CAPITOLO DIECI

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LISA

Sam è un tipo con complessi di arrapamento veloce causati da non si sa cosa. La mia diagnosi è inquietante, lo fa sembrare un malato di qualche malattia contagiosa diffusa soprattutto negli esseri umani di sesso maschile nel periodo adolescenziale, credo che la malattia la chiamerò" arrapvel", che pensieri poco intelligenti. Ora dobbiamo mangiare non so cosa ma spero sia buono. Arriviamo a tavola, una tavola tutta apparecchiata e anghingherata.
Molto molto lunga, coperta da una tovaglia dannatamente bianca, io sporco di tutto soprattutto qualsiasi cosa abbia quel colore infatti cerco di utillizzarlo il meno possibile, la sporcherò ne sono sicura. Le posate sono di argento, piatti di ceramica ricamati a mano di un colore blu oceano come gli occhi che mi stanno scrutando.<<È un po' troppo vistosa?>> Domanda retorica. Ma è il suo stile di vita, opposto dal mio che consiste in tovaglia plastificata, posate di plastica o di acciaio, piatti di plastica e a volte di ceramica altrimenti sarebbero morti da un pezzo.<<Beh... non saprei...forse sì, forse no>> Ride. O mio dio, ha una risata così calda. <<Deciditi, vabbeh nel frattempo andiamo a mangiare!>> Ci sediamo ai rispettivi posti, io e lui uno difronte all'altra, ai lati opposti dell'enorme tavola. <<Iniziamo?>> Non mi ero neanche accorta che Hazel ha portato da mangiare. <<Sì, cosa c'è di buono?>> Guardo i piatti argentati coperti. Davil chiede a Hazel il menù e me lo illustra. <<Mi piace il pollo, però non mi guardare quando mangio, sembro uno scaricatore di porto>> Sorride e muove la testa in segno negativo, borbotto <<Come ti pare>> ed addento la coscetta di pollo. Mi guarda e ride. Faccio ridere? Il sugo del pollo mi cade dalle labbra sporcando la parte inferiore del mio viso. <<Sembri una bambina, assolutamente divertente>> Faccio il broncio e lo guardo mangiare mentre mi asciugo la bocca con il tovagliolo di stoffa bianco, come fa a mangiare il pollo senza sporcarsi? Miracolo. Ho pensato di vedere lui, in versione: scaricatore di porto. A quanto pare non é successo. << Ha ha divertente.>> Confermo sarcastica ed aggiungo: <<E tu sei esilarante, vecchio>> gli faccio l'occhiolino. Sfodera una faccia fintamente offesa e io scoppio a ridere. Anzi, scoppiamo a ridere insieme. <<Grazie per avermi dato del vecchio!>>.
<<Figurati, non c'è di che!>> Sorridiamo e continuiamo a mangiare.

Fine della cenetta. Ci siamo scambiati battutine e grazie a dio nessun contatto. In questo istante sono crogiolata sul davanzale spazioso della finestra con addosso un piumone caldissimo. Guardo un temporale dall'altra parte della città, le nuvole vengono squarciate da lampi, fulmini e tuoni. É bellissimo. Zeus si é dato da fare. <<Che fai?>> Balzo in aria. La voce roca di Sam, mi ha fatto spaventare ma anche rabbrividire. <<Guardo il cielo... É bellissimo>>.
<<Lo so. Anche tu sei bellissima>> Cade un silenzio imbarazzante. Continua a osservarmi, sento il suo sguardo bruciarmi la pelle, perfino da sotto il piumone nel quale mi sono accucciata. <<Fammi spazio.>> Sento il suo corpo affianco al mio, la sua temperatura é alta rispetto alla mia. Sposta la coperta dalle mie spalle e si avvolge alla mia sinistra. Non ribatto, ho il respiro accelerato, la sua grande mano mi circonda i fianchi, i suoi occhi fissi sulle nuvole che sembrano attraversati da fuochi artificiali. Restiamo imbambolati davanti alla finestra per buono mezz'ora senza parlare, solo lui con la mano sul mio fianco e io rigida come una corda di violino.
<<Hai freddo?>> Fissa le sue pozze blu nei miei occhi. <<No>> Alza un sopracciglio. <<Vieni qui!>> Si avvicina e sposta il braccio attorno alle mie spalle, stringendomi a sé. Sensazione: improvvisa ondata di caldo equatoriale. Subito divento un peperoncino rosso. Volta il suo viso verso il mio, le sue labbra a due centimetri dalle mie, sento il suo respiro sul mio volto, chiudo involontariamente gli occhi, la sua bocca sfiora la mia, mancano pochi millimetri il respiro accellera... e un tuono interrompe il momento magico. <<Fanculo>> gli sento sussurrare. Sbarro gli occhi, non mi sono neanche accorta di averli tenuti chiusi tutto il tempo. Mi sono rotta di aspettare, vuole baciarmi? Che lo faccia. Sembra che qualcuno lassù non voglia che lo baci. <<Al diavolo!>> Esclamo avventando le mie labbra su di lui, troppo audace? Meglio chiudere gli occhi, ma li riapro leggermente quando scopro, con sorpresa, che ricambia. Il primo bacio che ho avuto in mente è quello di uno casto, ma lui non sembra d'accordo. Le mie mani prima ai lati del suo viso, ora scendono giù fino al petto solido che si ritrova, ricoperto di una magliettina grigia, il suo calore corporeo lo percepiscono perfino i miei polpastrelli. Una sua grande mano è poggiata delicata sulla mia guancia mentre l'altra è sul mio fianco sinistro. Cadiamo, io sotto di lui, appoggia gli avambracci ai lati della mia testa e mi guarda intensamente. Un sorrisino si dipinge sui suoi lineamenti perfetti. <<Stai arrossendo e... sei bellissima>> Posa delicatamente le sue labbra sulle mie e sento che posso morire benissimo adesso. Lascia una scia di baci partendo dall'angolo della bocca fino alla mascella, tracciando il contorno, arrivando al mento scende più giù sul collo tracciando una linea dritta, butto la testa all'indietro per dargli libero accesso, di conseguenza inarcandomi facendo aderire, senza volere, i nostri corpi. Un gemito gli sfugge dalle labbra dalle mie non esce niente perché me le sto mordicchiando rischiando di far uscire cascate di sangue da esse e inoltre perché sono molto imbarazzata, ecco. Arrivato alla clavicola si sposta avventandosi sulle mie labbra ponendo fine alla tortura. Le mie mani ora sono immobili sulla sua schiena mentre la sua si fa spazio sotto alla mia maglia, appena le sento salire più su mi riscuoto dallo stato di sottomissione e trance. Cerco di staccarmi da lui con scarsi risultati. Si stende sopra di me reggendosi sui gomiti accarezzando con una mano i miei capelli. <<Shhh... Fatti coccolare. Rilassati. Non ti faccio niente.>> Dio, sembra quasi convincente. Ma no. Devo resistere. Forza e coraggio, più che coraggio serve buona volontà, tanta buona volontà, difficile da mettere in pratica al momento. <<No, Sam, ci siamo spinti troppo oltre.>>
<<Sicura?>> Fa un sorrisetto beffardo, lo prenderei a schiaffi ma poi lo bacerei, dio che confusione. <<Sì, dio santo! Sono sicura di non voler far adesso l'amore con te! C'è Hazel di sotto!>> Non ho pensato a ciò che é uscito dalla mia bocca, come sempre. Davil si alza e scoppia a ridere. <<Che cazzo ridi?>> Chiedo irritata. Riprende un po' d'aria ed incomincia il suo discorsetto: <<L'amore? Fare l'amore? Si dice: fare sesso. Fare l'amore si dice quando si prova, appunto, amore reciproco. Quindi, dato che questo sentimento non esiste tra di noi si dice: fare sesso. Capito? E non sai quante ragazze ho scopato in questa stanza mentre Hazel era nella stanza affianco. Che problemi hai, adesso?>> Arrossisco, prevedibile. Davvero ha fatto l'amore, scusate, davvero ha fatto sesso con Hazel totalmente consapevole a un metro di distanza? Ma questo é matto!
<<Senti... ora... facciamo finta che non é successo niente. Tu devi fare finta di essere il mio ragazzo punto.>>.
<<Non ti senti in colpa a mentire per prendere quei soldi?>>.
<<Sinceramente no, se é per una buona causa.>> Non ho voglia di parlare con un puttaniere al momento. <<Notte Sam.>> Striscio i piedi verso il letto e mi chiudo a bozzolo tra le coperte. Brrr... che freddo! <<Niente buonanotte! Io dormo qui con te!>> Lo scaccio con un segno della mano, che si fotta qualcun altro, non ho la minima intenzione di sembrare una facile. Sembra che non abbia capito. Davil mi srotola dalle coperte facendomi girare, le alza e si mette accanto a me. Lo allontano cercando di spingerlo giù dal letto. Cadi a terra brutto stronzo! Cadiii! Mi stringe in un abbraccio, non cadrà mai. <<Idiota!Staccati!!!>> Volto leggermente il viso e noto con estremo stupore che dorme. <<Brutto stronzo lunatico>> Sussurro. Mi posiziono meglio, sposto le sue mani dai miei fianchi ma sembrano incollati a me con la colla attack. Okay, basta che riesco ad addormentarmi. Faccio un profondo respiro, difficile far finta di niente ci provo almeno. Appena chiudo gli occhi, sento le mani del mammifero accanto a me rafforzare la presa e avvicinare la mia schiena al suo solido torace.

LA SUA VOCEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora