Natasha non disse una parola per tutto il tragitto fino a casa di Beau, ma a lui sembrava di poter quasi sentire il rumore dei pensieri contrastanti che le turbinavano nella mente.
Era come se avesse perso il coraggio. Beau provò una potente delusione, ma anche qualcosa di più profondo, qualcosa che si affrettò a reprimere. Forse era meglio così. Parcheggiò la macchina davanti a casa sua, si girò a guardarla.
"Ascolta, posso accompagnarti subito a casa, se vuoi... Possiamo chiudere la serata qui. Non è un problema per me..."
"Perché?" gli chiese Natasha.
Quella domanda sorpresa lo lasciò confuso.
"Non hai detto una parola, Natasha... Sento che sei in preda ai dubbi. Credimi, posso capirlo."
"No, Beau, stai sbagliando. Non sono in preda ai dubbi," obiettò lei.
"Natasha... Non hai detto una parola da quando siamo saliti in macchina."
"Soltanto perché sono un po' nervosa. È passato tanto tempo per me e tu sei... tu sei..." balbettò agitata. "Sei diverso," concluse infine con un filo di voce. "E se dovessi pensare che a letto sono un'imbranata?"
Lui non poté impedirsi di scoppiare in una risata.
"Adesso mi ridi anche in faccia!" protestò Natasha scuotendo la testa. "Non so più... Forse hai ragione... Forse qualche dubbio ce l'ho..."
Ridendo in una folle mescolanza di sollievo e frustrazione, Beau la prese tra le braccia.
"Non preoccuparti di essere un'imbranata."
"Facile a dirsi per te. Le donne ti cadono tra le braccia senza sforzo. E io sono uguale a tutte le altre."
"No, affatto. Piccola, tu sei..."
Lei gli appoggiò un dito sulle labbra per zittirlo.
"No, ti prego... Voglio essere uguale a tutte le altre. Ho bisogno di essere uguale a tutte le altre."
Non lo sarebbe mai stata, ma Beau non aveva intenzione di discutere con lei in quel momento. La baciò, e con quel bacio sentì riaccendersi il desiderio quasi feroce che aveva controllato con tanto sforzo fino a quel momento.
"Entriamo in casa," la esortò.
Dopo averla fatta entrare in salotto, sparì in cucina per prendere del vino, ma quando tornò da lei, la trovò sul balcone, che guardava l'oceano e si godeva la leggera brezza serale.
"C'è un panorama splendido," commentò Natasha prendendo il bicchiere di vino che lui le porgeva.
"È vero» confermò Beau guardandola.
Lei se ne accorse e sorrise.
"Beau, parlavo del mare."
"Lo so, ma mi piace di più quello che sto guardando adesso."
"Adulatore!"
"Niente affatto, Natti. Io dico solo pane al pane e vino al vino."
Le si avvicinò alle spalle, chinandosi ad aspirare la dolce fragranza del suo profumo. Le cinse piano la vita con un braccio e la attirò a sé.
"Sei così caldo..." mormorò lei.
"Hai freddo, piccola?"
"Non proprio, ma il tuo calore è piacevole."
Beau contava di farle sentire qualcosa di molto più che piacevole.
"Hai mai fatto l'amore su un balcone?" gli chiese lei.
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VOGLIA DI RICOMINCIARE
Любовные романыBeau Hamilton è un architetto ed un ex-Marine. Qualche anno fa, ha giurato al suo migliore amico, Eddie, di esaudire il suo ultimo desiderio: prendersi cura di sua moglie dopo che lui non ci sarà più. Per questa ragione, Beau rivoluziona la sua vit...