Prologo.

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Correva. Correva più veloce che poteva. Era inseguita, ma non sapeva da cosa. Forse un mostro, forse una persona. Poteva essere qualunque cosa. Una voce la chiamava. Chiamava il suo nome con un tono roco e profondo che incuteva timore. La ragazza sentì una mano che le afferava la maglietta. La voce continuava a ripetere il suo nome.

2 mesi.
Saji si svegliò nel suo letto in un bagno di sudore, ansimava. I lunghi capelli corvini erano sparsi su tutto il cuscino. Le coperte le arrivavano al collo.
"Che incubo." Si disse. Quel sogno la perseguitava da quando aveva saputo di essere in grado di usare un potere incredibile.
Si tirò su, sistemandosi i capelli.
Si diresse in bagno, portando un asciugamano con se. Ne uscì pochi minuti dopo, ben rinfrescata. Andò a posizionarsi davanti allo specchio. Guardò il suo riflesso a lungo, scrutandolo da capo a piedi. Saji non adorava il suo corpo. Non era alta come le altre ragazze, non aveva un fisico atletico. Era gracile. La sua statura era decisamente poco elevata per una ragazza del secondo anno delle scuole superiori. Forse l'unica superioritá che aveva con le altre ragazze era l'intelligenza. Il suo volto aveva tratti delicati, come quelli di una bambina. Aveva dei profondi occhi color ambra, un colore non troppo diffuso nella sua città, Equinox, a sud della capitale. I capelli corvini le arrivavano fino alla vita. I suoi genitori non le permettevano di tagliarli, li consideravano un simbolo di bellezza. Saji non era in buoni rapporti con i suoi genitori. Loro volevano una figlia bella, alta e intelligente. Saji era intelligente, ma, a parer suo, non era ne bella ne alta. Lei era il contrario delle aspettative dei genitori.
Un filo di pensieri prese ad invadere la mente della ragazza mentre osservava insoddisfatta il suo corpo. Solo la voce di sua madre la risvegliò dai suoi pensieri. "Saji? Sbrigati, farai tardi a scuola." le diceva sua madre dall'altro lato della porta, battendo con le nocche su quest'ultima. "È vero! Me ne sono dimenticata." si disse Saji. Quel giorno sarebbe stato il suo primo giorno in una nuova scuola superiore. Come si sarebbe comportata? Non conosceva nessuno e non avrebbe potuto fare affidamento su nessuno.
Si allontanò dallo specchio e prese a vestirsi con la divisa di quella che avrebbe dovuto essere la sua scuola per altri due anni. Si tirò su la gonna a tinta unita magenta. Si infilò la camicietta bianca e la giacca nera e si allacciò un fiocco appena sotto il collo, magenta anche questo. I calzettoni neri le coprivano i polpacci e le scarpe, nere anche loro, le calzavano i piedi alla perfezione. Afferrò a due mani la cartella scolastica e si riposizionò di fronte allo specchio. Decise di legarsi i capelli lisci in una coda che scendeva su tutta la schiena. La fronte rimase scoperta visto che aveva tirato indietro la piccola frangia che la copriva e l'aveva fermata con un paio fi forcine. Si guardò attentamente e per la prima volta pensò di essere carina.

Saji saltò la colazione. Era il suo primo giorno e non voleva dare un'impressione del tipo "ciao-sono-una-ragazza-a-cui-non-frega-nulla-di-voi" arrivando fuori orario. Ora si trovava davanti al cancello d'ingresso della scuola superiore Equinox. Quell'enorme edificio in stile gotico che le si parava davanti portava il nome della sua città.
Prese un bel respiro e si fece avanti. La prima cosa, o meglio persona, sulla quale gli occhi di Saji si posarono fu un ragazzo. Un ragazzo alto, con dei bellissimi capelli castani tendenti al verde. Gli occhi dello stesso colore dei capelli. Indossava dei pantaloni beige tenuti su da una cintura marrone. Una pesante giacca nera con sotto una camicia bianca. Il collo cinto da una sottile cravatta verde. Sorrideva e Saji pensava di non aver mai visto nulla di più bello. Il ragazzo camminava affianco ad una persona, probabilmente un amico. Le due persone scomparirono all'interno della scuola. Saji ebbe l'impulso di seguirli e fece per muoversi ma una mano le afferrò il polso, bloccandola sul posto. Volse lo sguardo dietro di se e notò un ragazzo alto poco più di lei che le si parava davanti. Aveva folti capelli arancioni e occhi dello stesso colore. Un sorriso da orecchio a orecchio gli illuminava il volto. "Hey tu! Sei nuova vero? Ti ho vista qui, ferma, dalla strada e subito ho pensato che avresti dovuto esserlo per forza! Una studentessa nuova, intendo. Io sono Takaji Asahi. Posso farti da guida se vuoi!" Saji, stupita da tutto l'entusiasmo di quel ragazzo, si limitò a fare un cenno di consenso con la testa e a farsi trascinare all'interno della scuola.

Il ricordo dell'incubo della notte prima era svanito e il primo giorno era iniziato.

La ragazza in armatura.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora