Capitolo 2

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Ophelia non era una ragazza facilmente impressionabile, però chiacchierare con la sua prozia qualche brivido glielo faceva venire sempre, perché rendeva tutto il mondo occulto più reale.
Quando fu sul punto di aprire la porta della stanza che l'avrebbe ospitata, si voltò.
«Devo preoccuparmi per questa notte?» chiese con un certo timore, che cercò di mascherare
«Sarai così addormentata che nemmeno i sussurri delle anime ti sveglieranno» rispose Nadia e dopo quelle parole entrò in camera sua. Ophelia invece si guardò ancora un attimo intorno; il buio pareva inghiottire ogni cosa lì vicino, sembrava un abisso inquietante quanto attraente. Un brivido l'attraversò fino a farle venire la pelle d'oca, aprì la porta della camera da letto e se la chiuse immediatamente alle spalle.
"È solo soggezione" si disse per calmarsi e andò verso il letto, accorgendosi dello specchio poco lontano da lei.

«Non specchiarti dalla mezzanotte in poi, soprattutto se è buio» le raccomandava sempre sua nonna «Quegli oggetti sono un portale tra il nostro mondo e il loro, potresti vedere cose spiacevoli», ecco uno dei motivi per cui Ophelia non teneva specchi in camera da letto.
Cercò di non guardare il proprio riflesso, però ne era come attratta, così si avvicinò, con un leggero timore; apparentemente non c'era nulla di diverso, era la stessa, allora fece ancora qualche passo e altri ancora, fino a trovarsi faccia a faccia con se stessa. I capelli biondo ramati parvero scurirsi con la luce quasi inesistente, l'incarnato roseo appariva grigiastro, Ophelia avvicinò il viso a pochi centimetri dalla superficie e per un attimo i suoi occhi azzurri sembrarono diventare sempre più scuri, voleva distogliere lo sguardo ma il brivido che l'attraversò glielo impediva, in qualche modo le piaceva.
"È tutta soggezione" si ripeté ancora mentalmente "È impossibile che queste cose siano vere" disse una vocina lontana, nell'angolo più remoto della sua mente "Il riflesso non può mutare come per magia", questa volta il pensiero fu molto più chiaro e Ophelia sbatté le palpebre.
«È solo frutto della mia immaginazione, sicuramente sono influenzata dalla chiacchierata di poco fa con zia Nadia» ma l'istinto non mentiva e le stava dicendo qualcosa.
Tolse gli stivaletti neri con plateau, che toccando terra produssero un tonfo, e si stese sul letto, non aveva nemmeno voglia di mettere il pigiama, sentiva le palpebre pesanti e desiderava solo abbandonarsi al sonno.
"Una cosa è certa, le tisane di zia Nadia sono miracolose", si mise in posizione fetale e si addormentò.

*

L'indomani Ophelia fu svegliata da un persistente ticchettio alla finestra, si rigirò nel letto un paio di volte, strizzò gli occhi prima di aprirli e poi li sfregò cautamente, a fatica riuscì a vedere dove si trovava, le ci vollero alcuni secondi per riportare alla mente i ricordi degli ultimi avvenimenti.
Poggiò un braccio poco sotto la fronte per coprirsi gli occhi, sentì un peso sul petto e lo stomaco le si contorse.
Bussarono.
«Sono Nadia» disse la voce oltre la porta
«Entra pure»
«Come hai dormito?» chiese la prozia quando arrivò vicino alla pronipote
«Come una neonata» replicò Ophelia, accennando un sorrisetto e citando le parole di Nadia dette la sera prima
«Lo vedo» e Nadia guardò i vestiti di Ophelia, gli stessi che aveva indosso ieri.
Le diede una leggera pacca sul fianco e la spronò ad alzarsi.
«La colazione sarà pronta tra poco, datti una sistemata e poi scendi» Nadia si alzò e le lasciò un bacio fugace sul braccio, che copriva ancora parte del viso della pronipote.
Ophelia si alzò pochi secondi dopo, con una sensazione di pesantezza addosso, decise allora di farsi un bel bagno, sicuramente l'avrebbe rilassata; chiuse per un momento gli occhi e si immerse completamente, si ricordò di quando era bambina e passava molto tempo a giocare con le bambole lì nella vasca piena d'acqua, fino a farsi venire le dita raggrinzite, oppure i pomeriggi piovosi in cui lei ed Eric facevano finta di essere al mare e indossavano i loro costumi.
Ophelia riemerse e un velo di malinconia la avvolse, voleva tornare a quei bei vecchi tempi, dove tutto era semplice da genuino, poi si sbrigò ad asciugarsi, vestirsi e scese immediatamente in cucina, non voleva far aspettare troppo Nadia.
La pioggia si intensificò, ogni goccia che picchiava contro le finestre a Ophelia parve un incessante richiamo da parte di un'entità invisibile.
«Qui persino la pioggia sembra voglia dire qualcosa» affermò Ophelia
«Ogni cosa in Natura parla, siamo noi ad essere diventati sordi» replicò Nadia con naturalezza
Ophelia restò ad osservare la prozia, pensò che persino in vestaglia Nadia sapeva essere elegante, i capelli ondulati e argentati le ricadevano morbidamente sulle spalle, le rughe sul viso le conferivano un'aria severa e maestosa, gli occhi di un azzurro slavato, ma non per questo meno belli, facevano sì che quando sorrideva assumesse un'aria birichina, quasi maliziosa, era come se il suo viso fosse stato plasmato apposta per suscitare l'interesse nell'altro sesso, senza il ben che minimo sforzo.
Nadia diceva sempre di non essere bella (esteticamente), ma era stata graziata con qualcosa di più pregiato: il fascino. Ophelia si ricordò di quando, già adulta, raccontò alla prozia che alcune persone l'avevano definita affascinate, ma lei l'aveva preso come un modo carino per dirle che era brutta, anche da adolescente si domandava perché non poteva essere bella, o carina, come altre sue compagne di classe, che avevano schiere di ragazzini a corteggiarle, lei invece sembrava una di dieci anni nel corpo di una quattordicenne, aveva il viso tondo e paffuto, pelle chiara, ma non pallida, e guance perennemente arrossate, come se avesse corso chilometri senza mai fermarsi, non si stupì quando iniziarono a chiamarla Heidi. E cosa si poteva dire della sua altezza, un metro una cannuccia, la più bassa di tutta la classe, sempre. Si era auto convinta di essere insulsa da adolescente e anonima da adulta, se fosse stata affascinante, almeno la metà della sua prozia, le cose avrebbero preso un'altra strada, forse. Per esempio: il suo compagno, stregato dalla sua attrattiva, non l'avrebbe cornificata più di una volta, anzi.
"Ma chi voglio prendere in giro, traditore una volta, traditore per sempre".

••NdACiao 😊Spero che il capitolo non sia stato troppo noioso 🙈Oggi non ho molto da dire, se non che ti ringrazio per dedicare un po' del tuo tempo a questa storia 🙏🏻Se lo vorrai, ci vediamo al prossimo capitolo 😎

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NdA
Ciao 😊
Spero che il capitolo non sia stato troppo noioso 🙈
Oggi non ho molto da dire, se non che ti ringrazio per dedicare un po' del tuo tempo a questa storia 🙏🏻
Se lo vorrai, ci vediamo al prossimo capitolo 😎

As 💫

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