Non ricordavo il mio nome.

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Che cos'è questo orribile gusto in bocca?
Non ho mai provato nulla di simile, la mia lingua è diventata bollente a causa del piccante...Anzi no, è qualcosa di amaro, o forse acido?

Mi servirebbe un bicchiere d'acqua, ma tutto è avvolto nelle tenebre...O forse sono io che ho gli occhi chiusi?
Se è così le mie palpebre sono incollate alla pelle, e ora mi sto sforzando di spingere per vedere qualcosa.

Spalanco la bocca, rendendomi conto che non ho più respirato dopo aver provato questo strano gusto. Ansimo cercando di recuperare il più ossigeno possibile.
Bene, se ora riuscissi pure ad aprire gli occhi sarebbe perfetto.
Spingo centinaia di volte.
Ci devo riuscire.
Non ce la faccio. Sono in coma?

Finalmente.
I miei occhi si spalancano di scatto, ma non l'ho deciso io...
Dove mi trovo?
La mia vista è appannata; non riesco a riconoscere questo posto.

Seduta davanti a me c'è una ragazza di almeno otto anni piú grande della sottoscritta.
I suoi occhi sono piccoli, di colore estremamente scuro, incorniciati da grandi occhiali dorati, di dimensione esagonale.
Ecco, quegli occhi mi stanno fissando.
«Ciao...» mormoro timidamente.
«Oh Ciao! Cate, guarda, si è svegliata!»

Oh, l'altra ragazza non l'avevo vista...Mentre cerco di riprendere pieno possesso della mia vista noto che la seconda ragazza è più piccola di quella occhialuta, di forse un anno, o qualcosa di più. Ha un volto rotondo, sopracciglia sottili, occhi chiari e capelli castani mal tenuti. «Ciaaaao! Io sono Caterina, ma puoi chiamarmi Cate come fanno tutti...Lei è Gaaaaaia!»

«Con un'a sola, ovviamente». Fa l'altra giochicchiando con una piccola ciocca di capelli tinta di rosso.

Mi piace questo entusiasmo, ma perché sembra che mi stiano guardando dall'alto?

«Ti serve una mano per alzarti?»

In che senso alzarmi? Davvero sono sul pavimento?

Una volta in piedi mi guardo intorno... Probabilmente mi trovo in un corridoio di una scuola, una scuola inquietante.
Tutto è uguale, mette i brividi.

«Ti facciamo fare un giro turistico con tanto di spiegone, va bene?
Tra l'altro...Come ti chiami?» Chiede Gaia.

«Io...» Sospiro «...Non me lo ricordo.»

Ok, questo posto fa schifo

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Ok, questo posto fa schifo. Ci sono duecento persone che vivono tranquillamente qui come se fossero in vacanza tranne per quei quindici minuti al giorno dedicati "all'esecuzione" in cui lottano per la sopravvivenza.

Non ha senso.

Ma soprattutto perché anch'io mi trovo qui ? Chi l'ha voluto?
A questa domanda mi hanno risposto con "Lui".

Lui chi? Neanche "sto qui" si ricorda il suo nome?

Mi sdraio sul letto della mia nuova stanza, distrutta e rassegnata.

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