4. LA PROFEZIA DEL VEGGENTE
"Il Soprannaturale è il naturale ancora compreso."
(Elbert Green Hubbard)
Artemis non ne poteva più di quel sedile che dopo cinque ore di viaggio era diventata la cosa più scomoda che avesse mai provato. Aveva cambiato posizione più volte ma senza ottenere risultati. Adesso distese le gambe come poté e sbuffò di nuovo.
Klaus intanto guidava senza stancarsi, il vantaggio di essere un vampiro originale. Ogni tanto tamburellava le dita sul volante e intonava un motivetto fischiando.
"Tutto bene, Artemis?"
"Il mio culo si è appiattito su questo sedile. Manca ancora molto?"
"Sei ore. Fra venti minuti ci fermiamo ad una stazione di servizio."
Artemis emise un verso di protesta, altri venti minuti in quella macchina e avrebbe perso il senno.
"Non potevamo prendere l'aereo come le persone normali? Devi sempre complicare tutto, Mikaelson."
"Ti ho già spiegato che muoverci in macchina ci permette di restare lontani dal Quartiere Francese per un bel po'. L'assassino non si fermerà, ma oggi non sarai una sua vittima."
Artemis non aveva voglia di affrontare di nuovo l'argomento, quindi accese la radio e sintonizzò il primo canale a caso. La canzone trasmessa era "Eternal" di Holly Herndon. Lei iniziò a canticchiare a bassa voce la strofa che più o meno conosceva.
"It's all my fault with love for you. Want to see around you. Breathe, breathe on. Oh, please breathe. All my dreaming belongs to you."
Klaus inarcò un sopracciglio e sfoggiò un sorriso carico di malizia.
"Ah, sì?"
Artemis gli diede un pugno sulla spalla e scosse la testa, poi sbuffò ancora.
"Era la strofa della canzone, idiota. Pensa a guidare, su!"
Klaus guidò con un sorriso divertito stampato in faccia che infastidiva la ragazza a tal punto che si mise a fissare fuori dal finestrino pur di distrarsi. Rallentarono in prossimità della stazione di servizio, un enorme spiazzo munito di quattro pompe e un misero bar.
"Io faccio benzina, tu puoi andare a prendere qualcosa da mangiare." Disse Klaus.
Parcheggiò l'auto davanti ad un erogatore e spense il motore. Artemis si slacciò la cintura e scese in fretta per sgranchirsi le gambe.
"Io devo andare al bagno. Mi sono venute le mestruazioni, le mie ovaie si sono suicidate nel giorno sbagliato."
Una smorfia di dolore la costrinse a piegarsi in due, facendo preoccupare Klaus.
"Stai bene?"
"Mi serve un antidolorifico. E' nella mia borsa." Rispose Artemis.
"Ci penso io."
Klaus aprì lo sportello e recuperò la tracolla dai sedili posteriori. La confezione del medicinale apparve davanti a lei in una frazione di secondo.
"Grazie."
Artemis ingoiò la compressa e bevve gli ultimi sorsi di acqua contenuti nella bottiglia.
"Ti aspetto qui. Non metterci troppo, dobbiamo ripartire entro dieci minuti."
Artemis annuì e andò dritta verso le cabine dei bagni. Klaus controllò il cellulare e trovò due chiamate perse di Elijah. Cliccò il bottone verde per richiamare il fratello.
"Elijah, che succede? Non dirmi che è morto qualcun altro."
"Molto peggio, fratello. Brenda ieri sera ha organizzato un incontro con le congreghe perché vuole essere nominata reggente."
"Ciò non deve accadere. Quella donna è pericolosa." Disse Klaus.
"Per questo stamattina vedrò Lydia e Nathaniel, per capire come possiamo risolvere la questione senza spargimenti di sangue."
"Nel caso vi fossero spargimenti di sangue, allora sarebbe quello di Brenda."
"Niklaus, non tirare troppo una corda già tesa." Lo ammonì Elijah.
"Una corda che starebbe bene al collo di quelle maledette congreghe."
"Me ne occupo io. Tu pensa a trovare quella profezia, semmai esiste."
Klaus udì il rumore della porta e vide Artemis che usciva dalla cabina asciugandosi le mani. la sua frangetta verde spiccava nel grigiore mattutino.
"Adesso devo andare. Mi farò sentire non appena avrò novità."
Artemis montò in macchina senza dire nulla, mentre la benzina riempiva il serbatoio emanando il suo tipico odore pungente.
"Perché quella faccia? La telefonata deve averti innervosito."
"La tua zietta si candida a reggente. E' una rogna." Spiegò Klaus.
"E se le restituissi Oscar? Magari lascerebbe perdere la reggenza se riavesse suo fratello."
L'ibrido si accigliò, quella opzione non era contemplata affatto. Ritirò lo scontrino della benzina e si mise di nuovo alla guida.
"Non cederò al ricatto di quella perfida donna. Oscar mi serve. Anzi, ci serve."
"Serve solo a te, Klaus. A me non interessa di lui." Disse Artemis.
"Ti interessa conoscere meglio il tuo potere?"
Quella domanda attirò l'attenzione della ragazza, che si mise dritta sul sedile e gettò un'occhiata furtiva all'Originale.
"Di che stai parlando?"
Klaus ingranò la marcia e accelerò, voleva arrivare a Mystic Falls prima di sera. Esaminò più e più volte lo specchietto pur di evitare lo sguardo confuso di Artemis.
"Sai che ho rapito Oscar perché volevo aiutarti a gestire la tua abilità. Il tuo potere si chiama 'trasferimento empatico' e riesce a trasferire agli altri delle emozioni manipolando le loro menti."
"Sì, questo lo so già. Io scelgo un'emozione e la trasferisco alla persona che voglio manipolare."
Quando l'auto si immise sulla strada principale, Klaus rallentò e azzardò una rapida occhiata alla sua destra. Artemis lo guardava con gli occhi spalancati, sembrava paura mista a curiosità.
"Oscar mi ha detto che è difficile gestire un tale potere e che capita di combinare dei guai."
Artemis girò la faccia verso il finestrino, era troppo l'imbarazzo per non sfuggire allo sguardo indagatore di Klaus.
"So anche questo. Insomma, Oscar non ti ha detto niente di utile."
"Parlerà. Sotto tortura alla fine parlano tutti."
"E chi sei, la Santa Inquisizione Spagnola? Piantala."
"Vale la pena rischiare questa volta." Disse Klaus.
"Non credo sia una buona idea seguire i consigli di Oscar. Lo hai rapito e sua figlia è morta. Non penso che ci darà mai una mano."
Klaus strinse le mani attorno allo sterzo e si morse l'interno della guancia. C'era un piccolo dettaglio che non aveva ancora rivelato.
"Oscar non sa che Miriam è morta."
"Klaus, maledizione! E' sua figlia!"
"Ha tentato di uccidere te e Hope! Non vedo perché dovrei mostrare pietà. Miriam meritava di morire, questo è un dato di fatto."
Artemis poggiò la fronte contro il finestrino e sospirò, anche se avrebbe preferito dare una testa al vetro.
"Devi liberare Oscar. Lascia perdere questa storia del potere."
"Non lascio perdere un bel niente. Quell'uomo non è mai stato degno di essere tuo padre, ma spero che voglia rendersi utile almeno adesso."
"Klaus..."
Klaus le mise una mano sulla spalla e la zittì con uno sguardo severo.
"Io ti aiuterò, Artemis."
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BLOODY WAR 2 || Klaus Mikaelson
FanfictionArtemis Dumont ha scoperto di avere un potere unico ed eccezionale: è in grado di manipolare le emozioni degli altri con un solo tocco. È una abilità che non riesce ancora a gestire poiché un simile potere può essere un pericolo mortale. Intanto a N...