlo per una stronzata del genere, però ha tradito la mia fiducia cazzo. Non voglio parlare con lui per almeno qualche ora.
Mi dirigo verso un campetto di Coverciano, il più grande, dove ho cominciato a familiarizzare con la nazionale. Mi siedo al centrocampo e comincio a ragionare.
Vorrei che mi spiegasse perché l'ha detto a Ciro senza dirmi niente prima,  vorrei che fosse sincero con me, e vorrei non avesse mai tradito la mia fiducia.
So che restando qui lontano da lui, e scappando dalle sue possibili scuse, perché so che è ciò che farà appena mi vedrà, non avrò magicamente la risposta alle mie domande, ma ho bisogno di tempo.
Cominciano a scorrermi delle lacrime sul volto, cerco di asciugarle, ma continuano a rigarmi il viso.
Non avrei dovuto avere quell'attacco di rabbia nei suoi confronti. L'ho spaventato, l'ho demoralizzato, e gli ho fatto credere che non me ne importi niente di noi, andando via in quel modo.
Mi sento una merda, ma contemporaneamente so che tornando lì gli farei solo del male.
Mi guarderebbe e mi chiederebbe scusa, ma io non voglio che lui si scusi a vuoto, voglio solo delle risposte. Perché lo amo, e il ragazzo che amo non farebbe mai niente alle mie spalle.
Le lacrime continuano a scendere imperterrite, così decido di restare lì seduto e provare ad asciugarle tutte prima di tornare da Manuel.

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