CAPITOLO TRE

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LISA

Dio mio. Oggi è lunedì, si ritorna a scuola. Che bello! (Sarcastica). Mi piace andare a scuola perché rivedo i miei compagni di classe, ma sono una ragazza normale, non mi piace granché studiare (vado bene a scuola) e odio i compiti in classe (mettono pressione). Ma la cosa più strana è che oggi, rivedo Sam, sta nella mio stesso corso di biologia. Cazzo. Diocane. Lo devo incontrare proprio nei momenti meno opportuni? Stamattina non ho sentito la sveglia, mi sono lavata e vestita stile Flash, sono arrivata giusto in tempo in classe e come se non bastasse mi ricordo benissimo ciò che era accaduto venerdì. Mi sento terribilmente e stranamente in imbarazzo. Ironia della sorte dove si siede il figo? Affianco alla sottoscritta perché è arrivato in ritardo. Ovvio. Questa giornata è iniziata uno schifo e finirà peggio. Ci scommetto. Il nuovo alunno cattura l'attenzione di tutte le ragazze del corso e l'antipatia di tutti gli alunni maschi. Jemma, la più troia, si avvicina silenziosamente a Sam e dice con la solita voce da gatta morta: <<Ehi. Come ti chiami? Come mai non ti ho mai visto prima?>> nel frattempo si bagna le labbra con la lingua e si arriccia i capelli col dito. Più esplicita di così si muore. <<Mi chiamo Sam e sono arrivato da poco. Ora scusami. Angel a che punto siamo arrivati con la lezione?>> risponde Sam guardandomi supplichevole, vuole che lo salvi da quell'arpia mangia ragazzi. <<Ehm... alle particelle subatomiche.>> Jemma mi guarda con punto interrogativo e Sam con sguardo grato. <<Ah... capisco state più avanti col programma rispetto alla mia scuola.>> dice Sam dispiaciuto, continua avvicinandosi verso di me e mettendo la sua mano sotto al mento: <<Ti dispiacerebbe darmi lezioni private? Sai per recuperare.>> lo fisso sbigottita poi guardo gli occhi infuocati di Jemma e rispondo calma (anche se sono felice di aver fatto arrabbiare la troia che ci sta provando con Sam): <<Va bene. Quando ci dobbiamo incontrare?>>. <<Non lo so. Ti faccio sapere.>> dice facendomi l'occhiolino. <<Okay.>> annuisco e arrossisco.

La lezione di biologia passa velocemente, come la mia penna per prendere appunti su ciò che dice il professore. Suona finalmente la campanella e proprio quando sto per uscire, stranamente per ultima, una mano forte mi trascina indietro e mi fa girare su me stessa, alzo lo sguardo e vedo Sam che si abbassa e mi sussurra a un orecchio: <<Ci vediamo alla fine delle lezioni fuori al cancello.>> detto ciò se ne va.

Eccomi fuori al cancello della scuola. Sto aspettando Sam da ben 10 minuti. Che si crede che sono la sua schiavetta e posso aspettarlo e morire qui? Si sbaglia di grosso. Sono stanca, credo di avere la febbre ma forse è solo una mia illusione. Forse le ragazze lo hanno intrattenuto, molto probabile. Quando mi accingo ad abbandonare il cancello sento Sam che mi chiama a gran voce: <<ANGEL!!!!!!!>> Angel? Sarei io Angel? Mi corre incontro e io lo allontano: << Punto primo: io non mi chiamo Angel e non chiamarmi così. Punto secondo: perché questo soprannome. Punto terzo: sei in ritardo e io voglio tornare a casa.>> detto ciò mi avvio verso la mia casa. Ma Sam mi prende in braccio e mi fa sedere sul sedile affianco a quello del guidatore. Cerco di liberarmi dalla sua presa molto salda, ma lui mi dice: <<Hai detto che mi avresti dato lezioni private. Ora non puoi tirarti indietro.>> ciò che ha appena affermato è vero, ma non so dove stiamo andando così domando: <<Scusami ma dove stiamo andando e posso mettermi sul sedile posteriore per favore, vomito se resto davanti.>> lui mi guarda strano e dice: <<Stiamo andando a casa mia e non puoi scendere dall'auto, so che scapperesti, quindi vai sul sedile posteriore passando per quello anteriore. Non ti preoccupare guido piano.>>. Non ho altra scelta, piano piano mi vado a sedere sul sedile centrale posteriore. Ma un attimo solo, Sam mi ha visto il sedere!!! Dio mio, spero di no. <<Sam, per caso hai fissato il mio fondoschiena?>>. <<Si. Come facevo a non vederlo, me lo hai sventolato davanti agli occhi. Comunque non ti arrabbiare Angel, hai un bellissimo sedere.>> WOW, non me lo ha mai detto nessuno, peccato che sta ammiccando al mio sedere. Pervertito. <<Non mi chiamo Angel, ma se ti piace tanto tanto è okay, non ho voglia di discutere.>>, sporgo la testa dal finestrino e mi godo l'aria fresca.

LA SUA VOCEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora