La verità è verde?

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Oggi credo sia il mio compleanno.
Credo, perché da quando mi trovo qui ho perso il senso del tempo, tutto mi sembra uguale, il tempo è troppo lento, nel suo scorrere troppo veloce.

Ne sono abbastanza sicura, qualche calendario nella pseudo scuola c'è, e mi sembra proprio di aver letto 12 febbraio.

Stamattina Diana si è svegliata prima del solito, o forse non ha proprio dormito, è seduta immobile sulla finestra, come suo solito, guarda un punto fisso.
È vestita di un verde più spento degli altri giorni.

Invece Luca non sembra affatto spento, sta bussando con irruenza alla porta di Mattia. «Possibile che tu dorma sempre?» Melissa lo osserva con aria stanca: «Posso dire che in certe circostanze è meglio dormire che stare svegli in questo inferno?»
Luca sogghigna: «Non eri tu quella che pensa positivo?
«In certe circostanze è impossibile...»

«Perché? Che succede oggi?» Chiede un Mattia mezzo addormentato dall'altra parte della porta.
«Manca esattamente un mese alla liberazione.» risponde Melissa appoggiandosi, con le braccia conserte, al muro di fianco alla porta verde.
«Ed è qualcosa di negativo?»
«Se penso a quello che è successo l'anno scorso mi viene da vomitare»
«Mel, mensa positivo» esclama Luca.
«Mi viene positivamente da vomitare» risponde quella.
«E qui la domanda sorge spontanea...Cos'è successo l'anno scorso?» domanda Mattia.
«Chiedilo a Diana.» esclama Elia, arrivato da poco, mente saluta con un cenno Melissa e Luca.
Aggiunge con tono freddo: «Voglio proprio sapere cosa ti risponderà.»
Cala il silenzio per qualche secondo e come al solito è Mel a romperlo: «Oggi stiamo vicini a Diana, anziché stuzzicarla e rispettiamo i suoi silenzi. Penso sia la cosa più giusta da fare.»
«Va bene» rispondono i tre, ma solo Luca sembra convinto.

«Ciao.» Mattia entra timidamente nella stanza di Diana, senza bussare come suo solito, probabilmente perché la porta era semiaperta.

La ragazza è seduta sul davanzale, come è possibile che sia sempre lì?
Risponde apatica al suo saluto: «Ciao. Perché sei qui?» Mattia sospira: «Volevo sapere come stai. Gli altri sembrano preoccupati.»
Quella aspetta un po' prima di rispondere: «Male. C'è altro?»
«Pensi che continuare a stare lì, a pensarci, ti faccia stare meglio?
Diana non risponde.
Mattia si avvicina. «Non vorrai buttarti di sotto?»
«No. Anche se mi piace l'idea che potrei cadere, da un momento all'altro.»
Il ragazzo rimane stupito da questa affermazione. Si siete sulla scrivania, accanto alla finestra.
Diana guarda in alto. «Sei figlio unico?»
«No, ho un fratello.»
«Ti manca?»
«Sì, anche se sono contento non sia qui.»
«È un bel ragionamento. A lui manchi?»
«Penso di sì.»
«Se avevate un bel rapporto, quello che ora sta peggio è lui, ti crederanno tutti morto.»
«Tutto questo giro di parole per dire che ti senti un po' come lui?»
«No, peggio. Sono certa che non tornerà più.»
«Tua sorella?»
«Un'amica, che però sì, per me era come una sorella.»
«È morta in questa data?»
«No, durante la liberazione. Oggi aveva ammesso che le sarebbe piaciuto partecipare.»
Mattia sospira: «Mi dispiace.»
Diana scende dalla finestra, ma continua a guardare il soffitto. Domanda, distaccata: «Gli altri sono nella sala arancione?»
«Sì. Vieni?»
Diana annuisce.

I due escono dalla stanza, senza accorgersi che Elia, nascosto in quel momento nella stanza accanto aveva ascoltato tutta la conversazione.

Nella pseudo scuola ci sono numerose stanze, ma non tutte sono destinate a uno scopo preciso.
È il caso della sala arancione.
Jennie e Melissa circa sette mesi fa avevano comprato pitture adatte per dipingere una delle tante sale vuole e trasformarla in un accogliente sala giochi. L'idea di dipingere le pareti era stata di Jennie. Aveva detto: «In questo modo ci sembrerà un posto diverso dagli altri.» Così in effetti è stato.

Hanno aggiunto poi dei divanetti, uno stereo, una pianola, un bersaglio per il tiro a freccette e infine un aberrante gnomo di grandi dimensioni vestito da supereroe che nessuno ammette di aver portato lì, ma grazie alla mia onniscienza, posso affermare che è stato Luca. Ah, ha anche un nome: Ascanio, perché prima o poi farà una brutta fine.

All'arrivo di Diana nella stanza arancione Jennie, Melissa, Samuele e Luca la salutano cercando di celare il loro stupore, fallendo. Elia è arrivato poco dopo, nessuno gli ha domandato a cosa fosse dovuto il suo ritardo.

Hanno trascorso la serata cantando, accompagnati dalla chitarra di Jennie, raccontandosi storie e leggende.
Diana è rimasta in un angolo, senza proferire parola, godendo, però, di quel piccolo squarcio di normalità.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 03, 2022 ⏰

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