CAPITOLO 2

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Una settimana dopo, quando, come di consueto a questo punto, Beau bussò alla porta, Natasha portava ancora la camicia da notte, ma era già sveglia. Facevano progressi, pensò lui. Piccoli passi, ma sicuri.

"Sono in ritardo, perdonami," si scusò lei. "Ieri sera mi è venuta l'ispirazione e ho continuato a lavorare fino a tardi. Volevo andare a letto presto per non fare brutta figura durante la corsa di stamattina, ma non ci sono riuscita."

"Spero sia uscito un bel lavoro..." disse lui provando a non farsi distrare dal modo in cui la camicia da notte vestiva il suo corpo minuto ma molto grazioso.

"Il migliore da giorni..." aggiunse lei e tutt'ad un tratto, sentì un'ondata di caldo avvolgere tutto il suo corpo. "Mhm... Fa caldo, mi pare."

"Parecchio... E l'umidità è..."

"Al trecento per cento," lo interruppe lei ridendo. "È questo, il fascino di vivere in riva al mare. Mi ci vorrà solo un minuto per cambiarmi. Sei proprio sicuro di non voler andare da solo? Io non farei altro che rallentarti," osservò con tono allegro.

Nemmeno per idea, pensò lui, che quel giorno aveva già fatto un'ora di corsa da solo. Voleva lei, la sua compagnia... a tutti i costi.

"Non se ne parla. Ehi, quando conti di mostrarmi i tuoi lavori?"

"Non lo so..."

Natasha sembrava perplessa.

"Quello che ho creato stanotte è un'eccezione in questi giorni. Non sono ancora troppo soddisfatta del mio lavoro. Preferirei mostrare al pubblico le mie cicatrici, piuttosto che i miei disegni."

"Quale cicatrice? Quella dell'intervento di appendicite o quella che ti sei fatta cadendo dalla bicicletta?"

Lei sgranò gli occhi.

"Oh, mio Dio! Ma c'è qualcosa che Eddie non ti ha detto?"

"Hmm... Quando me ne accorgerò, te lo dirò," rispose lui sorridendo.

A Natasha le scapò un gemito disgustato.

"Questa storia deve cambiare. Ti toccherà svelare qualche informazione anche sul tuo conto."

"Non c'è problema," Beau rispose facendo spallucce. "E comunque non c'è molto da dire. Non sono affascinante quanto te."

"Già, proprio così," lei rispose e roteò gli occhi al cielo. "Ti prego, dammi un minuto," gli chiese e poi lo mise in guardia, "e preparati a rispondere ad un bel po' di domande, durante la corsa."

Fedele a quella minaccia, incominciò il terzo grado non appena iniziarono a fare jogging lungo la spiaggia.

"Colore preferito?"

"Il tuo, l'azzurro."

"Luogo di nascita?"

"Chicago, Illinois. Tu, invece, sei nata a Flat Rock, nella Carolina del Nord."

"Cosa farai, adesso che hai lasciato i Marine?"

"Ho una laurea in architettura e una specializzazione in analisi strutturale. Perciò lavorerò come architetto per una grossa impresa di Atlanta."

Lei storse il naso.

"Non mi piacciono le grandi città..."

"Lo so che non ti piacciono, me lo ha detto Eddie. Però quella di Atlanta è la migliore offerta di lavoro che abbia avuto e tutto sommato mi è sembrato un bel posto per ricominciare."

Natasha rallentò.

"Ti irrita che la gente parli della tua carriera militare?"

"No, però non mi piace parlarne molto. Non si è conclusa come avrei voluto."

VOGLIA DI RICOMINCIAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora